Lega Abruzzo, cosa c’è dietro lo sgambetto dei 5 consiglieri

5 novembre 2021 | 12:23
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Lega Abruzzo, cosa c’è dietro lo sgambetto dei 5 consiglieri

Dopo lo strappo dei 5 consiglieri della Lega Abruzzo che si sono autosospesi, calma apparente in attesa delle decisioni del partito. Tra gli scenari possibili, un “riposizionamento” su base civica all’orizzonte delle prossime elezioni regionali.

Il consiglio federale della Lega, presieduto dal Segretario Matteo Salvini, che si è riunito ieri sera, ha provveduto all’unanimità ad espellere il consigliere regionale Manuele Marcovecchio per aver promosso e sostenuto iniziative politiche ed elettorali in contrasto con le decisioni del partito.

Lega, espulso il consigliere regionale d’Abruzzo Manuele Marcovecchio

È finito il momento di calma apparente che stava attraversando la Lega Abruzzo, dopo lo scossone dell’autosospensione di 5 consiglieri regionali, sui 10 eletti dalla Lega, in “aperto contrasto con la conduzione del partito da parte del segretario regionale”, il deputato aquilano Luigi D’Eramo. Ad autosospendersi, Manuele Marcovecchio, Antonietta La Porta, Fabrizio Montepara, Simone Angelosante e Antonio Di Gianvittorio, che complessivamente hanno raccolto circa 15mila preferenze alle passate elezioni regionali. Un consistente bottino elettorale, che resta radicato nel centrodestra, ma suscettibile di riposizionamenti all’interno dello scacchiere regionale. Confluiranno nel gruppo misto, o creeranno un gruppo loro? Resta, soprattutto, che faranno l’ago della bilancia per ogni questione, intervento o scelta che si vorrà far passare in consiglio.

Non si può certo dire che lo strappo dei 5 consiglieri leghisti sia stato un fulmine a ciel sereno. Se alcuni si sono aggiunti al gruppo in corso d’opera, i malumori di altri covano da tempo, almeno dal percorso che ha portato alle candidature nei comuni alle precedenti amministrative, che hanno fatto registrare un risultato sotto le aspettative per il centrodestra e soprattutto per la Lega.

A livello nazionale il Carroccio sta cercando un delicato equilibrio tra le “mozioni” di Salvini e quelle di Giorgetti, mentre a livello regionale la dicotomia si gioca ad un livello molto sotterraneo, ancora da decifrare. Se è chiaro che è sotto accusa la gestione del partito da parte del coordinatore Luigi D’Eramo, infatti, non è ancora emersa chiaramente “l’alternativa”, anche se non mancano voci a riguardo. Un “attacco al potere” della segreteria regionale che ambisce a spodestare D’Eramo al fine di gestire le candidature alla prossima tornata elettorale. Al segretario regionale di fatto spettano le scelte dei candidati parlamentari.

I consiglieri autosospesi al momento non parlano, qualcuno si limita a un laconico “non aggiungo né tolgo nulla dalla lettera”, probabilmente in attesa delle reazioni del partito, ma il tema – appunto – è stato chiaramente evidenziato nella missiva a Salvini, che parla di “talune discutibili scelte e azioni di indirizzo politico amministrativo del segretario regionale”. Da qui la “pausa di riflessione, sospendendoci al momento dal gruppo e, nel contempo, ribadendo pieno sostegno al governo regionale”.

Non a caso è stato tirato in ballo l’indirizzo politico “amministrativo”, dopo il risultato delle comunali. Emblematico in questo senso il “caso Vasto”, dove – prima dell’ufficializzazione della candidatura di Guido Giangiacomo – i due consiglieri comunali della Lega hanno lasciato il partito per appoggiare la candidatura “civica” di Alessandra Notaro. Un’operazione a cui lo stesso Marcovecchio ha guardato con favore.

La reazione di Luigi D’Eramo non si è fatta attendere: il segretario regionale, infatti, ha chiesto su Vasto la candidatura di due consiglieri regionali. Una è stata Sabrina Bocchino, risultata poi eletta, mentre la seconda candidatura, per forza di cose – visto che il vastese non ha altri rappresentanti leghisti in Regione – doveva essere appunto quella di Marcovecchio, che però sostanzialmente ha fatto finta di niente, proseguendo il suo percorso in appoggio ad Alessandra Notaro e di fatto in diretta concorrenza al primo turno con il candidato del centrodestra.

Le cose sembravano essersi parzialmente ricomposte al secondo turno, quando La Buona Stagione di Alessandra Notaro, con un accordo lampo, è andata in appoggio a Giangiacomo. Una ricomposizione solo apparente, considerato l’esito parziale della crisi, che attualmente vede i 4 consiglieri autosospesi e Marcovecchio espulso dal partito.

Ad ogni modo, inevitabile non pensare che l’attuale crisi sia stata determinata anche dai nuovi equilibri in seno al centrodestra. La Lega, infatti, ha perso “l’onda buona” che aveva nel 2019, quando ha eletto ben 10 consiglieri e quindi anche in vista delle prossime regionali ci si potrebbe aspettare un riposizionamento, sempre all’interno del centrodestra, in spazi ritenuti più consoni a eventuale rielezione. Le oltre 15mila preferenze dei consiglieri autosospesi potrebbero infatti essere una buona base per una lista d’appoggio al futuro candidato governatore. Nel medio periodo, però ci sarà da verificare come questa autosospensione si tradurrà negli equilibri in Consiglio. Se dopo l’autosospensione si giungerà all’uscita dal gruppo consiliare la partita si farà ancor più delicata, anche con l’orizzonte di un rimpasto di Giunta. Diversamente ci sarà bisogno di una ricomposizione, che però, considerati i contenuti della lettera, dovrebbe passare per un “ridimensionamento” del coordinatore regionale. Quale sarà la via d’uscita, è chiaro che dovrà essere trovata in tempi relativamente brevi. Due anni, fino alle prossime elezioni, sono evidentemente troppi da “vivere alla giornata”.