Maltrattamenti e minacce, la Corte d’appello dell’Aquila assolve due maestre

13 ottobre 2021 | 12:56
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Maltrattamenti e minacce, la Corte d’appello dell’Aquila assolve due maestre

Si conclude con l’assoluzione delle due maestre la vicenda dei maltrattamenti denunciati alla scuola elementare di Cupello. I fatti risalgono al 2012.

Assolte dal reato di minaccia perché “il fatto non sussiste”, con riqualifica del capo d’imputazione sui maltrattamenti: ci fu, in realtà, “abuso di correzione”.

Erano state condannate a due anni e a un anno e 9 mesi le due maestre accusate di maltrattamenti e minacce ai danni di due studenti delle elementari di Cupello, in provincia di Chieti. La vicenda risale al 9 anni fa, precisamente al mese di giugno 2012: uno dei bambini, all’epoca frequentante la terza elementare, comunicò a sua madre di “voler morire”. Il piccolo aveva problemi di dislessia, ma invece di essere aiutato sarebbe stato deriso da una delle maestre. Comportamento simile sarebbe stato poi adottato anche nei confronti di un altro alunno, originario di Napoli.

Le indagini svolte sugli accaduti, scattate dopo la denuncia dei genitori, si sono avvalse anche delle intercettazioni ambientali.

Le insegnanti sono state, poi, rinviate a giudizio dal GUP di Vasto, nell’aprile 2013. Mentre nel dicembre dello stesso anno il Giudice del Lavoro ha annullato il provvedimento disciplinare per una delle due maestre coinvolte nella vicenda.

A gennaio 2018 arriva la condanna in primo grado alle insegnanti, rispettivamente a 2 anni ed un anno e 9 mesi, emessa dal Tribunale di Vasto, in composizione monocratica. C’è anche una terza condanna, al Miur, a risarcire in sede civile le famiglie dei bambini maltrattati.

A stravolgere l’esito della vicenda arriva, però, la sentenza della Corte d’Appello dell’Aquila, dell’11 ottobre 2021. Legale di fiducia di una delle maestre l’avvocato Michela Scafetta.

Entrambe sono state assolte dal reato di minaccia – in quanto “il fatto non sussiste”, con conseguente riqualifica dei fatti relativi al secondo capo d’imputazione per maltrattamenti, riconoscendo invece l’abuso di mezzi di correzione. Per questo secondo capo d’accusa, pur riconosciuto, il Tribunale ha dichiarato il non luogo a procedere, perché oggi prescritto.