Incidenti stradali in Abruzzo, SS17 e SS80 tra le strade più pericolose

Incidenti stradali in Abruzzo, oltre 2000 sinistri registrati nel 2020: 59 le vittime. L’indice di mortalità cresce in 3 province su 4, tra cui L’Aquila.
Nel 2020 in Abruzzo si sono verificati 2.205 incidenti stradali, che hanno causato la morte di 59 persone e il ferimento di altre 3.090. Sicuramente l’emergenza Covid19 e le misure adottate per contenere la pandemia hanno determinato un consistente decremento del numero di incidenti (-30,2%),delle vittime della strada (-24,4%) e dei feriti (-33,5%) rispetto al 2019, di poco inferiore a quanto registrato a livello nazionale (-31,3% per gli incidenti, -24,5% per le vittime e -34,0% per i feriti).

Ma come si colloca l’Abruzzo rispetto agli obiettivi europei sul fronte incidenti stradali e sicurezza?
I Programmi d’azione europei per la sicurezza stradale, per i decenni 2001-2010 e 2011-2020, impegnano i Paesi membri a conseguire il dimezzamento dei morti per incidente stradale, con una particolare attenzione – nel decennio in corso – agli utenti vulnerabili, vale a dire bambini, giovani e anziani.
Nel periodo 2001-2010 le vittime della strada si sono ridotte del 53,0%, un dato superiore rispetto a quello della media nazionale (-42,0%); fra il 2010 e il 2020 si registrano variazioni, rispettivamente, di -25,3% e -41,8%. Nello stesso periodo l’indice di mortalità sul territorio regionale è aumentato da 1,9 a 2,7 deceduti ogni 100 incidenti, mentre quello medio nazionale registra un leggero aumento (da 1,9 a 2,0 decessi ogni 100 incidenti).
Nel 2020, l’incidenza degli utenti vulnerabili per età deceduti in situazioni di incidenti stradali, in regione, è inferiore alla media nazionale (28,8% contro 44,9%). Guardando invece agli utenti vulnerabili – secondo il ruolo che essi hanno avuto nell’incidente (conducenti/passeggeri di veicoli a due ruote e pedoni) – il loro peso relativo sul totale dei deceduti, misurato nella regione, è inferiore nel 2020 a quello nazionale (44,1% contro 51,4%). Sempre tra il 2010 e il 2020 l’incidenza di pedoni deceduti è diminuita in Abruzzo dal 12,7% all’11,9%, nel resto del Paese, invece, è aumentata dal 15,1% al 17,1% (Figura 1).

I costi sociali
I costi sociali degli incidenti stradali quantificano gli oneri economici che, a diverso titolo, gravano sulla società a seguito di un incidente stradale. Nel 2020 il costo dell’incidentalità con danni alle persone è stimato in circa 11 miliardi e 600 milioni di euro per l’intero territorio nazionale (195,5 euro pro capite) e più di 243 milioni di euro (188,8 euro pro capite) per l’Abruzzo; la regione incide per il 2,1% sul totale nazionale.
Abruzzo, le strade con più incidenti stradali
Tra il 2019 e il 2020 l’indice di lesività diminuisce da 147,1 a 140,1; quello di mortalità invece aumenta lievemente (2,7 decessi ogni 100 incidenti da 2,5 nel 2019), così come l’indice di gravità (misurato dal rapporto tra il numero dei decessi e la somma di decessi e feriti moltiplicato 100) a 1,9 nel 2020 da 1,7 nel 2019. L’incidentalità rimane alta lungo la costa e nei comuni capoluogo di provincia: si confermano le criticità della SS016, lungo la quale si registra il maggior numero di incidenti (65, con 2 decessi e 98 feriti), e delle strade SS80, SS017 e SS005 (Figura 2). L’indice di mortalità cresce nelle province di L’Aquila, Pescara e Teramo mentre diminuisce a Chieti.



Nel 2020, sulle strade urbane si è verificato il maggior numero degli incidenti (1.462, il 66,3% del totale),provocando 20 morti (33,9% del totale) e 1.953 feriti (63,2%). Rispetto all’anno precedente i sinistri diminuiscono su tutte le tipologie di strade, ma il calo già rilevante si registra sulle autostrade (-35,7%), seguite dalle strade urbane (-30,5%) e dalle altre strade (-28,0%). Gli incidenti più gravi avvengono sulle strade extraurbane (6,1 decessi ogni 100 incidenti).
Nel dettaglio, sulle strade urbane il 46,6% dei sinistri stradali si verifica lungo un rettilineo, mentre sulle strade extraurbane tale percentuale sale al 54,4%. In ambito urbano gli incidenti che avvengono nei pressi di un incrocio rappresentano il 21,5% del totale, seguono quelli che si verificano nei pressi di una intersezione (17,7%), di una curva (8,4%) e di una rotatoria (4,0%).
Lungo le strade extraurbane il 27,6% degli incidenti si verifica in curva, il 6,9% nei pressi di un’intersezione e il 6,6% nei pressi di un incrocio (Figura 4).

Incidenti stradali in Abruzzo, i mesi e le ore più a rischio
Le misure adottate per contrastare la pandemia, il periodo di lockdown e le fasce di coprifuoco hanno influito pesantemente sulla distribuzione temporale degli incidenti stradali sull’intero territorio nazionale. A marzo si registra un decremento del numero di incidenti del 70,0%,ad aprile del 55,9%. Tra maggio e settembre, in coincidenza della riapertura di gran parte delle attività e del periodo di maggiore mobilità per vacanze, si contano 1.173 incidenti (il 53,2% di quelli avvenuti durante l’anno) in cui hanno subito lesioni 1.613 persone (52,2%) e 32 sono decedute (54,2%) (Figura 5). Oltre il 76% degli incidenti ha avuto luogo tra le 8 e le 20,ma l’indice di mortalità raggiunge il valore più elevato tra le tre e le quattro del mattino(16,7 morti ogni 100 incidenti), di gran lunga oltre la media giornaliera (2,7) (Figure 6 e 7). Il venerdì e il sabato notte si concentra il 45,8% degli incidenti: il 77,8% delle vittime e il 45,6% dei feriti. L’indice di mortalità degli incidenti notturni è di 3,3 decessi ogni 100 incidenti, registrando il valore più elevato il venerdì notte (10,2).

Gli incidenti stradali nelle aree urbane, intermedie e periferiche
In Abruzzo, il 43,4% degli incidenti stradali è concentrato nei Poli urbani; considerando anche le Aree di cintura, che comprendono i comuni più prossimi ai Poli, si arriva al 73,9% del totale. Nei comuni delle Aree interne, caratterizzate da distanze superiori ai 20 minuti di percorrenza dai Poli urbani, gli incidenti rappresentano il 26,1% del totale regionale. Il numero delle vittime si riduce rispetto al 2019 sia nel totale dei Centri (-25,0%) che nelle Aree Interne (-23,3%) (Prospetto 2).

Di contro gli indicatori statistici di mortalità e gravità registrano in media un aumento rispetto al 2019 (rispettivamente 2,7 decessi ogni 100 incidenti da 2,5 e 1,9 morti ogni 100 morti e feriti da 1,7); l’aumento risulta più marcato nelle Aree Interne, evidenziando una situazione più critica rispetto ai Centri.

I comportamenti a rischio e le persone coinvolte
La maggior parte degli incidenti stradali avviene tra due o più veicoli (68,6%); la tipologia di incidente più diffusa è lo scontro frontale-laterale (769 casi, 13 vittime e 1.132 feriti). Quella più pericolosa è lo scontro frontale (10,7 decessi ogni 100 incidenti), seguita dall’urto con ostacolo accidentale (6,1 decessi ogni 100 incidenti). Gli incidenti a veicoli isolati risultano più rischiosi, con una media di 4,2 morti ogni 100 incidenti, rispetto a quelli che vedono coinvolti più veicoli (2,0 decessi).
Tra i comportamenti errati di guida, il mancato rispetto delle regole di precedenza, la velocità troppo elevata e la guida distratta sono le prime tre cause di incidente (escluso il gruppo residuale delle cause di natura imprecisata). I tre gruppi costituiscono complessivamente il 40,8% dei casi. Considerando solo le strade extraurbane, la guida distratta incide da sola per il 19,5%, mentre l’elevata velocità per il 16,2% (Tavola 14, in allegato).
Il tasso di mortalità standardizzato è più alto per le classi di età 30-44 anni (6,7 per 100mila abitanti)e 45-64 anni (5,5 per 100mila abitanti). I conducenti dei veicoli coinvolti rappresentano il 79,7% delle vittime e il 69,4% dei feriti in incidenti stradali, le persone trasportate l’8,5% dei morti e il 22,8% dei feriti, i pedoni l’11,9% dei deceduti e il 7,8% dei feriti. Il 71,4% dei pedoni rimasti vittima di incidente stradale appartiene alla classe di età 65+, mentre il 69,9% dei pedoni feriti ha più di 44 anni. Il tasso di lesività standardizzato è pari a 444,4 per la classe di età 15-29 anni e a 288,6 per quella 30-44 anni (Figure 8-11)(b).

