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Il Sole 24 Ore lascia Carsoli, ma il Nucleo Industriale è vivo: ora serve il rilancio

15 novembre 2021 | 07:29
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Il Sole 24 Ore lascia Carsoli, ma il Nucleo Industriale è vivo: ora serve il rilancio

Il Sole 24 Ore non stampa più le sue copie a Carsoli. Le rotative si sono fermate già da marzo 2021. Il nucleo industriale della cittadina a due passi da Roma, però, resiste: più luci che ombre, nonostante crisi.

Ne è passata di acqua sotto ai ponti da quando Il Sole 24 Ore stampava tantissime copie nello stabilimento di Carsoli: garantendo la fornitura per tutto il Centro-sud Italia. Da marzo ormai le rotative sono ferme, il servizio di stampa è stato esternalizzato. “Ora si sta completando la chiusura degli uffici rimasti: per i lavoratori si profila il trasferimento a Roma o Milano. Anche la stessa sede di Roma, inoltre, sembra destinata a un ridimensionamento. Si è ancora alla fase dell’accordo sindacale“. 

Intervistata dal Capoluogo, il sindaco di Carsoli Velia Nazzarro ripercorre le fasi più importanti che hanno coinvolto recentemente lo stabilimento de Il Sole 24 Ore nel Nucleo industriale carseolano, dipingendo la situazione attuale del polo e le prospettive future. 

L’operazione ha radici ormai datate, che risalgono approssimativamente all’inizio della crisi della carta stampata. Le vendite sono crollate, a fronte della fruizione esponenziale delle notizie tramite piattaforme web e social. “Non bisogna dimenticare, però, che – anche all’emergere dei primi segnali di crisi – l’azienda a Carsoli ha dato tantissimo, sotto tutti i punti di vista. Sia per le opportunità professionali, sia per la vicinanza mostrata al territorio. Basti pensare che, in seguito al sisma dell’Aquila, abbiamo dovuto chiudere le scuole. Il Comune di Carsoli, però, ha potuto mantenere in vita il Liceo Scientifico proprio grazie al Sole 24 Ore, che ha messo a disposizione una parte del suo stabilimento per ospitare le classi della scuola. Questo, però, a riprova di una riduzione dell’attività di stampa partita già 10 anni fa. Lì, negli spazi concessi dall’azienda, il Liceo Scientifico è rimasto per 11 anni, fino a quando – nel 2020 – abbiamo inaugurato la nuova scuola. Si è trattato di un aiuto importantissimo alla nostra comunità”.

Nonostante le difficoltà oggettive riscontrate dalle aziende, il polo industriale di Carsoli, oggi, offre uno scenario comunque positivo. La crisi economica, accentuata purtroppo dalle chiusure Covid, non ha cancellato esempi di aziende che stanno progressivamente accrescendo la propria produzione e la propria posizione sul mercato. Si pensi a Madama Oliva.

“Noi facciamo parte della Zes. Vi sono rientrate la zona industriale di Carsoli e quella di Oricola. Anche per questo, il nostro Nucleo industriale merita di essere sostenuto. Le grandi realtà sono arrivate negli anni del boom industriale, reso possibile dalla Legge 64 del 1986, che prevedeva interventi straordinari per il Mezzogiorno. Terminati però quegli incentivi e quelle agevolazioni, non c’è stata nel corso degli anni una politica rivolta a mantenere quei livelli di produttività e quel tenore di investimenti sui nostri territori. Se consideriamo, inoltre, che c’è stata la crisi economica, diverse aziende, negli anni, hanno chiuso i battenti. Per questo oggi non possiamo parlare di un Nucleo al livello di tanti anni fa, ma la possibilità della Zes ci è sembrata fin da subito la strada per tornare a dare vigore all’area: partendo da tutti quei capannoni industriali non più utilizzati“.

Può essere questo il momento storico giusto per sperare nell’arrivo di nuove e importanti risorse, in considerazione della ripartenza post Covid e dei finanziamenti straordinari dall’Europa? 

“Sicuramente sì. È un momento da sfruttare. Il nostro nucleo industriale è strategico grazie alla sua posizione: siamo vicini a Roma, la direttrice porta allo sbocco sull’Adriatico e, inoltre, ci troviamo nell’Italia centrale. Ritengo ci siano tutti i presupposti, anche storici, per ripartire. Speriamo che si possa arrivare presto a definire una concreta strategia di rilancio. A Carsoli ci sono tuttora aziende eccellenti, insieme ad altre realtà minori che sono comunque considerate eccellenze nazionali e non solo. Ogni tanto si dimentica, ad esempio, che a Carsoli c’è Leonardo. Senz’altro ci vogliono sostegni e, dal canto nostro, siamo disponibili ad attivarci e a collaborare per qualsiasi possibile forma di incentivo che promuova un rinnovato sviluppo del nostro Nucleo industriale. Un polo che non poteva restare indenne, rispetto alla crisi economica prima e alla pandemia poi. Adesso, però, è necessario ripartire”.