L'editoriale

Green pass e manifestazioni, giorni di fuoco

Si avvicina la deadline sull'obbligo di Green pass sul posto di lavoro. Timori per le proteste annunciate.

Si avvicina la deadline sull’obbligo di Green pass sul posto di lavoro. Timori per le proteste annunciate.

Scatta l’obbligo del green pass nei posti di lavoro, ma circa 3 milioni di persone non sono vaccinate e l’accesso ai tamponi appare particolarmente difficoltoso. Allora cosa accadrà? Prevedibili le assenze, ma il rischio è che il fenomeno possa avere conseguenze serie nelle attività produttive. A Trieste e forse anche a Genova c’è il rischio che possano essere bloccate le attività portuali. Timori nel mondo della logistica,  potrebbero mancare i rifornimenti. Il timore è che la situazione possa protrarsi a lungo con il contorno di manifestazioni di proteste che, come dimostrano i fatti di Roma possono avere dei risvolti violenti. L’arresto di alcuni dirigenti di Forza Nuova non spegne i timori del Viminale. Preoccupa l’annuncio che sabato a Roma possano esserci nuove manifestazioni. Preoccupa perché non solo potrebbero verificarsi altri episodi di violenza un po’ nello stile dei gilet gialli francesi, un appuntamento fisso il sabato pomeriggio nelle vie centrali della Capitale, con violenze e devastazioni. Saranno in grado le forze dell’ordine di isolare i violenti? Ma c’è di più, sabato pomeriggio a Roma, in piazza San Giovanni è prevista una grande manifestazione, indetta dai sindacati, per protestare contro la devastazione della sede della Cgil.  Il rischio che i contestatori no vax possano venire in contatto con la piazza sindacale esiste.

La piazza dei no al green pass è particolarmente agitata. Non ci sono solo i militanti di Forza Nuova a soffiare sul fuoco. A Milano e Torino sono tati i centri sociali, estrema sinistra, a mettersi in mostra. A Torino soprattutto c’è il serbatoio non proprio pacifico dei no tav, egemonizzato da estremisti di sinistra, che può mettersi alla testa della protesta sfruttando anche la rabbia di quanti non in regola con la carta verde che da venerdì non avranno stipendio.

Quelli che ci aspettano saranno due giorni di fuoco. Ci saranno le inevitabili difficoltà con l’entrata in vigore dell’obbligo e dunque dei controlli. È prevedibile che gli irriducibili si presenteranno al lavoro per essere poi non ammessi, e potrebbero non farlo singolarmente, ma in gruppo. Il rischio di incidenti è alto. Inoltre vanno prese per buone le minacce di alcuni gruppi di portuali no vaccinati. Giornate impegnative per le forze di polizia in tutta Italia. Giornate impegnative anche per il governo. La ministra Lamorgese è sotto attacco da parte di Lega e Fratelli d’Italia. Attacchi che potrebbero essere reiterati dopo questo fine settimana. Ma la questione investirà direttamente il governo e Draghi. Meloni e Salvini avevano sempre manifestato la contrarietà al green pass. Cercheranno di sfruttare la protesta? E comunque potrebbero  mettere sotto accusa l’esecutivo per eventuali errori commessi. Senza contare che la maggioranza è spaccata sulle conseguenze dell’aggressione alla Cgil.  La condanna è unanime, ma Pd e 5Stelle chiederanno con una mozione parlamentare di mettere fuori  legge Forza Nuova in base alla legge Scelba e vieta la ricostituzione del partito fascista. Il centrodestra invece propone una mozione unitaria che condanni tutte le organizzazioni violente. Si tratta di mozioni che non hanno conseguenze pratiche, ma di inviti al governo. Draghi sulla questione prende tempo. Potrebbe agire per decreto, ma in passato lo scioglimento di organizzazione neofasciste è avvenuto dopo le sentenze della magistratura.

Tutto questo fa guardare con particolare preoccupazione a quanto accadrà tra venerdì e sabato e al modo con cui sarà garantito l’ordine pubblico. Un successo nella gestione  può rafforzare il governo e rendere più agevole il confronto parlamentare. Un caso contrario Lamorgese entrerà nell’occhio del ciclone e inevitabilmente il presidente Draghi che ha sempre sostenuto il suo ministro. Sullo sfondo, anche se al momento passano in secondo piano.

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