L'editoriale

Elezioni comunali 2021, un test che peserà sulla politica nazionale

Elezioni comunali 2021, un test che peserà sulla politica nazionale. Roma, Torino, Milano, Bologna, la Regione Calabria. Alleanze e possibili previsioni

Elezioni comunali 2021, un test che peserà sulla politica nazionale.

Quando il centrodestra partì alla conquista di città e regioni amministrate dalla sinistra si capì che il vento in Italia stava cambiando. Le politiche del 2018 confermarono questa tendenza. Roma e Torino finirono in mano ai 5Stelle. Nel tempo cambiarono colore città come L’Aquila, Siena, Genova. Successivamente, la svolta riguardò regioni come l’Abruzzo, la Calabria, le Marche, l’Umbria, il Friuli, la Liguria e altre ancora.

A ottobre il voto riguarderà alcune grandi città come Roma, Milano, Torino, Napoli, Bologna, Trieste e una regione, la Calabria. Una partita che non può non avere un peso sulle prossime scadenze. Prima fra tutte quella che riguarderà l’elezione del Presidente della Repubblica a febbraio.

I partiti, dopo mesi di sondaggi, i conti li dovranno fare con i voti veri e, soprattutto, potranno verificare la forza delle alleanze. Perché, con il nostro sistema elettorale non conta solo arrivare primi, serve ottenere una maggioranza grazie al sostegno di altre forze. Non a caso i 5Stelle che trionfarono nel 2018 con oltre il 32 per cento, per andare al governo hanno avuto bisogno prima della Lega, poi del Pd per confluire in un governo di tutti, quello guidato da Draghi.

Le urne non solo indicheranno vincitori e vinti tra i candidati, ma segneranno lo stato di salute dei singoli partiti e la solidità delle alleanze. Un fatto appare certo. I 5Stelle hanno possibilità zero di riconfermarsi a Torino e Roma. La Appendino neanche si ripresenterà, a Roma la Raggi tenta un’impresa impossibile. A Napoli, finita l’era De Magistris, la sinistra e i 5Stelle, alleati in questa circostanza, stando ai sondaggi, dovrebbero eleggere il sindaco. Così come scontata è la vittoria della sinistra a Bologna. A Milano, Sala dovrebbe farcela. In Calabria invece la vittoria dovrebbe andare al centrodestra.

Esaminiamo però la partita di Roma.

Quattro i candidati più importanti, Raggi, 5Stelle; Michetti, centrodestra; Calenda con il suo partito, sostenuto anche da Renzi; Gualtieri del Pd. Scontato che al primo turno otterrà più voti Michetti, tra il 30 e il 35 per cento dei voti. Dovrà andare al ballottaggio. Ma con chi? I sondaggi indicano Gualtieri, tra il 25 e il 29 per cento. Dietro ci sarebbero Raggi e Calenda e alcune previsioni vedono l’esponente di Azione davanti alla sindaca uscente. Ma c’è anche chi ha voluto spingersi oltre, ipotizzando i risultati delle possibili sfide a due. Unanime è il responso sulla Raggi: perderebbe con tutti non riuscendo ad attirare nessun elettore oltre ai fedelissimi del suo movimento. Così come in molti a pensare che Calenda potrebbe vincere contro Gualtieri perché potrebbe avere voti anche da Destra e batterebbe Michetti perché avrebbe i voti della Sinistra.

Una situazione paradossale perché difficilmente andrà al ballottaggio, che salvo clamorose sorprese sarà tra Michetti e Gualtieri. Una sfida aperta, decisivo sarà il comportamento degli elettori della Raggi e di Calenda. I sondaggisti, pur con cautela, prevedono che quegli elettori sceglieranno Gualtieri. Così chi ha avuto più voti in un confronto aperto, perderebbe in un sfida a due, dove a decidere sarebbero gli sconfitti del primo turno. C’è anche un’altra partita dentro il centrodestra. Come saranno modificati gli equilibri interni.

La Lega, che su Roma ha puntato molto, che risultato avrà? Una partita che si ripeterà a Milano. Scontato che Fratelli d’Italia dovrebbe avere la meglio a Roma, ma se la Lega dovesse arretrare molto rispetto alle Europee, per Salvini sarebbe un problema. Se poi al Sud, Napoli e Calabria, ci dovesse essere un arretramento consistente, in discussione potrebbe entrare la politica di Salvini, che ha cercato di fare del suo un partito nazionale.

Ogni previsione sul Quirinale, sulla durata della legislatura, sull’eventuale anticipo delle elezioni, in parte dipenderanno da questi risultati amministrativi.

Il Pd invece verificherà gli effetti della cura Letta che punta molto su una alleanza organica con i 5Stelle. Rischia di uscire drasticamente ridimensionato il partito di Conte. Sarà tentato dall’anticipo del voto? Tutti, comunque dovranno fare i conti con i parlamentari. Con la riforma, che entrerà in vigore con le prossime elezioni, ci sarà un terzo di eletti in meno. Cioè sarà molto più complicato tornare in Parlamento per gli attuali deputati e senatori. I partiti, con la sola eccezione di Fratelli d’Italia, avranno pochi posti da offrire. A volte più che la politica, è la paura di tornare a casa, ad avere la meglio.

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