Omicidio di Barisciano, nulla di fatto in Corte d’Assise: udienza rinviata

17 novembre 2021 | 15:29
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Omicidio di Barisciano, nulla di fatto in Corte d’Assise: udienza rinviata

L’AQUILA – Giudice in malattia, rinviata l’udienza del processo per l’omicidio di Barisciano.

È durata poco l’udienza di oggi in Corte d’Assise per il processo a carico di Gianmarco Paolucci, accusato dell’omicidio di Paolo D’Amico a Barisciano. Oggi dovevano essere sentiti 15 testimoni, ma la presidente della Corte, il giudice dott.ssa Alessandra Ilari, si è assentata per motivi di salute. Così il giudice dott.ssa Monia Croci ha assunto temporaneamente la presidenza, giusto per il tempo di rinviare al prossimo 15 dicembre l’udienza, assicurando così continuità all’audizione dei testimoni.

In tutto sono 79 i testimoni ammessi in Corte d’Assise, composta dal presidente del Tribunale, la dottoressa Alessandra Ilari, il giudice a latere, il dottor Niccolò Guasconi e sei giudici popolari. Il pubblico ministero, la dottoressa Simonetta Ciccarelli, ha presentato una lista di 69 testimoni, tra Carabinieri di L’Aquila, Barisciano e RIS, consulenti tecnici, congiunti, conoscenti e colleghi di vittima e imputato e altri. La difesa, rappresentata dagli avvocati Mauro Ceci, affiancato dall’avvocato Alessandra Di Tommaso, dello stesso studio legale, e Antonio Milo, invece, che comunque ha la facoltà del controesame dei testi dell’accusa, ha presentato una lista di 17 testimoni, di cui 7 presenti anche nella lista dell’accusa, quindi in tutto sono stati 79 i testimoni ammessi, anche se non è detto che – nel corso del processo – sarà necessario sentirli tutti. A rappresentare la parte civile, gli avvocati Antonio e Francesco Valentini.

Nell’ultima udienza presso il Tribunale dell’Aquila sono stati ascoltati i primi testimoni dell’accusa, in particolare, i famigliari della vittima e alcuni amici e conoscenti. Con i familiari è stato ripercorso il momento del ritrovamento del corpo. La madre e il fratello di Paolo D’Amico hanno confermato, come da precedente ricostruzione degli investigatori, di aver visto il corpo del congiunto dalla finestra e di aver quindi chiamato i soccorsi a cui sono seguite le indagini e infine l’arresto di Paolucci. Ascoltati anche titolare e operai della ditta che stava eseguendo lavori di pavimentazione all’esterno dell’abitazione. Non è però emersa in maniera univoca quante fossero le persone occupate nelle lavorazioni. A seguire, si è passati alle testimonianze di amici e conoscenti, tra cui cinque persone che, non senza imbarazzo, hanno ammesso di conoscere la vittima per la sua attività di coltivazione e spaccio di marijuana, raccontando anche che D’Amico con alcuni di loro lamentava furti di cui sospettava l’autore, una persona di Picenze, non meglio identificata. Da qui anche l’esigenza di prendere un’arma per difendersi. In realtà, dalle perquisizioni effettuate dopo l’omicidio, non è emersa alcuna arma nell’abitazione. Ritrovata solo la scatola di una pistola ad aria compressa. Nessuno dei testimoni ascoltati in questa sede ha riconosciuto l’imputato.

Nella prossima udienza del 15 dicembre, invece, saranno ascoltati altri 15 testimoni.