Acqua, in Abruzzo troppa dispersione idrica: ma anche il cittadino deve fare la sua parte

1 novembre 2021 | 09:00
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Acqua, in Abruzzo troppa dispersione idrica: ma anche il cittadino deve fare la sua parte

Abruzzo, troppa dispersione idrica. La regione è maglia nera in Italia. Qual è il problema? “Reti vetuste e costruite con esigenze che, poi, lo sviluppo delle aree ha cambiato”. L’intervista al Presidente GSA Alessandro Piccinini.

Negli ultimi trent’anni la dispersione dell’acqua dalla rete idrica in Abruzzo è passata dal 33,8% – dato Istat del 1990 – al 55,6% datato 2018: i dati sono stati messi in luce in una recente indagine di Confartigianato. Numeri che, in buona parte, riescono a spiegare la preoccupante situazione di carenza idrica che, soprattutto negli ultimi anni, sta interessando il territorio regionale, con le province di Chieti e Pescara sempre più in difficoltà, soprattutto nelle stagioni calde.

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La situazione, del resto, non è migliorata negli anni. Basti pensare che già nel 2012, l’Istat classificava l’Abruzzo come sesta regione d’Italia per dispersione idrica, con il 42,3% dell’acqua immessa in rete che non era arrivata agli utenti finali. Ma l’ultima rilevazione (2018, appunto) pone la regione come primo posto in assoluto a livello nazionale per dispersione idrica: con una percentuale del 55,6 rispetto alla media italiana del 42%.

Abbiamo provato a capire nel dettaglio la situazione, soprattutto in provincia dell’Aquila, in un’intervista al Presidente Gran Sasso Acqua, l’avvocato Alessandro Piccinini.

“Il problema riguarda sostanzialmente tutti i gestori dei sistemi idrici italiani, chi più chi meno. Rispetto alla media nazionale, purtroppo molto più alta di quella nazionale, il territorio servito da Gran Sasso Acqua stima una perdita intorno al 40%: quindi né tra i più virtuosi, né tra i peggiori d’Abruzzo. Nella nostra regione, infatti, le criticità maggiori si riscontrano nel teatino e nel pescarese, con un brusco impatto sulle attività della popolazione”, ci spiega Piccinini.

“Va detto – precisa il Presidente GSA – che la direzione strategica dell’azienda è assolutamente concentrata sulla necessità di porre riparazione alle reti, migliorandole tutte: proprio su questo aspetto, infatti, stiamo facendo dei progetti importanti. Abbiamo molte aspettative sui fondi che potranno esserci distribuiti con il PNRR e stiamo lavorando a progetti sulle reti che potranno essere finanziati proprio grazie a queste risorse”. 

Il problema, quindi, dipende soprattutto dalla vetustà delle reti, come sottolinea Piccini. “Le reti e i materiali di cui esse sono costituite, come la ghisa, sono ovviamente diverse da quelle che si utilizzerebbero oggi. Ma i problemi sono legati anche al fatto che la portata di alcune tubature era proporzionata a zone che, nel corso degli anni, hanno avuto una grande espansione, o viceversa. Andrebbe fatto un lavoro di adeguamento approfondito”. 

“Negli ultimi anni siamo finalmente arrivati ad un’attenzione maggiore rispetto alla salvaguardia dell’ambiente e al ciclo idrico, che ne è strettamente connesso. C’è ancora tanto da fare, però: anche dal punto di vista della comunicazione. Bisogna lavorare anche dalla base e quindi diffondere la cultura del risparmio dell’acqua, parallelamente alla sensibilizzazione per ridurne lo spreco. È indispensabile che ciò avvenga. Ad esempio spesso accade, soprattutto d’estate, che la gente faccia uso dell’acqua per irrigare gli orti o i giardini: non ci si rende conto che quel comportamento va a discapito dell’ambiente, della risorsa idrica e del resto della popolazione. I gestori devono avere un atteggiamento responsabile, quindi, ma anche il singolo consumatore”. 

La cultura del non-spreco dell’acqua deve, quindi, iniziare da zero. Deve partire tra i bambini, “per questo GSA sta predisponendo un lavoro di sensibilizzazione che prevede momenti con le scuole del territorio, soprattutto tra gli studenti più piccoli. Inoltre, stiamo lavorando al rifacimento del nostro sito internet proprio a testimonianza dell’importanta che deve avere, nel nostro servizio, l’aspetto della comunicazione”.