L’Aquila, addio all’architetto Giuseppe Santoro

L’AQUILA – È venuto a mancare l’architetto Giuseppe Santoro, il ricordo di Goffredo Palmerini e il cordoglio del sindaco Biondi.
“Con profondi dolore e tristezza ho appreso della scomparsa dell’architetto Giuseppe Santoro“. Così il sindaco Pierluigi Biondi, che sottolinea: “Una personalità straordinaria della nostra città, che perde un uomo di cultura, per bene, che ha segnato un pezzo importante della sua storia. Allievo di una delle icone dell’architettura e dell’urbanistica italiana, Bruno Zevi, nonché amico dell’artista Mario Schifano, a Santoro sono legate, solo a titolo di esempio, le progettazioni del Teatro Comunale e del Ridotto, della sede Ance dell’Aquila o di quella dell’ambasciata italiana ad Ottawa. Competenze e passioni, trasmesse a generazioni di studenti nel pluriennale percorso di insegnante, e che ha continuato a coltivare nel tempo. Ricordo nitidamente la sua ricca esposizione di opere e tele, in mostra durante la Perdonanza 2018 a Palazzo Lucentini-Bonanni: una testimonianza del suo immenso amore per l’arte, la sperimentazione e la bellezza, cui si dedicava anche nel suo buen retiro di Castelvecchio Calvisio. Un sentimento che non hai mai smesso di testimoniare nei confronti della moglie Gabriella e dei figli Chiara, Ilaria e Federico ai quali, a titolo della Municipalità aquilana, e mio personale, porgo le più sentite condoglianze”.
Giuseppe Santoro, il ricordo di Goffredo Palmerini.
“Con viva commozione apprendo la triste notizia della scomparsa dell’architetto Giuseppe Santoro. Professionista di grande valore, formatosi alla scuola di insigni maestri, una straordinaria affabilità, gentilezza e attitudine dialogica, ha dato espressione alla più alta cultura del restauro, sia che interessasse il centro storico dell’Aquila o la costellazione dei borghi che nel 1254 contribuirono alla fondazione della civitas nova, verso i quali ha avuto sempre particolare predilezione. Rilevante la sua partecipazione e il contributo reso alla vita civile e culturale della nostra città, alla quale ha reso con grande sensibilità il suo contributo intellettuale. Ne sono testimone, per tutti gli anni che vissuto a Palazzo Margherita. Era un piacere incontrarlo e poter conversare con lui. La signorilità del tratto e la profondità di pensiero hanno sempre accompagnato la sua vita professionale e sociale. Un vero gentiluomo. Ha coltivato per una intera vita una passione intensa per il disegno d’arte (matita e sanguigna) e soprattutto per la pittura (acquerello, olio, acrilico). Me ne accorsi qualche anno fa quando entrai nella sua bella casa in via Garibaldi. Una passione intensa e uno straordinario talento per la pittura la sua, rimasta intima fino a tre anni fa, quando con un’inattesa epifania la condivise con la Città in una bella e magnifica esposizione antologica nel cortile del palazzo Lucentini Bonanni. Un significativo saggio della sua produzione artistica di 80 anni, fino ad allora tenuta nella discrezione familiare”.
“Esprimo con affetto alla signora Gabriella e ai figli – Chiara, Ilaria e Federico – i sentimenti di partecipazione per la sua scomparsa, grato a Peppe per quanto ha dato con generosità alla Città, rinvigorendo antiche tradizioni e prestando la sua opera in numerose circostanze, tra queste la progettazione delle scene della natività per il Presepe vivente di Pianola, utilizzate per la realizzazione del villaggio che ogni anno fa da cornice alla suggestiva rappresentazione”.