Sanita'

Covid 19, vaccini consigliati anche in gravidanza

Donne in gravidanza e vaccino anti Covid: perchè è consigliato farlo. Facciamo chiarezza insieme al ginecologo Alfonso Tiberi e al professore Franco Lisi.

Durante la terza ondata di Covid 19, un numero crescente di donne in gravidanza ha sviluppato infezione sintomatica severa, tale da richiedere un livello di cura intensiva (CPAP, intubazione oro- tracheale e ventilazione meccanica), con potenziale rischio di parto prematuro.

Per questo motivo i ginecologi hanno lanciato l’allarme proprio in questi giorni: due donne in gravidanza su tre non hanno assunto il vaccino anti Covid per paura di possibili eventi avversi sul bambino, esponendosi così a un grave rischio, come dimostra la tragedia della 28enne non immunizzata che, a Santa Maria Capua Vetere, è morta dopo il parto.

Non solo, è raddoppiato il numero di nati prematuri. Nonostante ciò il 7 settembre scorso al centro vaccinale di piazzale Roma, a Venezia, una donna al terzo trimestre di gravidanza si è vista negare l’anti Covid.

Come riporta Il Corriere, uno dei medici in servizio l’ha esortata a farsi prima redigere dal ginecologo di fiducia un’attestazione di buona salute, sua e del feto, per poter poi procedere in tranquillità. E lei si è fatta mettere nero su bianco questa richiesta dal dottore dell’hub: “Si richiede il certificato del ginecologo che segue la signora… per poter procedere alla vaccinazione anti-Covid, come da decisione dei medici vaccinatori in caso di gravidanza”.

Una grande confusione insomma, anche perchè non provvedimenti ufficiali in tal senso emessi dalla categoria e nemmeno dalle Usl o dal ministero della Salute, nella quale districarsi e trovare una posizione ufficiale e univoca è praticamente impossibile.

Cosa dice l’Aifa sul vaccino anti Covid in gravidanza

“I dati sull’uso dei vaccini anti Covid 19 durante la gravidanza e in allattamento sono tuttora molto limitati, tuttavia studi di laboratorio su modelli animali non hanno mostrato effetti dannosi”, è quanto si legge sulle Faq dell’Agenzia italiana del farmaco.

“In particolare, i vaccini non sono controindicati e non escludono a priori le donne in gravidanza dalla vaccinazione, perché la gravidanza, soprattutto se combinata con altri fattori di rischio come il diabete, le malattie cardiovascolari e l’obesità, potrebbe renderle maggiormente esposte a rischi in caso di malattia COVID-19 grave”, conclude l’Aifa.

IlCapoluogo con il supporto di 2 esperti ha cercato di fare chiarezza e fugare dubbi in merito al vaccino in gravidanza: “non ci sono problemi e pericoli per mamma e feto. Il vaccino si può, anzi in alcuni casi si deve proprio fare”, questa la linea del dottore Alfonso Tiberi, ginecologo aquilano con esperienza ultra 30ennale, responsabile dei consultori assistenza area L’Aquila della Asl 1 e coordinatore di linea di attività consultoriale aziendale Asl 1 e del professore Franco Lisi, responsabile del centro riproduzione assistita dell’ospedale San Salvatore.

Sì al vaccino Covid in gravidanza: “Servono chiarezza e una presa di posizione ufficiale”

Lisi sottolinea come la ricerca della gravidanza, “non sia una controindicazione alla vaccinazione, non inficia la capacità riproduttiva o la fertilità. La donna che sta cercando di avere un bambino deve vaccinarsi, anche e soprattutto la donna che sta per sottoporsi o ha in programma un intervento per la riproduzione assistita”.

Per evitare confusione, secondo Tiberi, “Come prima cosa avremmo bisogno di una presa di posizione unica e ufficiale, indispensabile perchè ogni giorno esce una notizia diversa. Fondamentalmente risulta difficile prendersi una responsabilità in merito“.

Quale vaccino fare? Le società che hanno valutato non lo specificano.

Pfizer e Moderna sono gli unici somministrati alle pazienti sotto i 50 anni, “bisogna sapere – chiarisce Tiberi – che non è possibile che i frammenti di Rna Messaggero possano trasmettersi al feto o passare attraverso il latte”.

Il Center for diseases control and prevention praticamente ha sottolineato che i vaccini ad Mrna non interagiscono con il dna materno. “Il vaccino con vettore virale non replicante che utilizza un vettore attivato è stato già usato e somministrato in passato come nel caso dell’ebola. In considerazione di queste caratteristiche, non ci sono rischi nemmeno per i feti o i neonati. È evidente che per una risposta definitiva sia necessario un follow up più approfondito”.

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