Draghi al Quirinale, la palla in mano ai partiti

C’era molta attesa per la conferenza di fine anno del presidente del Consiglio, Mario Draghi, seguita da Giuseppe Sanzotta per IlCapoluogo. Stavolta, su Draghi una domanda è scontata: mira al Quirinale?
C’era molta attesa per la tradizionale conferenza di fine anno del presidente del Consiglio, Mario Draghi.
Stavolta, rispetto al passato, su Draghi una domanda è scontata: mira al Quirinale? Draghi sa che quella sarà la questione, ma tutti sanno, a meno di colpi di scena, che la risposta non potrà che essere interlocutoria.
Draghi non direbbe no a una candidatura al Quirinale, ma non farà nulla per favorirla.“Sono un nonno al servizio delle istituzioni”, dice. E questa risposta si presta a una doppia lettura. In sintesi: se i partiti lo vorranno al Quirinale è pronto, se vorranno lasciarlo a Palazzo Chigi finirà il lavoro già avviato. Di certo non farà il nonno. Non manifesta l’intenzione di un ritiro. Una presa di posizione differente da quella di Mattarella che, più volte, ha manifestato l’intenzione, pubblicamente e privatamente, di ritirarsi a vita privata.

La sola condizione che pone Draghi, nell’interesse del Paese, è che non venga meno quella collaborazione tra le forze politiche che è alla base del successo dell’azione governativa.
Draghi ha elencato le medaglie del suo governo: una crescita superiore al 6 per cento, l’aumento degli occupati, la definizione delle 51 condizioni necessarie per avere un primo stanziamento europeo. Tutto questo grazie al contributo di tutti. Le condizioni ora ci sono per andare avanti, non dipenderà più da una persona, ma dalle condizioni che sono state create. Tradotto vuol dire che il processo può procedere anche senza di lui a Palazzo Chigi.
Draghi, Quirinale e Governo
Draghi non chiude la porta a una sua candidatura alla presidenza della Repubblica, ma non la spalanca. Si rimette al Parlamento, mai elogiato tanto come in questa occasione. Lui sa che lo aspettano tutti al varco, conosce le insidie delle domande sul suo futuro e immagina le reazioni. Così replica, a volte anche con un eccesso di sintesi che vorrebbe manifestare anche un certo fastidio, con alcune precisazioni. Se l’Italia cresce così tanto non è per merito di un uomo (cioè lui) ma per l’impegno di tanti; dei ministri preoccupati solo del presente e non impegnati a disegnare il proprio futuro, dell’impegno di partiti così distanti che hanno collaborato nell’interesse del Paese. Così, il governo potrebbe fare a meno anche di Draghi (con la sua elezione a Capo dello Stato) a condizione che quella unità non venga meno.
Sono stati raggiunti i 51 obiettivi previsti dal piano di resilienza chiesti dalla Ue, nelle prossime settimane si dovrà trattare con l’Europa e dopo si potranno avere i finanziamenti. Ci sono dunque tutte le condizioni per centrare gli obiettivi. Ma la condizione è quella di un lavoro comune. Sta ai partiti, avverte, verificare chi potrebbe tenere tutti uniti. Tradotto vuol dire: posso anche andare al Quirinale senza che il Paese corra rischi se c’è l’intesa su un mio successore. C’è anche l’ipotesi opposta, che Draghi resti al suo posto e che si elegga un altro. Possibile, ma a condizione che il Parlamento non si spacchi, una candidatura divisiva avrebbe conseguenze nefaste anche sul governo.
Dunque la ricetta di Draghi è semplice: portare a termine questa legislatura con una intesa larga sia sul Quirinale che sul governo.
Risultati e prospettive economiche
Certamente su tutti i propositi c’è l’emergenza Covid. Ma Draghi ha voluto sottolineare i successi fin qui ottenuti al suo governo e i progetti futuri. Il dato che colpisce di più, ha sottolineato, è il tasso di crescita ben oltre il 6 per cento, molto di più delle più rosee aspettative. E per il prossimo anno le previsioni sono per una crescita superiore al 4 per cento. Livelli che non si registravano dagli anni ’50 e ’60 . Questo ha portato a più di 500 mila nuovi occupati. È pur vero che una parte di questo è lavoro precario e a termine, ma l’obiettivo è quello di favorire il lavoro a tempo indeterminato. Combattere la diminuzione delle nascite con nuovi interventi, oltre a quelli già messi in campo per la famiglia.
L’obiettivo è quello di fare in modo che la crescita riguardi tutti, a partire da chi ha più bisogno. Con la riforma Irpef si favoriranno i redditi medio bassi. Inoltre, la povertà nel nostro Paese rispetto al recente passato è in diminuzione. Ma altro bisognerà ancora fare.
Europa e Immigrazione
Draghi ha parlato dell’Europa esprimendo la fiducia che sia in atto un cambiamento. È partito denunciando le debolezze europee davanti alle crisi internazionali ai nostri confini. Nel caso di Ucraina e Russia non possiamo che restare a guardare: non c’è un esercito europeo, ma anche il ricorso alle sanzioni rischia di essere un’arma spuntata se non c’è coesione. Dunque serve un’Europa più forte. Serve un’ Europa più attenta alle trasformazioni e meno rigida nella difesa di vecchi principi. Così occorre una seria discussione sul patto di stabilità, così come è evidente che non si possono sempre condannare gli aiuti di stato ad alcune tipologie di imprese.
Per quanto riguarda le politiche migratorie, Draghi ha avanzato richieste precise. Non può bastare, ha affermato, la redistribuzione dei migranti tra i paesi. Occorre una politica nuova dell’accoglienza: le imprese hanno bisogno di mano d’opera, hanno bisogno di immigrati. Occorre dunque predisporre a livello europeo dei canali umanitari e nello stesso tempo definire degli accordi con i paesi dei migranti per i rimpatri.
Covid
Draghi ha annunciato la riunione che nelle prossime ore porterà ad alcune ulteriori misure per combattere il covid. Il presidente del Consiglio ha rivendicato i successi ottenuti, il successo della vaccinazione, precisando più volte che il vaccino è la sola arma che abbiamo e dunque l’invito è quello vaccinare tutti con tre dosi. Ma alcune misure aggiuntive saranno prese.
Non ci saranno chiusure – “il green pass è uno strumento di libertà”, ha sottolineato Draghi – ma il Consiglio che si riunirà valuterà le indicazioni del comitato scientifico . Quasi certamente sarà esteso l’obbligo di mascherina all’aperto e nei luoghi chiusi o dove c’è grande affollamento potrebbero essere obbligatorie le mascherine a più alta protezione. Si interverrà sugli avvenimenti sportivi, forse per gli stadi si prospetta un ritorno a giocare a porte chiuse, oppure con l’obbligatorietà delle mascherine. In discussione ci sarà anche l’obbligo vaccinale, anche se l’intenzione per ora sembra quella di estenderlo ad alcune categorie.
Modifiche anche per i green pass, la cui validità sarà ridotta e anche per le dosi aggiuntive si potrebbe scendere a quattro mesi.
Due ore di confronto tra Draghi e decine di giornalisti. Ma la domanda delle domande resta senza risposte. Draghi andrà al Quirinale? La palla è in mano ai partiti.