La terza dose del vaccino anti-Covid sarà somministrata a 5 mesi dalla seconda e non più dopo 180 giorni. L’annuncio era nell’aria da tempo ma solo ieri, a poche ore dall’inizio della campagna di richiamo anche per i 40-59enni, è arrivata l’ufficialità.
“L’intervallo minimo previsto per la somministrazione della dose ‘booster’ (di richiamo) con vaccino a m-RNA, alle categorie per cui è già raccomandata (inclusi tutti i soggetti vaccinati con unica dose di vaccino Janssen) e nei dosaggi autorizzati, è aggiornato a cinque mesi (150 giorni) dal completamento del ciclo primario di vaccinazione, indipendentemente dal vaccino precedentemente utilizzato”.
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La novità è contenuta nella circolare del ministero della Salute ‘Aggiornamento indicazioni su intervallo temporale tra somministrazione della dose booster e completamento del ciclo primario’, in gazzetta domani e che sarà in vigore da mercoledì.
In precedenza, con l’ok dell’Aifa, il Governo aveva riferito nell’incontro con i presidenti delle Regioni che in Italia ci si avvierà verso la possibilità di somministrare la terza dose o il richiamo cinque mesi dopo l’ultima inoculazione.
Terza dose in anticipo quindi per affrontare la quarta ondata. Ad anticiparlo, nel corso dell’incontro tra le Regioni e il governo tenuto nel tardo pomeriggio, è stato il ministro Roberto Speranza che ha anche rimarcato come risulti fondamentale accelerare con le inoculazioni di richiamo in una fase di recrudescenza pandemica come quella attuale.
A riunione finita è poi arrivato anche il parere richiesto all’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) in cui si specifica che l’anticipazione della dose booster è stata adottata in “un’ottica di massima precauzione”.
Considerando che la circolazione virale è aumentata, ed anche sulla base di quanto stabilito negli altri Paesi (in Germania la stessa decisione è stata presa domenica), secondo la Commissione tecnico-scientifica dell’Agenzia infatti «può essere considerata appropriata – si legge nel testo – una anticipazione della dose booster a partire da 5 mesi dal completamento del ciclo vaccinale primario».