La quarantena non è più considerata malattia: cosa cambia

Il governo dimentica chi è in quarantena che non è più equiparata alla malattia. La tutela è finita e così sarà se non ci saranno altre risorse.
Il risultato è che in questo momento non hanno più diritto all’indennità dell’Inps i circa 10 milioni di italiani che hanno ricevuto la seconda dose di vaccino da oltre 5 mesi, non hanno ancora fatto il booster e dunque in caso di contatto con un positivo al Covid sono tenuti a chiudersi in quarantena a casa senza poter andare a lavoro.
Il pasticcio nasce dal fatto che nonostante la quarta ondata e l’impennata dei casi né la manovra né il Milleproroghe prevedono il prolungamento della tutela per chi essendo potenzialmente contagiato non può andare al lavoro.
Lo scorso anno l’equiparazione alla malattia è stata reintrodotta solo in ottobre, dopo mesi di appelli da parte di sindacati e aziende, e con una differenza sostanziale rispetto alle norme introdotte nel 2020: i costi non sono più stati coperti dallo Stato come aveva stabilito il governo Conte nel pieno dell’emergenza. Il nuovo esecutivo ha optato per il regime ordinario che vale per qualsiasi altra patologia: i primi tre giorni di assenza sono pagati dal datore di lavoro, il resto è coperto al 50% dall’azienda e al 50% dall’Inps. Tutto questo, però, solo fino al 31 dicembre 2021.
Chi svolge attività che non consentono lo smart working deve sperare che il datore di lavoro voglia farsi carico del pagamento dei giorni di assenza. Idem per i lavoratori fragili (dagli immunodepressi ai pazienti oncologici) che non hanno la possibilità di lavorare da remoto. E lo stesso problema si pone per i genitori di bambini quarantenati, visto il bonus baby sitter non è stato rifinanziato. Rimane solo, fino al 31 marzo, l’opzione del congedo parentale.

Quarantena: tutela diversa per vaccinati e No Vax
La tutela è finita il primo gennaio e così sarà se non ci saranno altre risorse e questo nonostante il periodo di emergenza sia stato prorogato al 31 marzo 2021. Del resto, va anche detto che la quarantena sarà molto meno frequente per chi è vaccinato o guarito, grazie alle nuove regole previste dal governo in caso di contatto stretto (o ad alto rischio) con un positivo al Covid, come è scritto nella circolare emanata il 30 dicembre 2021 dal ministero della Salute “Aggiornamento sulle misure di quarantena e isolamento in seguito alla diffusione a livello globale della nuova variante VOC SARS-CoV-2 Omicron”.
Non deve più fare la quarantena chi ha completato il ciclo vaccinale primario o la dose di richiamo o è guarito da 120 giorni.
Fino al decimo giorno successivo all’ultimo contatto queste persone hanno l’obbligo di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo Ffp2 e di effettuare — solo qualora siano sintomatici — un test antigenico rapido o molecolare al quinto giorno successivo all’ultima esposizione al caso. Per i vaccinati da più di quattro mesi, invece, la quarantena scende da 7 a 5 giorni, con obbligo di tampone negativo al termine di periodo di isolamento. Invece chi non è vaccinato (e i lavoratori No Vax sono circa 2,5 milioni) o non è guarito dal Covid ha l’obbligo di rimanere in quarantena per dieci giorni.