Il confronto

Covid19, un anno fa L’Aquila in affanno e ambulanze in coda ad Avezzano: oggi si respira

Un anno fa i dati Covid19 regionali continuavano a sfiorare i 500 contagi giornalieri. L'Abruzzo si avviava ad una lunghissima zona rossa e gli ospedali erano al collasso. Oggi non siamo fuori dalla pandemia: ma la campagna vaccinale fa vedere i suoi effetti

Covid19, 15 novembre 2020, 470 nuovi casi e 8 decessi.

Un anno fa i dati Covid19 regionali continuavano a sfiorare – quando non a superare abbondantemente – i 500 contagi giornalieri. L’Abruzzo si avviava ad una lunghissima zona rossa e gli ospedali erano al collasso. Giorni bui, soprattutto in provincia dell’Aquila. Oggi?

Covid19 ieri e oggi. Sarebbe poco indicativo della realtà dei fatti fare un confronto basato esclusivamente sui numeri. Il bollettino regionale di ieri contava 26 nuovi casi positivi e un decesso: ma basta una veloce analisi dell’andamento dei contagi, a far osservare come i numeri del lunedì – generalmente- siano ben più bassi di quelli che si registrano nei restanti giorni della settimana. Domenica 14 novembre, ad esempio, i nuovi casi Covid emersi erano 232.

Più utile, invece, fare un confronto che va al di là dei numeri. Guardiamo gli ospedali, le scuole, le RSA. Leggiamo i numeri dei ricoveri in terapia intensiva, i posti letto occupati e quelli disponibili, la gestione di eventuali focolai.

Il risultato del confronto evidenza un chiaro effetto benefico della campagna di vaccinazione massiva, mentre in Abruzzo si sta procedendo alla somministrazione delle terze dosi.

Covid19, autunno 2020: la seconda ondata mette in ginocchio la provincia dell’Aquila

L’aumento dei casi Covid, dopo un’estate segnata dalle prime ripartenze scattate a giugno, iniziò da ottobre. Il 15 ottobre 2020 Il Capoluogo raccolse l’allarme del dottor Alessandro Grimaldi, direttore del Reparto di Malattie Infettive del San Salvatore. “Non abbiamo più posti”.

Covid L’Aquila, boom di casi tra i giovani: finiti i posti al San Salvatore

L’autunno fece registrare un notevole aumento di contagi Covid tra i giovani nella provincia aquilana. Nonostante l’aumento di positività fosse stato previsto nell’intera regione, la provincia dell’Aquila non riuscì a farsi trovare preparata.

Tra le prime criticità a spaventare e preoccupare l’intero territorio provinciale, fu il grande cluster che interessò la Rsa Don Orione di Avezzano, con 103 positivi tra ospiti e personale. Il peggioramento, tuttavia, fu graduale e portò il Reparto di Malattie Infettive del San Salvatore ad essere saturo già alla data di metà ottobre.

Arrivano i medici dell’esercito.

Quattro squadre, tra medici e infermieri, al servizio della provincia dell’Aquila, per contrastare la diffusione del virus e per sostenere il personale sanitario. Si trattava di una quota parte dei 1500 medici arruolati dal Governo, destinati all’Abruzzo e, in particolare, alla provincia aquilana, secondo disposizioni dell’Unità di Crisi regionale. 

Marsica in emergenza

Ottobre 2020 si rivela il mese più duro dall’inizio dell’emergenza sanitaria per L’Aquila. E la Marsica, con l’ospedale di Avezzano, paga lo scotto più grande di una situazione insostenibile.

Se da agosto al 30 ottobre si contarono più di 100 ricoveri al San Salvatore, il 23 ottobre l’epidemia scrive una delle pagine più nere per il territorio. Enzo Di Felice, 72 anni, muore fuori dall’ospedale San Filippo e Nicola. Fuori, sì, perché dentro non c’è più posto e la coda delle ambulanze sembra un’immagine surreale, mette i brividi. Un qualcosa a cui nessuno avrebbe mai voluto assistere.

Passano le settimane, eppure la situazione non migliora. Il 6 novembre, come raccontato al Capoluogo dall’assessore all’emergenza Covid Maria Teresa Colizza, in 20 attendono il ricovero all’ospedale di Avezzano. “Non si riesce a trovare un solo posto letto”. Così il 15 novembre viene montata una tensostruttura all’esterno del San Filippo e Nicola.

Covid19, il 16 novembre scatta la zona rossa in Abruzzo.

Torna la dad, restano aperte solo le scuole dell’infanzia, primarie e resta lo svolgimento delle lezioni in presenza per le prime classi della scuola secondaria di primo grado.

Di fronte al mancato arrestarsi dell’epidemia, la provincia dell’Aquila si prepara a uno screening di massa: test rapidi a tappeto per contrastare la diffusione del virus e scovare gli asintomatici.

Screening Covid 19 L’Aquila, seconda giornata: 15 positivi su oltre 6mila tamponi

Covid19, oggi: novembre 2021

Oggi l’Abruzzo resiste e resiste la provincia dell’Aquila, nonostante i 21860 casi positivi registrati da inizio pandemia (dati aggiornati a ieri, lunedì 15 novembre). Secondo l’ultimo bollettino regionale, infatti, il tasso di positività risulta dello 0.39% (calcolato sulla somma tra tamponi molecolari e test antigenici).

Nonostante nell’ultimo mese e mezzo si sia riscontrato un certo aumento di casi – come prevedibile, tra riaperture varie e ripresa delle scuole di ogni ordine e grado in presenza – fortunatamente non ci sono ospedali in emergenza.

È fatto obbligo per tutti mantenere un elevato livello di attenzione, soprattutto rispettando le misure anticontagio, ma gli effetti della campagna di vaccinazione stanno evitando il sovraffollamento nei reparti ospedalieri: permettendo lo svolgimento della regolare attività sanitaria senza particolari criticità.

Per dovere di cronaca, ricordiamo che soprattutto l’ospedale dell’Aquila, in questi giorni, sta registrando un incremento di ricoveri nel Reparto di Malattie Infettive, come testimoniato alla nostra redazione proprio dal dottor Grimaldi. L’occupazione di posti letto è aumentata, però, anche a causa di un focolaio scoppiato nella casa di riposo di Sulmona Villa Santa Lucia. Un numero di ricoveri triplicato all’improvviso, ma dovuto proprio alle conseguenze del cluster sulmonese, per cui ovviamente sono subito scattate tutte le procedure di tracciamento previste.

Covid 19 a L’Aquila, i contagiati di Sulmona affollano Malattie Infettive

Andando però a guardare proprio i dati del bollettino regionale di un anno fa, quello cioè del 15 novembre 2020, alcune differenze sostanziali rassicurano circa l’attuale situazione Covid in regione, almeno dal punto di vista della tenuta delle strutture ospedaliere.

Poco più di 13mila gli attualmente positivi un anno fa, con 624 pazienti ricoverati causa Covid, di cui 59 in terapia intensiva. Oggi, sono 2941 i casi attualmente contagiati, 79 i positivi ricoverati in area medica e 13 in Terapia Intensiva.

Intanto continua la campagna di vaccinazione in tutta la regione, con la somministrazione della terza dose a fragili, ultra ottantenni e over 60. E continuano le scuole la loro attività in presenza, salvo le eccezioni dovute ai casi in cui è scattato il protocollo previsto per la gestione degli alunni (o del personale) risultati positivi.

L’attenzione sul fronte Covid deve restare ai massimi livelli: vietato distrarsi o sottovalutare il pericolo di contagio, soprattutto per l’inevitabile circolazione delle varianti. La provincia dell’Aquila e l’Abruzzo, però, si ritrovano ad affrontare una ripartenza in cui, nonostante i conti dei positivi lievitino per il graduale ritorno alla normalità – nella scuola, nel lavoro e nella vita sociale – forse si aspetterà un Natale senza timori di nuove ondate alle porte, ma con lo sguardo alla prevenzione e a quello che, si spera, possa essere l’ultimo sforzo di tutti. Un senso di responsabilità che non può e non deve mancare all’appello. Come ha ricordato anche recentemente l’OMS: “Sbagliato pensare che la pandemia sia finita”. 

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