Quirinale

Presidente della Repubblica, come si elegge il Capo dello Stato

Presidente della Repubblica, manca sempre meno all'elezione della massima carica dello Stato. Grandi elettori e primi 3 scrutini: come funziona l'elezione?

Presidente della Repubblica, manca sempre meno all’elezione della massima carica dello Stato. Si decide il post Mattarella, in una fase di fondamentale importanza per il Paese, la ripartenza dalla pandemia. Come funziona l’elezione del Capo dello Stato?

Il 3 febbraio 2022 scadrà il mandato di Presidente della Repubblica di Sergio Mattarella. La corsa al Quirinale è partita da tempo. Da mesi si lavora alla prossima elezione: le votazioni si svolgeranno nell’aula di Palazzo Montecitorio e saranno presiedute dal presidente della Camera, Roberto Fico, che avrà accanto la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati.

La procedura per eleggere il Presidente della Repubblica è, in gran parte, prevista dalla nostra Costituzione.

Presidente della Repubblica, modalità e requisiti previsti per l’elezione

presidente della repubblica elezione

Il presidente della repubblica rappresenta la massima carica istituzionale del nostro paese. Per questo motivo, la procedura per la sua elezione è particolarmente complessa. In base allarticolo 83 della costituzione infatti, il capo dello stato viene eletto dal parlamento in seduta comune, a cui si aggiungono 3 delegati per ogni regione, i Grandi Elettori – scelti dai rispettivi consigli regionali – fatta eccezione per la Valle d’Aosta che ne esprime uno solo. Può essere eletto ogni cittadino italiano che abbia compiuto 50 anni e che goda dei diritti civili e politici.

I Grandi elettori saranno 1009: 630 deputati, 321 senatori (inclusi i senatori a vita) e 58 delegati regionali.

Consiglio regionale d’Abruzzo, i delegati per l’elezione del Presidente della Repubblica

 

La votazione per l’elezione del Presidente della Repubblica è a scrutinio segreto. Nelle prime tre votazioni serve il quorum qualificato di due terzi dell’assemblea parlamentare, equivalente a 673 elettori su 1009 (il numero dei Grandi elettori). Dal quarto scrutinio, invece, è sufficiente per l’elezione raggiungere la maggioranza assoluta: cioè 505 elettori su 1009. Non parteciperanno al voto i Presidenti di Camera e Senato.

Difficile che centrodestra e centrosinistra con il M5S abbiano i numeri per superare quota 673, probabile non si riesca a raggiungere neanche la soglia dei 505. Saranno importantissimi, allora, i voti di 98 parlamentari che non sono ascrivibili a nessuno dei due fronti. Di questi molti sono iscritti al Misto.

Durante la seduta comune non sono ammessi interventi volti a proporre candidature o a esprimere dichiarazioni di voto.

Lo scrutinio avviene in seduta pubblica. Allo spoglio procede il presidente della Camera (in quanto presidente del parlamento in seduta comune) che dà lettura di tutte le schede, tranne quelle identificabili come nulle. Si considerano “dispersi” i voti a quei candidati che raccolgano un numero di preferenze inferiore a due.

La seduta per l’elezione del presidente della repubblica è unica. Ciò vuol dire che l’assemblea non si scioglie fin quando non viene eletto il successore al Quirinale: comunque, tra una votazione e l’altra sono previste delle interruzioni. La durata media di ciascuno scrutinio è pari a circa quattro ore e mezzo secondo i dati della Camera.

Sono soltanto due i Presidenti della Repubblica eletti entro i primi tre scrutini: Francesco Cossiga nel 1985 e Carlo Azeglio Ciampi nel 1999.

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