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Sciopero generale: “In piazza per il futuro della scuola”

Sindacati in piazza per lo sciopero generale del comparto scuola: "La pandemia ha evidenziato i problemi del sistema". Le rivendicazioni.

Sindacati in piazza per lo sciopero generale del comparto scuola: “La pandemia ha evidenziato i problemi del sistema”.

Oggi scatta lo sciopero generale del comparto scuola, indetto dai sindacati per la giornata del 10 dicembre. Aderiscono Cgil, Uil, Snals e Gilda, ma non la Cisl. Le principali rivendicazioni, per un contratto scaduto ai docenti da ormai 3 anni, riguardano l’innalzamento dei livelli retributivi, con l’equiparazione dei diritti tra il personale a tempo determinato e quello a tempo indeterminato, la formazione e la valorizzazione professionale. I principali obiettivi, “portare a 900 milioni di euro il fondo per la valorizzazione del personale docente togliendo qualsiasi finalizzazione, prorogare al 30 giugno l’organico Covid al personale Ata, superare qualsiasi blocco sulla mobilità per docenti e Dsga neo assunti, rafforzare gli organici docenti e Ata tramite la riduzione del numero di alunni per classe (superare i parametri dei decreti Gelmini sulla determinazione degli organici docenti e Ata), superare l’insegnamento di educazione motoria nella scuola primaria (no al costo zero), generalizzare la figura dell’assistente tecnico nel primo ciclo, rendere stabile la norma sulle scuole ‘normodimensionate’ con 500 alunni”, ma non solo.

“La proclamazione dello sciopero – spiega Carlo Frascari, segretario regionale Snals-Confsal – è la risposta politica più forte dei lavoratori del comparto, dai Dirigenti al personale docente e ATA, ad una situazione insostenibile che il Governo non ha percepito nella sua gravità. Alla base della protesta non ci sono solo rivendicazioni salariali, con stipendi che da anni attendono di avere una rivalutazione credibile per tutto il personale ma, anche, richieste di attenzione e risoluzione ai molti problemi del sistema, che la pandemia ha evidenziato e ampliato. Si attende da tempo una revisione sistemica delle procedure di assunzione del personale, che continuano ad essere governate da interventi provvisori di ogni governo in carica, senza dare una soluzione al fenomeno del precariato e, per il personale docente, alla definizione di percorsi stabili per l’abilitazione. Si continua ad invadere materie contrattuali con interventi legislativi e amministrativi su ogni materia: mobilità, aggiornamento, valutazione del personale, prestazione lavorativa, responsabilità. Si scaricano sulle scuole maggiori funzioni e procedure, che rendono sempre più complesse le prestazioni lavorative di tutto il personale, senza prevedere organici adeguati ai sovraccarichi richiesti. Si trasformano, ormai da tempo – conclude il segretario Snals- Confsal Abruzzo, – le relazioni sindacali a livello centrale e periferico in vuoti riti formali che non riescono ad incidere sulle decisioni del governo e del ministero dell’istruzione, spesso svuotato di ogni reale potere di concertazione e decisione. Questo sciopero è, quindi, per la Scuola e per il suo futuro nel nostro Paese”.

Sciopero generale della scuola: “Aumentano obblighi, ma il contratto è scaduto da tre anni”

Sulla stessa linea il sindacato Gilda, che con il responsabile della provincia dell’Aquila, Claudio Di Cesare, aveva spiegato a IlCapoluogo: “I motivi dello sciopero sono diversi, a partire dal mancato rinnovo del contratto, scaduto ormai da tre anni”. E l’attesa non sembra essere finita: “Nella bozza della legge di Bilancio all’esame del Parlamento – aggiunge infatti Di Cesare – non ci sono fondi per il rinnovo, se non una risibile offerta di un aumento di 30 euro, quando il contratto è scaduto da tre anni e abbiamo gli stipendi più bassi d’Europa”. Inoltre, “il Parlamento ha modificato gli obblighi contrattuali, senza prevedere adeguati corrispettivi, anzi, introducendo norme, come l’impossibilità di chiedere trasferimenti prima dei 3 anni dall’assunzione, che non portano nessun vantaggio alla scuola e appaiono semplicemente punitive per gli insegnanti”.

Capito a parte, l’emergenza Covid: “Sono stati sperperati fondi per qualunque cosa, a partire dagli inutili banchi a rotelle, ma l’emergenza non è stata affrontata seriamente. Abbiamo mascherine di qualità scadente, ma la cosa più grave è che si è persa l’occasione di diminuire il numero medio delle classi ‘pollaio’. Con l’emergenza si è intervenuti a tampone, ma poi torneranno le classi di 30 alunni; questa era l’occasione per un intervento strutturale che non c’è stato”.

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