Franco Saporetti governatore del Distretto 108 A, ai Lions per dare entusiasmo

22 novembre 2021 | 13:17
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Franco Saporetti governatore del Distretto 108 A, ai Lions per dare entusiasmo

Tutti possono diventare Lions, occorre il desiderio di essere utili agli altri. L’intervista di Luciano Scarpitti a Franco Saporetti.

Dal 1° luglio di quest’anno, Franco Saporetti, di Ravenna, è il Governatore del Distretto 108 A della più grande organizzazione umanitaria del Mondo: l’Associazione Lions Clubs International. Di questo Distretto fanno parte Molise, Abruzzo, Marche e Romagna.

Già dal suo fisico, asciutto e allenato dall’andare abitualmente in bicicletta, si capisce che Franco è un uomo solido, che sa andare per la sua strada, dopo averla scelta con attenzione. Il suo sorriso, che molto spesso illumina il suo volto, unito alla cortesia e all’affabilità non sono sintomi di debolezza o piaggeria; al contrario indicano sicurezza, disponibilità, voglia di stabilire rapporti sinceri e leali, in modo diretto, senza fronzoli.

Padre di due ragazze, Francesca e Caterina, è sposato con Lunella Dolcini che, quando non è pressata dagli impegni di Interior Designer, lo accompagna ovunque.

Socio, dal 1996, del Lions Club Ravenna Dante Alighieri del quale è stato Cerimoniere poi Presidente. Ha ricoperto, inoltre, molti incarichi distrettuali: tra gli altri ha accettato di far parte del team tecnico per la realizzazione di interventi in favore dei borghi terremotati di Arquata e Camerino. È stato anche membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Distrettuale, di cui ora è Presidente Onorario per tutto l’anno di governatorato. Appassionato del golf,  ha organizzato anche gare per raccogliere fondi da destinare a scopi umanitari. Ha dimostrato l’amore per la sua Ravenna scegliendo a rappresentarlo, nel suo guidoncino, l’immagine della parabola “La pesca miracolosa”, raffigurata negli strabilianti mosaici della Basilica di S. Apollinare Nuovo. È pronto alla chiacchierata e si racconta con semplicità e spigliatezza.

1) Sei entrato nell’Associazione  Lions venticinque anni fa: come è avvenuta la tua iscrizione, sapevi già tutto, eri consapevole o no?
Il mio padrino, che era anche mio vicino di casa, mi ha raccontato di questa Associazione che non conoscevo. Mi ha incuriosito, mi ha trasmesso la convinzione che potevo fare qualcosa per gli altri, poi c’era la possibilità di stare assieme e c’era la possibilità di iniziare una nuova esperienza. A quel punto è nato un amore immediato. Quando poi ho cominciato a frequentare il Club, ho faticato non poco ad entrare in sintonia con l’Associazione. Ho capito che dovevo imparare a “ragionare da Lions” e dovevo fare mie tutte le regole interne. Inoltre ho cercato di essere presente in ogni iniziativa del Club e mi sono interessato anche a quello che avveniva nel Distretto. Dal di fuori non ci si rende conto della grandezza di questa Associazione.

2) Quanto è cambiata l’Associazione in questi anni e come ti senti nel ruolo di Governatore?
Una volta c’era una piacevole atmosfera di amicizia tra le persone. Anche ora l’amicizia è alla base delle attività dei Club, però è intervenuta una certa mania di protagonismo che ha un po’ incrinato i rapporti interni. Bastano poche persone, talvolta, per modificare l’atmosfera di amicizia generale che di solito regna. Da Governatore sento la fatica ed il peso dei chilometri che devo affrontare, ma provo un tale piacere ad incontrare persone che non vedo da molto tempo o che incontro raramente o che addirittura non conosco, che mi passa del tutto il disagio o la stanchezza. Ogni volta che prendo l’autostrada mi sembra che le distanze aumentino, però è talmente tanta la voglia di vedere degli amici che mi passa tutto. È l’amicizia che muove i Lions.

3) Succedi, come Governatore, ad una giovane e dinamica donna, come ti trovi?
Francesca Romana Vagnoni vive l’Associazione in maniera straordinaria avendola vissuta, prima da Leo, con quasi trent’anni di esperienza nei Lions. Per me è stato un grande vantaggio conoscerla ed apprezzarla, sia durante il periodo formativo nel DGT sia ora come IPDG perché per me lei rappresenta un punto di riferimento certo. Inoltre è capace di condividere la sua esperienza con gli altri. L’ammiro molto, poi, per come ha gestito il suo anno da governatore, con tutti i problemi che ha però affrontato con determinazione. È stata eccezionale.

4) Perché oggi una persona, giovane o adulta che sia, dovrebbe desiderare di diventare Lions?
Tutti possono diventare Lions. Una persona prima di tutto deve avere il desiderio di fare qualcosa per gli altri. Ecco, la nostra Associazione dà questa possibilità ai suoi iscritti. Ma tutto nasce dal desiderio e dalla disponibilità individuale di impegnarsi ad aiutare coloro che sono in difficoltà.

La nostra Associazione ha oltre cento anni di storia, con una consolidata struttura internazionale e un suo Codice Etico che guida nelle azioni corrette anche nella vita.

5) Hai mai avuto ripensamenti o dubbi? E come li hai risolti?
Nel corso dei 25 anni di lionismo si potrebbe pensare che ci sia stato qualche momento di stanchezza. Invece devo dire che, anche nei momenti peggiori del Covid, quando non si potevano incontrare i soci in presenza, non ho mai avuto ripensamenti perché dovevo rispettare, anche con fatica, quello che avevo promesso quando sono diventato socio. Non nascondo che anche fare il Governatore è gravoso, ti distrae dalle attività normali, ti porta via il tuo tempo, ma se hai assunto un impegno devi portarlo a conclusione con il massimo dell’entusiasmo.

6) Ora i soci ti hanno affidato un compito che prevede anche la rappresentanza; la società in cui viviamo adesso chiede personaggi, vuole conoscere quello che fanno, i loro progetti; come svolgi questo compito?
Se incontro persone che non conosco o non sono Lions, mi fa piacere parlarsi di un Associazione che ha ideali e numeri importanti. Ad esempio, i soci del Distretto 108 A, che sono oltre 3 mila, io li rappresento con orgoglio. Sono estremamente motivato a raccontare ed a mettere in risalto quello che facciamo, come siamo organizzati, i traguardi che raggiungiamo. Insomma cerco di comunicare il nostro essere Lions.

7) I Lions collaborano attivamente con le istituzioni internazionali, ONU, UNESCO, UNICEF, OMS, l’Associazione è membro del Consiglio d’Europa; i rapporti con le istituzioni italiane sono altrettanto buoni?
Il Multidistretto ha il compito di stabilire buoni rapporti con le istituzioni nazionali. Ci stiamo muovendo bene: abbiamo accordi con la Protezione Civile, con l’Associazione dei Comuni, al fine di essere chiamati in causa senza intermediari quando si verifica un bisogno. Ad esempio come nel caso delle vaccinazioni o dell’assistenza ai profughi afghani. Poi è data la possibilità ai Governatori di ogni singolo Distretto, in casi particolari, di entrare in contatto con i Prefetti, senza interposte persone.

8) Cinque anni fa il terremoto delle regioni centrali ha riguardato proprio città e paesi appartenenti al nostro Distretto, anche allora i Lions si sono attivati con molto impegno; a che punto sono quelle iniziative? Sono nate anche discussioni all’interno dei Lions.
Sono discussioni, a mio avviso, spesso pretestuose. Io faccio parte del gruppo di tecnici che ha apprestato i progetti di Arquata e Camerino. Per quanto riguarda Camerino, l’ingegnere capo del Comune ci ha spiegato che i terreni non sono stati ancora espropriati perché mancano i finanziamenti dalla Regione. Naturalmente sono tempi lunghi, procedure lunghe e noi viaggiamo di pari passo. Non possiamo fare diversamente. Ad Arquata c’è sempre stato un po’ più di disagio: l’Amministrazione ha cambiato più volte la destinazione dell’area e posso dire che anche noi abbiamo una parte di responsabilità dal punto di vista organizzativo. Poi il fattore Covid ci ha danneggiato perché non abbiamo potuto fare cantiere. Io e Francesca Romana Vagnoni, con tutto l’entusiasmo possibile, ci siamo posti l’obiettivo di portare a compimento il progetto di Arquata in tempi brevi.

9) Dopo cinque anni quei progetti saranno ancora validi per i cittadini che hanno subito i danni dal terremoto?
L’Amministrazione comunale ha già assegnato le strutture abitative da costruire ad alcune coppie di giovani sposi che potranno entrarci appena saranno realizzate. Certamente non sono più d’emergenza, ma strutture per abitazioni, non dico residenziali, ma che possiamo definire di ricovero stabile. In questo senso conservano la loro utilità sociale.

10) Come prevedi o speri che sia il futuro del movimento Lions nel Distretto, vedi sintomi  preoccupanti oppure ottimistici?
In questi primi mesi ho percorso il Distretto in lungo e in largo e mi sono fatto questa idea. In ogni club, di circa 40 soci in media, 10 lavorano sempre, 10 guardano i 10 che lavorano e 20 non fanno niente. Ne ho ricavato la certezza che dobbiamo impegnarci ad acquisire nuovi soci interessati a partecipare attivamente, non per crescere dal punto di vista numerico.

Il nostro obiettivo deve essere quello di interessare le persone ad essere operative. Non è sufficiente che siano presenti alle cene o a qualche evento particolare. In molti casi quello che manca è la volontà di dedicare una parte del proprio tempo a favore degli altri e non c’è l’entusiasmo. E’ proprio questo entusiasmo che io voglio trasmettere a tutti i soci del nostro Distretto.

11) Nelle regioni nota delle differenze? in Molise? In Abruzzo? In Romagna? Nelle Marche?
In generale non ci sono forti differenze. Qualche differenza l’ho notata, però, quando ho preparato l’organigramma. Ho deciso di chiamare singolarmente tutte le persone alle quali volevo assegnare degli incarichi, per avere una risposta diretta. La Romagna ha risposto molto bene; io sono romagnolo, quindi sono stato facilitato nel rapporto confidenziale. Dall’Abruzzo e dal Molise ho ricevuto risposte bellissime. Mi hanno detto: “sono onorato di far parte del gruppo….. sono a disposizione”. La bellezza di questa risposta, che viene dal cuore, tante volte mi ha messo in difficoltà. L’ho apprezzata tantissimo.

Insomma, dedizione, voglia di fare ed entusiasmo sembrano le parole chiave del Governatore Franco Saporetti, ma la società in cui viviamo sembra aver dimenticato questi principi una volta condivisi da tutti. Franco è tra coloro che ancora ci credono.

E i Lions, insieme a lui, devono tornare a crederci, tutti.