Omicidio di Barisciano, a caccia del signor G

L’AQUILA – Udienza per l’omicidio di Barisciano, in aula anche l’imputato Gianmarco Paolucci. Le testimonianze di 12 tra conoscenti e colleghi di Paolo D’Amico.
Nuova udienza in Corte d’Assise questa mattina per il processo a carico di Gianmarco Paolucci, accusato di aver ucciso Paolo D’Amico, 55enne dipendente dell’ASM, nella sua abitazione di Barisciano nel novembre 2019. Per la prima volta in aula lo stesso imputato, affiancato dal proprio rappresentante legale, l’avvocato Mauro Ceci, che a fine udienza ha avanzato istanza per modificare la misura cautelare in carcere con i domiciliari presso la madre dello stesso imputato. La Corte deciderà nelle prossime ore.
Intanto sono stati ascoltati altri 12 testimoni dell’accusa, rappresentata dal pm, la dottoressa Simonetta Ciccarelli. In gran parte sono stati ascoltati conoscenti e amici e anche colleghi di lavoro della vittima. Tra questi, un conoscente ha confermato quanto emerso nella precedente udienza, ovvero che la vittima si sentiva minacciata e aveva anche riferito del furto subito di alcune piante di marijuana. Nelle deposizioni raccolte dai carabinieri appena scattate le indagini, il testimone aveva riferito che Paolo D’Amico aveva parlato della persona da cui si sentiva minacciato, con un nome che non ricordava precisamente, ma iniziava per G, compatibile, quindi, con il nome dell’imputato, Gianmarco. In aula, però, il teste ha escluso potesse trattarsi di un nome composto. D’Amico aveva anche indicato fisicamente la persona in questione a un conoscente, mentre si trovavano in un bar di Bazzano, ma il soggetto indicato era fuori dal locale, di spalle, quindi il testimone ha potuto fornire solo una descrizione parziale. Ad ogni modo, come per gli altri testi interrogati in proposito, Paolucci non è stato riconosciuto da alcuno, direttamente o indirettamente, come persona in qualche modo più o meno vicina alla vittima.
Dalle deposizioni dei colleghi di lavoro, invece, è emerso che Paolo D’Amico il venerdì prima del tragico ritrovamento non era andato a lavoro, senza avvisare. Una testimonianza che andrà verificata in rapporto alla presunta data della morte, al momento ferma al sabato.
Si tornerà in aula il prossimo 19 gennaio.