Tamponi salivari rapidi poco attendibili: perché i bimbi under 6 non partecipano allo screening

7 gennaio 2022 | 10:49
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Tamponi salivari rapidi poco attendibili: perché i bimbi under 6 non partecipano allo screening

È partito il 7 gennaio 2022 lo screening agli studenti in Abruzzo, per un rientro a scuola in sicurezza. Test antigenici rapidi per tutti i bambini dai 6 anni in su. Perché non far partecipare anche gli alunni più piccoli? Le spiegazioni

Scatta lo screening per il rientro a scuola in Abruzzo. Il 7 gennaio 2022 il via ai test antigenici rapidi in diversi Comuni: si andrà avanti nel corso dell’intero weekend. L’esercito interverrà nelle giornate di sabato e domenica, per fornire assistenza al personale sanitario. Saranno presenti tre team in provincia: uno su L’Aquila, uno su Avezzano e uno sull’area di Sulmona (vi abbiamo fornito tutte le informazioni utili qui: L’Aquila – Avezzano). In molti, però – i genitori su tutti – hanno lamentato l’esclusione dallo screening dei bambini al di sotto dei 6 anni. Perché non comprendere anche loro, visto l’imminente rientro a scuola?

I Comuni, nell’organizzazione dello screening, hanno applicato il vademecum con le linee guida di Regione e Azienda Sanitaria. Lo screening è stato disposto dall’ordinanza regionale del 31/12/2021, che prevede l’inclusione delle scuole di ogni ordine e grado: classificazione che non include le scuole dell’infanzia e gli asili nidi, non essendo scuole dell’obbligo. Quindi attività di screening disposte dalla scuola primaria in su, escluse ovviamente le università.

Trattandosi di disposizioni da parte di Regione ed AA.SS.LL. quindi, non spetta ai sindaci decidere se includere anche i bambini delle scuole materne o dei nidi nello screening scolastico. Il perché è presto detto: per la fascia d’età inferiore ai 6 anni non è consigliabile il tampone antigenico oro – faringeo rapido in quanto traumatizzante. Per tutti i bambini che non abbiano ancora compiuto sei anni, quindi, l’Azienda sanitaria procede a verificare l’eventuale contagio attraverso l’utilizzo del tampone salivare molecolare.

Tuttavia, c’è differenza fra i test salivari rapidi e i test salivari molecolari. Entrambi funzionano con prelievi della saliva – di conseguenza, sono più facili da somministrare ai più piccoli – ma i molecolari sono gli unici attendibili. I salivari rapidi, invece, non vengono riconosciuti validi nemmeno per ottenere il green pass.

Abbiamo chiesto maggiori chiarimenti in proposito al dottor Domenico Pompei, dirigente del Servizio di Igiene e Prevenzione della Asl1, Avezzano Sulmona L’Aquila.

“Il test antigenico rapido, in considerazione della sua procedura, viene considerato traumatizzante per i bambini al di sotto dei 6 anni d’età, per questo è opportuno non farlo se non c’è stretta necessità”, sottolinea Pompei.

Per quanto riguarda i test salivari rapidi. “Non li abbiamo a disposizione. Inoltre sono molto meno attendibili rispetto agli altri test, quindi necessiterebbero di ulteriore conferme. Per questo si è scelto di testare gli studenti dai 6 anni in su, considerando anche le regole maggiormente stringenti previste per la scuola dell’infanzia, dove all’emergere di un caso tutti vengono messi in quarantena”.

Infine, conclude Pompei, “È anche una questione di fluidità del procedimento. I bambini più piccoli possono porre problemi durante la somministrazione del test. Si preferisce, quindi, farlo solo se strettamente necessario, soprattutto in ambito ospedaliero e se ci sono sospetti concreti di positività o contatti stretti con casi positivi: mentre non si tende a fare test per semplici attività di screening”.

Il test salivare rapido, infatti, secondo gli esperti non raggiunge livelli minimi accettabili di sensibilità e specificità, per questo non fa parte dell’elenco dei test validi al fine di ottenere il green pass. Comunque il CTS non ne ha soppresso l’utilizzo: lo considera semplicemente un’alternativa per bambini e individui fragili, che avrebbero difficoltà a sottoporsi a tamponi nasali. Ha un’accuratezza che va dal 50% al 70%.