L'intervista

Neve in sicurezza: tutti i rischi in montagna

Neve, vetrato, rischio valanghe. Come vivere la montagna in sicurezza dopo gli incidenti su monte Prena e monte Aquila. Parla l'esperto

Neve in montagna: quali i rischi della prima neve. Ne parliamo con l’esperto De Luca. “Attrezzatura, equipaggiamento, allenamento e prudenza”

NEVE IN SICUREZZA – Sotto la prima neve che regala tanto entusiasmo si nascondono dei pericoli: non soltanto gli accumoli nevosi che originano le valanghe, ma anche il vetrato sulle rocce, invisibile e quindi ancor più temibile.
Anche le vette di quota medio bassa hanno le loro insidie in questi giorni che anticipano la stagione invernale. Rocce levigate ed erba bagnata possono rivelarsi trappole inaspettate e causa di incidenti più o meno gravi.
Solo nelle ultime due settimane tra neve e temperature miti si sono verificati due incidenti, uno su monte Prena e il successivo su monte Aquila.

L’equipaggiamento è fondamentale: ramponi e piccozza sono necessari anche a quote inferiori su pendii ghiacciati.
La perdita di orientamento a causa della nebbia, ma anche del buio è uno dei motivi degli incidenti più impattanti: mai intraprendere una escursione senza averla pianificata a tavolino e senza l’ausilio di carta-bussola o GPS, strumenti vecchi e nuovi che ci salvano la vita.
Paolo De Luca, esperto di montagna, spiega:

“Preliminare a qualsiasi attività in montagna è la consultazione dei bollettini meteo, tenendo tra l’altro presente che in montagna le condizioni meteo possono cambiare in pochi minuti, come ad esempio accade al Gran Sasso data la sua particolare vicinanza ai due mari.
In caso di neve è opportuno tenersi costantemente aggiornati sulla situazione del manto nevoso consultando il bollettino di previsione delle valanghe che varia dal valore 1 (debole) al valore 5 (molto forte). In seguito alle modifiche della L.R. n. 24 del 2005 è consentito lo sci alpinismo, fuoripista compresi, imponendo l’attrezzatura idonea per praticare tale disciplina sportiva (ARTVA, pala, sonda oltre al casco protettivo la piccozza i ramponi e lo zaino con “airbag” – è una sorta di palloncino che esplode permettendo di “galleggiare” in caso di valanga).
Fondamentale è scegliere l’itinerario in base alla propria preparazione fisica e capacità tecnica. Abbigliamento ed equipaggiamento devono essere adeguati alla difficoltà ed alla durata dell’escursione.
Non bisogna fidarsi solo delle attrezzature perché la differenza la fa l’abitudine al territorio, al movimento. Non basta scaricare un’applicazione al telefonino e comperare attrezzature super tecnologiche con l’illusione di avere la sicurezza assoluta. Una volta si faceva tutto lentamente e non c’era internet, c’erano solo le guide cartacee. Oggi grazie alla rete telematica, c’è uno scambio dati e informazioni aggiornate, ma la montagna ha bisogno di tempo per maturare esperienza. E l’esperienza è importante per non incorrere in infortuni che a volte possono avere conseguenze drammatiche. 
Bisogna essere sempre attenti prudenti e vigili; l’escursione in montagna inizia appena lasciamo l’auto o la struttura ricettiva turistica e finisce quando torniamo da dove siamo partiti. Un approccio umile e rispettoso è il presupposto per trascorrere una bella giornata in montagna in totale sicurezza e per non incorrere in pericoli”.
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