Cuneo fiscale, più soldi in busta paga

26 ottobre 2021 | 06:04
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Cuneo fiscale, più soldi in busta paga

Cuneo fiscale: più soldi nelle prossime buste paga, anche se non per tutti. Vediamo chi potrà beneficiarne e come funziona.

L’efficacia del cuneo fiscale dipende dalle risorse effettive che verranno stanziate dal governo. A conti fatti, si tratta di una manovra importante soprattutto in un periodo storico come questo in cui, a fatica, si cerca di uscire dal pantano e dalla crisi generata dall’emergenza Coronavirus.

La manovra sul cuneo fiscale, chiariscono comunque gli esperti del settore, dovrà essere imponente. In caso contrario gli effetti saranno limitati sia sul versante dell’occupazione che su quello della spinta ai consumi.

Cuneo fiscale: come funziona

La metà degli 8 miliardi di euro che dovrebbero essere utilizzati per tagliare le tasse si concentreranno presumibilmente sul cuneo fiscale, ovvero la somma delle imposte che gravano sul costo del lavoro.

Della correzione di 3 punti sull’aliquota del 38%, tuttavia, godranno solo i redditi superiori ai 28mila euro lordi l’anno: quelli al di sotto di tale soglia non avranno vantaggi di alcun tipo, quelli fino a 40mila avranno un beneficio di 360 euro, quelli fino a 50mila di 660, quelli fino a 75mila di 810.

In cosa consiste il cuneo fiscale (fonte fondopriamo.it)

La differenza tra costo del lavoro per i datori di lavoro e stipendio netto per il lavoratore non è uguale in tutto il mondo, e dipende dal sistema fiscale e contributivo di ogni Paese.

A partire dalla seconda metà del 2020 è stato apportato un taglio al cuneo fiscale per la parte che riguarda i lavoratori, sui redditi inferiori a 40.000 euro, taglio confermato anche per il 2021.

Il cuneo fiscale è la differenza tra stipendio lordo pagato dalle aziende e importo netto percepito in busta paga dai lavoratori. Questa differenza si compone di: imposte dirette; imposte indirette; contributi previdenziali. Il cuneo fiscale è in parte a carico del datore di lavoro e in parte del lavoratore.

cuneo fiscale

(www.quotidianonazionale.it)

Dunque, il datore di lavoro esborsa l’intero importo lordo dello stipendio mensile, suddividendolo in: stipendio netto al lavoratore dipendente;
imposte all’Erario; contributi all’ente previdenziale. Il cuneo è più o meno ampio a seconda del sistema fiscale e contributivo applicato.

Se il cuneo si riduce, lo stipendio netto del lavoratore si avvicinerà all’importo lordo versato dal datore di lavoro.

L’organizzazione dei Paesi più industrializzati, come spiegato da Il Giornale, aveva già sollecitato l’Italia ad intervenire sul cuneo fiscale, il quinto più alto del mondo, oltre che un forte disincentivo a creare lavoro. Presumibile che con parte degli 8 miliardi si continui ad agire utilizzando la leva dei “trattamenti integrativi” che già oggi sono presenti nella busta paga dei lavoratori con reddito fino a 40mila euro, primi destinatari dell’intervento.

Cuneo fiscale: chi ne beneficia?

A beneficiare di tale intervento saranno solo i lavoratori del ceto medio ed i datori di lavoro, che dovranno anticipare ritenute fiscali di importo minore.

Sulla base dei dati che sono stati pubblicati dal Dipartimento delle Finanze del Mef, è possibile stimare che qualora si destinasse poco meno della metà della dote di 8 miliardi all’intervento sull’aliquota del 38% per lo scaglione 28.000/55.000, sarebbe possibile una riduzione al 35%.

Quindi, un contribuente che guadagna fino a 28mila euro lordi non avrebbe alcuna riduzione, uno che guadagna fino a 50mila euro pagherebbe circa 660 euro in meno (- 4%) ed uno che guadagna fino a 75mila euro 880 euro in meno (- 2,9%).

Bonomi, presidente Confindustria: no ai prepensionamenti, sì al taglio del cuneo fiscale

“Abbiamo necessità di una manovra che si concentri tutta su come far crescere il Paese, su come essere un moltiplicatore di Pil. Non credo che il reddito di cittadinanza o i prepensionamenti siano la strada”. Lo ha detto Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, a Napoli per il convegno dei Giovani imprenditori.

“Noi dobbiamo mettere le risorse laddove ci fanno crescere. Il taglio del cuneo fiscale mette più soldi in tasca agli italiani, io ritengo sia doveroso e qualcosa che può stimolare la domanda interna completamente ferma, non per la pandemia ma da anni. Nel 2019 già sostanzialmente avevamo il Paese fermo e se come tutti dicono nel 2022 recupereremo i livelli pre pandemia, vorrà dire che saremo 4 punti di Pil sotto il 2018. Abbiamo un reddito pro capite fermo da 20 anni, abbiamo il cuneo fiscale che è il quinto al mondo, qualcosa bisogna fare”.