Da cane da pecora a pastore abruzzese, la Giunta regionale approva la modifica

1 ottobre 2021 | 13:48
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Da cane da pecora a pastore abruzzese, la Giunta regionale approva la modifica

La Giunta regionale approva la modifica della denominazione per il pastore abruzzese. Liris: “Onore ad autentica icona della nostra terra”.

La giunta regionale dell’Abruzzo, su proposta dell’assessore alle Aree interne Guido Liris, ha approvato la modifica della denominazione del celebre guardiano delle greggi da “Cane da pecora abruzzese” o “mastino abruzzese” in “Cane da Pastore Abruzzese”. “È un risultato che rende onore a un’autentica icona della nostra regione”, afferma l’assessore, “storicamente associata alla pratica della pastorizia che per secoli ha rappresentato la spina dorsale dell’economia della montagna e delle aree interne in generale. La politica deve stare dalla parte di chi lotta per la tradizione e il rispetto di ciò che appartiene all’Abruzzo”, aggiunge. “Insieme agli allevatori e al circolo Cpma (Circolo del pastore maremmano abruzzese) faremo questa battaglia al livello nazione perché è giusto che l’Abruzzo ottenga ciò che storicamente gli è sempre appartenuto. Il canis pastoralis o pequarius (‘pecoraio’) dal pelo bianco, di cui scrivevano già in età romana Catone, Columella, Varrone e Palladio, ha continuato a svolgere indisturbato le sue mansioni di guardiano di greggi nel corso dei secoli, senza mai allontanarsi dall’appennino centro-meridionale dove aveva fatto specie a sé”, ricorda l’assessore Liris, che ringrazia anche l’assessore al Turismo Daniele D’Amario che ha sostenuto la proposta.

Il cane pastore abruzzese era stato riconosciuto patrimonio culturale da una legge nazionale nel 2019, che recitava: “Il cane bianco italiano da custodia delle greggi, capolavoro della collettiva e plurimillenaria opera di selezione genetica delle genti della montagna abruzzese, è stato ed è elemento insostituibile nell’attività armentaria ecocompatibile della tradizione pastorale abruzzese”.

La delibera licenziata oggi dall’esecutivo regionale modifica la legge regionale n.21 del 9 luglio 2016, sostituendo l’attuale denominazione di “Cane da pecora abruzzese” o “mastino abruzzese” in “Cane da Pastore Abruzzese”, tutelando il valore della razza canina e la sua identità considerando la sua storicità e al suo territorio di provenienza. “La terminologia ‘mastino’ infatti, benché usata”, si legge nella relazione illustrativa del disegno di legge, “è da considerarsi desueta e, soprattutto fonte di forte confusione, avendo ormai la cinofilia individuato nei mastini i cani di impronta molossoide, che poco hanno a che vedere con la funzione del cane bianco da pecora”.

“Peraltro, il 19 marzo 2017 anche l’Assemblea generale dei soci del Cpma, unica associazione riconosciuta dall’Ente Nazionale della Cinofilia per la tutela della razza, ha formalmente richiesto la modifica del nome ufficiale della razza da ‘Cane da Pastore Maremmano Abruzzese’ in ‘Cane da Pastore Abruzzese’, confermando che quest’ultima sia la denominazione maggiormente indicata per individuarne correttamente la funzione e l’origine. Il 31 ottobre 2019”, ripercorre la relazione, “è stato sottoscritto un documento con il quale anche i gruppi cinofili abruzzesi Enci, prestavano il proprio appoggio e sostegno all’iniziativa posta in essere dal Cpma. L’uso della terminologia ‘mastino’ appare quindi anacronistico e non corretto”.

Giunta regionale, gli altri provvedimenti approvati.

La Giunta regionale, nell’odierna seduta, in merito alla Carta di Localizzazione dei Pericoli da Valanga (C.L.P.V.), contenente la localizzazione delle aree che presentano pericoli potenziali di caduta valanghe”, ha proceduto all’approvazione di alcune integrazioni. Nel dettaglio, è stato specificato che la Carta di Localizzazione dei Pericoli da Valanga -Massiccio del Gran Sasso D’Italia settore occidentale, oggetto di alcune deliberazioni risalenti al 2017, viene superata dalla Carta di Localizzazione dei Pericoli da Valanga rappresentativa dell’intero Abruzzo dalla data della sua approvazione che è del 13 settembre scorso.

Via libera allo schema di contratto per l’affidamento in concessione della gestione operativa dei nodi logistici regionali, relativo all’Affidamento in concessione della gestione operativa del Centro di Smistamento Merci della Marsica (C.S.M.M.) ubicato nel Comune di Avezzano.

L’Esecutivo regionale ha stabilito anche l’ulteriore proroga dei termini per la presentazione dei Piani di Utilizzazione Agronomica (PUA). Dati i tempi dettati dalla necessaria interazione della ditta aggiudicataria della gara d’appalto per l’acquisizione di una piattaforma informatica per gestire gli adempimenti legati all’agricoltura ecocompatibile e al regime di condizionalità, con il Servizio Informatica e Statistica della Regione Abruzzo, era stato già prorogato, in precedenza, il termine per la presentazione dei PUA (Piani di Utilizzazione Agronomica) al 30 settembre 2021, senza soluzione di continuità, a valere esclusivamente per l’annata agraria 2020/2021.

Tuttavia, impedimenti di varia natura nel frattempo insorti, dovuti principalmente all’importazione all’interno della nuova piattaforma dei dati dei fascicoli aziendali dal Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN), indispensabili per la piena funzionalità del software medesimo, non hanno posto oggettivamente le aziende obbligate alla presentazione dei PUA nelle condizioni di poter rispettare il termine del 30 settembre 2021. Per tale motivo, al fine di fornire alle aziende un intervallo di tempo adeguato per la compilazione e la successiva presentazione di detti Piani, si è ritenuto di disporre un’ulteriore proroga del termine per la presentazione dei PUA al 29 ottobre 2021, senza soluzione di continuità, a valere esclusivamente per l’annata agraria 2020/2021.

Disco verde all’assegnazione suppletiva di carburanti agricoli fiscalmente agevolati in favore di imprenditori agricoli del comprensorio del Fucino per l’anomalo andamento climatico caratterizzato da prolungata siccità, come descritto nel relativo rapporto informativo, entro la misura massima del 15% per le culture praticate e l’area delimitata specificata nello stesso rapporto informativo.

In relazione al Masterplan per l’Abruzzo (Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020: Piano per il Mezzogiorno) e, nello specifico, riguardo all’intervento sulle infrastrutture funzionali alla valorizzazione turistica delle stazioni invernali Passolanciano-Majelletta”, è stata autorizzata la variazione della modifica dell’intervento di recupero edilizio di un edificio polivalente situato a Passolanciano, con l’ARAP in veste di Soggetto Attuatore. In proposito, è stato stabilito che, nella demolizione del fabbricato esistente con successiva ricostruzione, ritenuta economicamente più conveniente dalla stima dei progettisti, siano recuperati e riusati i paramenti ed i conci in pietra bianca della Majella nel solco della tradizione architettonica legata all’uso della “pietra bianca della Majella”.

Adottate anche linee di indirizzo per il potenziamento della promozione e commercializzazione del Brand Abruzzo nei mercati di riferimento collegabili alle rotte aeree nazionali ed internazionali. La Regione Abruzzo, in continuità e in coerenza con le azioni di promozione dell’immagine del territorio con le strategie di posizionamento del prodotto turistico regionale, intende sviluppare interventi di promozione di comunicazione, con lo scopo di sostenere e di implementare i flussi turistici nei mercati di riferimento attraverso compagnie aeree nazionali ed estere, ricorrendo ad una procedura di evidenza pubblica, per la selezione di compagnie aeree nazionali o estere, per la realizzazione di un progetto comune di promozione e commercializzazione del Brand Abruzzo nei mercati di riferimento di durata triennale per un importo complessivo a base di gara di 1milione 4700mila euro. In questo modo, si provvederà a dare continuità all’azione di promozione già avviata ad inizio 2020 e prorogata a marzo 2020 e poi revocata a causa della pandemia da Covid.

Infine, approvate le linee di indirizzo per l’erogazione di contributi in favore di maestri di sci e scuole di sci colpiti dalla crisi da Covid-19, per la mancata apertura al pubblico dei comprensori sciistici nella stagione invernale 2020/2021. Il fatturato di cui si parla nella proposta trasmessa dal Collegio regionale dei maestri di sci è unicamente quello che deriva dalle attività didattiche provenienti dalle lezioni e dai corsi di sci alpino e nordico e snowboard e non anche da servizi e attività strumentali al completamento dell’offerta della scuola di sci.