12 anni dopo

La Torre Medicea torna a svettare su Santo Stefano di Sessanio: ogni pezzo è tornato al suo posto

Santo Stefano è pronto, dodici anni dopo, a riabbracciare la sua Torre Medicea, che il sisma aveva quasi completamente distrutto. Tutte le parti recuperate dopo i crolli sono state conservate e rimesse in opera. Scopriamo i lavori

Non ne era rimasto quasi più niente, salvo una parte muraria, nel mezzo di un panorama cancellato all’improvviso. La Torre Medicea di Santo Stefano di Sessanio risorge, dodici anni dopo. Maestosa, fiera, in tutta la sua storia: grazie ad un’opera di ricostruzione meticolosa. Ogni pezzo è tornato al suo posto, dopo un’attenta e gelosa conservazione.

Ha cancellato via il simbolo di Santo Stefano di Sessanio, il terremoto, con la sua furia distruttiva, quel maledetto 6 aprile 2009. Lo ha fatto per 12 lunghi anni. Ma non poteva cancellarne alcuna traccia troppo a lungo. Ed oggi, la Torre Medicea è finalmente rinata: venerdì sarà il giorno dell’inaugurazione. Un momento speciale, perché la comunità di Santo Stefano riabbraccerà il pezzo più prezioso della sua memoria storica, che tornerà a svettare sul borgo aquilano e sull’intero territorio circostante.

L’evento inaugurale, denominato “Giornata della rinascita”, inizierà alle ore 10 con il raduno in Largo Palatucci. Per l’occasione, prevista la presenza insieme al sindaco Fabio Santavicca, del Capo Dipartimento di Protezione Civile, Fabrizio Curcio, il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, il Capo Dipartimento di Casa Italia, Elisa Grande, Raffaello Fico, titolare dell’USRC, Giovanni Legnini, Commissario Straordinario per la Ricostruzione sisma Centro Italia, l’onorevole Gianni Letta, Carlo Presenti, Struttura di Missione Sisma 2009 e Bruno Gori, progettista e direttore dei lavori. Alle 13 è prevista la benedizione della Torre Medicea, da parte di S.E. monsignor Fusco, vescovo di Sulmona-Valva.

Il Capoluogo ripercorre le fasi che hanno caratterizzato l’intervento di ricostruzione, insieme all’ingegner Domenico Gioia, Responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Santo Stefano di Sessanio e responsabile del procedimento per i lavori di ricostruzione della Torre Medicea.

In foto l’Ing. Domenico Gioia, Responsabile Unico del Procedimento e Responsabile ufficio tecnico comunale, l’ing. Fabio Santavicca, Sindaco Santo Stefano di Sessanio (al centro), Arch. Bruno Gori progettista e direttore lavori

 

“In seguito al sisma del 2009 – ricorda l’ingegner Gioia – la Torre medicea è quasi completamente crollata. In piedi restava soltanto una parte muraria di altezza variabile, dai circa 3 metri e 50 a 3 metri e 80″.

“È stato necessario, logicamente, intervenire, nell’immediato post sisma, mettendo in sicurezza quanto restava della struttura. Si è proceduto, quindi, a rimuovere le porzioni di muratura a rischio crollo, che avrebbero potuto costituire un pericolo per la pubblica incolumità. Inoltre, è stata realizzata una protezione nella parte sommitale della Torre.

Un intervento, questo, che era finalizzato a mettere in sicurezza l’edificio, pesantemente danneggiato, in attesa che si procedesse all’iter per dare il via ai lavori di ricostruzione.

Il materiale recuperato dalla Torre danneggiata è stato conservato accuratamente, sistemato in un sito comunale apposito, in attesa di poter riutilizzarlo nell’opera di ricostruzione della Torre medicea. I lavori di ricostruzione, partiti nel luglio del 2018, sono durati 3 anni. Nel mezzo c’è stata qualche inevitabile sospensione e alcuni rallentamenti: in parte nei periodi invernali, in parte causa pandemia. Le operazioni sono state eseguite dall’impresa Fracassa”.

Per i lavori di ricostruzione dall’USRC è arrivato un finanziamento di 1 milione e 105mila euro.

“La particolarità dell’intervento di ricostruzione è stato il riutilizzo dei materiali recuperati, che permetterà, in questo modo, di restituire una Torre medicea nei suoi materiali originari. Sono stati rimessi in opera conci di pietra delle murature, parti lapidee, mensole, così come gli imbotti di porte e finestre. Inoltre, sono stati adottati tecniche e materiali strutturali compatibili , coadiuvanti da diaconi, cerchiature e tirantature: tutto questo, per spiegarne la funzione in parole povere, ha lo scopo di garantire staticità all’intero involucro strutturale della torre”.

“Ora – conclude l’ingegner Domenico Gioia – siamo pronti per la riapertura. Questa ricostruzione ha assunto i caratteri di un’opera di istituzione e di riproduzione della memoria per il territorio di Santo Stefano di Sessanio. La riedificazione della torre è stato sicuramente il passo più significativo per il recupero del patrimonio storico architettonico del comune”.

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