Fedez, querela da Pietro Maso per diffamazione aggravata

28 settembre 2021 | 17:15
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Fedez, querela da Pietro Maso per diffamazione aggravata

Niente diritto all’oblio per Pietro Maso? Fedez cita nome e cognome nel verso di un brano. Maso passa alle vie legali. L’intervista all’avvocato di Maso.

Il brano della discordia di Fedez e Tha Supreme è No Game Freestyle: il videoclip è uscito lo scorso 28 maggio. Il verso ‘incriminato’ Flow delicato, pietre di raso, saluti a famiglia da Pietro Maso”. Una citazione letterale, nome e cognome, che non è passata inosservata, soprattutto al diretto interessato, Pietro Maso appunto.

Il brano è un feat tra Fedez e Tha Supreme e fa riferimento agli episodi che hanno reso tristemente noto Pietro Maso per i fatti di cronaca degli anni ’90, quando Maso, allora ventenne, uccise entrambi i genitori.

“Oggi il mio assistito è attualmente un uomo libero ed essersi ritrovato – con nome e cognome – in un brano in cui è assolutamente identificabile, con riferimenti a quel fatto di cronaca, lo ha visto suo malgrado di nuovo chiamato in causa. Quindi abbiamo proceduto prima ad una diffida e poi ad una denuncia alla Procura della Repubblica di Roma per diffamazione aggravata”.

Ci spiega l’avvocato penalista di Maso, Alessio Pomponi, ascoltato dalla redazione.

Pietro Maso, protagonista di uno dei casi di cronaca nera più famosi degli ultimi 30 anni, si macchiò di duplice omicidio, quello dei suoi genitori, il 17 aprile del 1991.

Li uccise per appropriarsi della sua parte di eredità. Gli fu inflitta una pena di 30 anni di carcere, ma è tornato libero nel 2015, pur restando interdetto dai pubblici uffici in perpetuo per la gravità del reato commesso.

Oggi Pietro Maso ha 50 anni ed è di nuovo libero da tempo, ma la citazione letterale nel brano No Game Freestyle cozza con il principio, giuridicamente riconosciuto, del Diritto all’Oblio. Un ‘problema’, questo, che – con l’informazione ormai diffusa sempre più capillarmente attraverso il web – risulta di difficile soluzione.

Tramite articoli online, infatti, si dà spazio a vicende giudiziarie che restano, potenzialmente, disponibili per sempre in rete. In questo modo, però, si mina lungamente la reputazione di una persona, probabilmente senza la stessa puntualità di comunicazione e pubblicazione di notizie che riguardano eventuali assoluzioni dello stesso imputato, di cui si è precedentemente lesa l’immagine.

La macchia resta, come una moderna e tecnologica lettera scarlatta, virtuale sì, ma visibile a chiunque.

A chiunque, ad esempio, digiti su Google il nome e il cognome della persona di cui interessa trovare informazioni.

Nel caso specifico della citazione di Pietro Maso nel brano di Fedez e Tha Supreme, prodotto da Youngmiles, viene a mancare il diritto all’oblio per Maso, il quale si ritrova parte di un brano che allude a fatti per i quali l’oggi 50enne ha pagato il suo conto con la giustizia. Fatti che, quindi, restano quello che sono, ma che dovrebbero veder rispettato il Diritto all’Oblio, cioè: ‘un diritto alla cancellazione dei propri dati personali in forma rafforzata’.

fedez credit adnkronos

Da qui prima l’esposto contro l’artista, Fedez, quindi la denuncia per diffamazione presentata da Pietro Maso.

Gli atti, al momento, sono sottoposti a segreto istruttorio. Il procedimento sarà adesso all’attenzione del Pubblico Ministero, di cui si dovranno attendere le valutazioni sull’esercizio dell’azione penale.