L'intervista

Simone Farina, il calcio, il coraggio e la nuova vita: ora un progetto per i bambini di Civita d’Antino

Simone Farina dieci anni dopo. Il calcio giocato, la denuncia e l'inchiesta sul calcio scommesse. Poi i ruoli FIFA e in FIGC. Ora, il 'ritorno' a Civita d'Antino: "Sogno un campus estivo che coinvolga tutti i bambini del territorio".

CIVITA D’ANTINO – Simone Farina dieci anni dopo.

I primi calci ad un pallone li ha dati nel cuore della Valle Roveto, Simone Farina, sul campetto di cemento di Santa Maria, a Civita d’Antino, poi nella Capitale. Da lì è arrivato lontano, soprattutto fuori dal terreno di gioco. Molti lo ricordano come colui che denunciò un tentativo di combine nel Campionato di Serie B.

Era il 2011.

Incontriamo l’ex calciatore e attuale direttore generale di un’agenzia svizzera di giocatori proprio nel piccolo borgo della Marsica. Si allena ogni mattina, partecipa al Palio dei Rioni – torneo di calcetto che è ormai un evento istituzionale per i giovani del posto e per quanti a Civita tornano ogni estate – e si mette a disposizione di tutti, soprattutto dei bambini.

Dopo il Covid e un anno e mezzo di difficoltà, distanze, mascherine e limitazioni, Civita d’Antino ha vissuto, in una giornata di fine agosto, un pomeriggio di sport e sorrisi. Al centro dell’evento proprio Simone Farina, tornato nel suo paese d’origine dopo 23 anni.

Un mini torneo con i bambini del posto, divisi in base alle età, e un discreto pubblico a fare il tifo. ‘Ultras’ per un giorno i genitori dei piccoli calciatori. Risate, divertimento, spirito di squadra e voglia di condividere la passione per il calcio non sono mancati. Ma adesso, Simone Farina non vuole fermarsi e vuole che, da questo primo torneo – organizzato con la collaborazione di Germana Valentini e Simone Di Cesare – nasca un progetto dedicato interamente ai bambini:

“Vorrei partire, già dal prossimo anno, con un Campus estivo per tutti i bambini di Civita d’Antino. Un progetto che ha l’obiettivo di promuovere lo sport tra i giovanissimi e, con esso, i valori sani che il calcio porta con sé. Lo sport, insomma, per crescere insieme, nella splendida cornice di Civita”. 

Non tutti ricorderanno Simone Farina. Oggi ha 39 anni e dieci anni fa si è reinventato.

L’intervista rilasciata in esclusiva alla redazione del Capoluogo. 

Simone faceva il calciatore. Cresciuto nelle giovanili della Roma, è arrivato a vestire la maglia del Gubbio, in Serie B. E proprio alla vigilia di un match di Coppa Italia (la partita Gubbio – Cesena ndr) gli viene proposta un’importante somma di denaro da dividere con alcuni compagni di squadra, a patto che avessero truccato il match. Da lì il rifiuto della proposta e la denuncia, che fa scattare il secondo filone dell’inchiesta sul calcio scommesse, denominata Operazione Last Bet”.

Da allora seguirono l’invito dell’allora Ct della nazionale di calcio italiana, Cesare Prandelli, al raduno azzurro in vista di Euro 2012 e l’invito dell’allora Presidente Fifa, Joseph Blatter, alla cerimonia di premiazione per il Pallone d’Oro, edizione 2011, a Zurigo, con la consegna simbolica di un gagliardetto. Blatter, in occasione dell’incontro, dichiarò:

«Vorrei presentarvi questo giocatore che ha avuto il coraggio di dire no a chi voleva manipolare una partita e ha fatto scoprire una nuova rete criminale. Se tutti facessero così potremmo vedere un futuro migliore».

Il 26 gennaio 2012 l’allora presidente della Lega Serie B, Andrea Abodi, gli conferisce il premio fair play “Cartellino Viola”. Proprio nel 2012, però, per Simone Farina arriva il ritiro dal calcio giocato. Mentre nel 2013 viene nominato Consigliere del settore giovanile scolastico della FIGC. 

Poi?

“Inutile negare che l’episodio della denuncia ha cambiato la mia vita. Sono arrivato al ritiro e sono passato a ruoli nella FIFA, come ambasciatore del Fair Play e con il compito di strutturare Training Programm per le Federazioni, su come combattere il Calcio Scommesse. Ruoli che mi hanno portato a viaggiare molto. Poi, c’è stata l’esperienza nel settore giovanile dell’Aston Villa e nel Marketing Communication. Fino ad arrivare allo scouting. Ad oggi mi occupo a 360 gradi della mia agenzia. Mentre ho trascorso gli ultimi tre anni nello staff tecnico del Leeds United. Di base vivo in Inghilterra, ma sono sempre in viaggio per motivi lavorativi e mi appoggio spesso anche a Roma, la città della mia famiglia”. 

Non solo, perché Simone Farina – pur avendo appeso gli scarpini al chiodo a livello professionistico – è sempre rimasto protagonista del mondo del calcio, anche dopo aver visto i riflettori spegnersi. Sì.. perché, come spesso accade, dopo un primo boom mediatico, nell’immediato post denuncia, in molti hanno impiegato poco tempo per dimenticare questa storia.

Intanto oggi, Simone, annuncia di voler fare qualcosa di bello per il suo paese natale, Civita d’Antino.

“Civita mi ha dato tanto e io voglio fare qualcosa per la comunità. Organizzare un campus sarebbe bellissimo, soprattutto se riuscirò a promuovere l’iniziativa coinvolgendo i ragazzi della mia età. Stiamo pensando ad un evento interamente dedicato ai bambini, ma che sappia al tempo stesso valorizzare il borgo. L’idea, però, non è quella di fare un solo campus, ma di sviluppare un progetto a lungo termine, che si rinnovi e cresca di anno in anno. Un campus che quindi, nel tempo, si arricchisca di ulteriori iniziative: dalle camminate in montagna, alle passeggiate a cavallo. Partiremo dal calcio: vedremo come andrà il primo campus e – sperando che ci sarà una buona risposta – studieremo di volta in volta nuovi eventi da inserire nell’iniziativa”. 

Allora buona fortuna a Simone Farina e ai piccoli calciatori in erba di Civita d’Antino, con l’augurio di continuare a cullare il sogno di arrivare lontano. Non solo e non per forza calcando campi di calcio.

 

 

 

Foto copertina: Tv2000

 

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