Secondo anno senza Fiera dell’Epifania, il Covid colpisce l’economia fatta di persone

5 gennaio 2022 | 07:03
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Secondo anno senza Fiera dell’Epifania, il Covid colpisce l’economia fatta di persone

L’AQUILA – Il giorno della Fiera dell’Epifania, saltata per il secondo anno consecutivo. Il Covid colpisce “l’economia fatta di persone”.

Solo ieri i contagi Covid 19 hanno superato quota 5mila in Abruzzo, di cui 726 in provincia dell’Aquila, e secondo gli esperti il picco deve ancora arrivare. Una situazione che conferma l’inevitabile stop agli eventi “di massa”, come quello tradizionalmente previsto all’Aquila nella giornata di oggi, la Fiera dell’Epifania. Uno stop che certamente costa caro ai tanti commercianti per cui la Fiera, come ricordato dal vicesindaco Raffaele Daniele, “avrebbe rappresentato un’occasione importante di lavoro“. “Avevamo messo in campo tutte le misure possibili – aveva spiegato il vicesindaco a margine del Tavolo in Prefettura – per garantire uno svolgimento sicuro, ma come a poker saper lasciare una mano è importante tanto quanto vincere. L’andamento epidemiologico ci ha imposto una riflessione che mettesse al primo posto la salute dei nostri concittadini, riteniamo che dover dire di “no’’ sia un segnale di forza, non di debolezza”.

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Una decisione inevitabile, quindi, che però conferma una sorta di “discriminazione” messa in campo dal Covid 19, che danneggia una parte importante dell’economia, “quella fatta di persone”, come definita nella riflessione di Alfredo Murgo, del Cercalibro, risparmiando “quella delle banche, della grande distribuzione, delle vendite online” che “non si è fermata mai”. “Un’altra rinuncia per salvaguardare la salute di tutti. Nulla da dire. […] Ma la confusione delle bancarelle ci mancherà”.

Un altro settore che continua a pagare un prezzo pesante è quello della ristorazione. Con l’impennata dei contagi nel periodo natalizio, tante sono state le disdette in un momento tradizionalmente proficuo per i ristoranti; non solo, è tornato anche l’asporto, rimodulando e rivedendo i menù, per renderli adattabili anche all’home delivery senza troppi stravolgimenti.

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Dal primo lockdown ad oggi gli imprenditori dei pubblici esercizi hanno vissuto una vera e propria odissea, dovendo fare i conti con il crollo del loro fatturato, l’impossibilità a pianificare la loro attività e una diffusa sensazione di accanimento dei provvedimenti. Come accaduto ad esempio ai titolari di attività presenti nei centri commerciali, chiusi per un lungo periodo durante il week end.

Durante la prima ondata ci sono stati i ristori che, seppur a singhiozzo e in ritardo, hanno consentito a qualcuno di poter andare avanti. L’impatto della pandemia sul settore ristorativo è stato terribile, con perdite che si sono aggirate anche intorno al 90 per cento. Adesso i ristori non ci sono e siamo all’ennesima ondata di Covid 19. Mancano i clienti, ma le spese ci sono comunque: affitti, utenze, fornitori.

Insomma, l’economia continua a subire i colpi del Covid 19. Soprattutto, appunto, “l’economia fatta di persone”, come quella rappresentata dalla Fiera dell’Epifania o dalle attività di somministrazione.

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