Effetti collaterali da covid19

Sport solo con Super Green Pass, “adolescenti vittime invisibili”: lettera appello alle istituzioni

Sport e restrizioni, "Gli adolescenti sono vittime invisibili, a cui sono state richieste rinunce di crescita ed esperienze". La lettera di 3mila genitori di atleti alle istituzioni. Dall'Abruzzo il coordinatore Passacantando risponde a Bertolaso

L’aumento dei casi Covid e le nuove misure imposte dal Governo, complicano l’attività sportiva di giovani che vorrebbero solo poter portare avanti la loro passione, in serenità. “Ci sono tanti adolescenti vittime invisibili”. Intanto il coordinatore regionale di Educazione fisica Abruzzo, Antonello Passacantando risponde a Bertolaso: “Non si tocchi l’educazione fisica a scuola!”.

Si leva alta la voce di adolescenti e genitori a difesa dello sport. Alle istituzioni la lettera di genitori che dicono no alle ultime disposizioni del Governo, che – senza imporre obblighi vaccinali per i giovani – dispone l’obbligo di green pass rafforzato (super green pass) per l’accesso alle palestre, piscine e per svolgere sport di quadra, per tutte le attività al chiuso. “Sport negato a tantissimi giovani che non sono vaccinati per motivi diversi”, protestano i genitori, nella lettera indirizzata a istituzioni e alle federazioni sportive nazionali. Intanto, proprio dall’Abruzzo, arriva un’autorevole risposta alle parole – rilasciate nel corso di un’intervista – da Guido Bertolaso, coordinatore della campagna vaccinale della Regione Lombardia.

Il Super Green Pass per lo Sport, i genitori non ci stanno

“Gli adolescenti sono vittime invisibili, a cui sono state richieste rinunce di crescita ed esperienze incredibili”. 

Tremila genitori di atleti italiani hanno inviato, il 5 gennaio, una lettera aperta al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, al ministro della Salute, a varie Istituzioni italiane ed internazionali e a tutte le federazioni sportive italiane, per richiamare l’attenzione sulla condizione dei propri figli minorenni che, da domani, 10 gennaio, non potranno più partecipare alle attività sportive, o perché con Green Pass da vaccinazione in scadenza o perché non vaccinati per motivi di varia natura.

Sport negato, la lettera

“I decreti legge 221 e 229 impongono nuove e drammatiche restrizioni anche ai ragazzi che fanno sport, oltre che all’intera popolazione del nostro paese”, spiegano i genitori.  Secondo quanto si legge nella loro lettera, “pare curioso che il Ministero della Salute non sappia o dimentichi quanto lo sport sia fondamentale nella crescita dei nostri giovani e nella formazione dei futuri cittadini italiani. Pare curioso che il Ministero della Salute non ritenga doveroso dover mettere in atto ogni sforzo perché nessuno sportivo debba essere fermato, bensì incoraggiato, sostenuto ed aiutato ad andare avanti”.

I firmatari della lettera continuano segnalando che punire con l’esclusione atleti che per mesi si sono sottoposti a tamponi pur di poter praticare sport, appare un’inutile e dannosa misura che potrebbe avere conseguenze gravissime sulla salute mentale dei ragazzi, quali ad esempio depressione, ansia e senso di frustrazione, né servirà a fermare la circolazione del virus. Inoltre, a ferire ancora di più i nostri figli e le famiglie tutte, contribuisce la totale assenza di empatia e di vicinanza da parte di Enti, Federazioni e Associazioni sportive, dei compagni di sport e delle loro famiglie. Tali enti e associazioni sportive poi, per rispettare tali dettami normativi, si trovano costretti ad emettere note di sospensione per gli atleti e i lavoratori del settore hanno il gravoso obbligo di controllare le certificazioni verdi. Anni di sacrifici, abnegazione e allenamenti vengono cancellati da articoli di legge. Gran parte della loro vita viene distrutta da due decreti. Sogni e speranze. Bisognerà rinunciare a percorsi formativi cominciati da anni, con tutte le conseguenze che questo arresto avrà su forma fisica, psiche e risultati sportivi dei nostri ragazzi”.

Super green pass anche al bancone: “O controlli o fai i caffè, i clienti si stancano e vanno via”

I grandi timori dei genitori firmatari dell’appello trovano conferma in 2 autorevoli studi, di cui si illustrano gli aspetti salienti:
1) Dossier: adolescenti in lockdown, a cura del Centro Clinico di Psicologia di Monza;
2) Studio promosso dal Dipartimento di Neuropsichiatria infantile dell’Ospedale Gaslini di Genova.

In entrambe le indagini, pubblicate su autorevoli riviste scientifiche internazionali, si presentano “dati allarmanti sulla condizione di molti adolescenti che, in seguito al secondo lockdown, hanno avuto problemi psicologici anche molto gravi. In molti casi si è rilevato un aumento di stati di agitazione e ansia, sintomi dissociativi, disturbi del sonno, tentativi di suicidio. I curatori di tali ricerche hanno inoltre evidenziato che l’attività fisica e ludica, svolta insieme ai propri pari, è in grado di far produrre neurotrasmettitori benefici per la salute psico-fisica”.

“Ci domandiamo, infine, se sia sensato lasciare a casa dei ragazzi sani e speriamo vivamente che sia possibile prevedere qualche iniziativa analoga a quella promossa dal Governatore Zaia, che ha reintegrato al lavoro molti sanitari sospesi, prevedendo per loro tampone di verifica ogni 4 giorni. Intervenite subito, i nostri figli stanno male!”. Così si conclude l’appello dei genitori di 3mila atleti indirizzato alle istituzioni nazionali. 

Dall’Abruzzo, Antonello Passacantando indirizza una lettera di risposta a Bertolaso: “Non si tocchi l’educazione fisica dalle scuole”

Lettera semiseria di un professore di educazione fisica ai suoi colleghi e a Bertolaso: il coordinatore regionale d’Abruzzo risponde all’ex presidente della Protezione Civile.

“Cari colleghi,
la storia umana e professionale di ciascuno di noi è fotografia così nitida ed oggettiva che nessun agente potrà mai scalfire. Questo vale anche per Guido Bertolaso, 72 enne medico e funzionario, tra l’altro per un decennio al vertice della Protezione civile, che, al di là del giudizio personale, si è guadagnato sul campo meriti e riconoscimenti pubblici. Uomo delle istituzioni, dirigente di valore, medico stimato ma, non certo, tuttologo. I latini avrebbero detto: sutor ne ultra crepidam (che il calzolaio non giudichi più in su della scarpa) per carità, senza offesa. Per capirci, e senza incorrere in equivoci e fraintendimenti, è come se un cardiochirurgo, per quanto bravo e meritevole, cominciasse – rinunciando a fare tesoro del rasoio di Occam – a discettare sui massimi sistemi del mondo digitale. Che possa essere un luminare nel campo della chirurgia del cuore nessun dubbio, che meriti stima e riconoscenza in tale ambito, nulla da dire ma, che – per questo – possa imporre il suo pensiero su argomenti a lui poco noti o del tutti sconosciuti, questo no. E con tutto il rispetto di questo mondo!

In buona sostanza, però, è quello che è successo nei giorni scorsi al Nostro. Si è sentito in dovere, rivestendo i soliti e laceri abiti del tuttologo, di dare consigli, a destra e a manca, su una materia che non è proprio nelle sue corde e tra le sue conoscenze migliori. Guido Bertolaso, consulente della Regione Lombardia per la campagna vaccinale, in un’intervista a La Stampa suggerisce cosa evitare a scuola: «Innanzitutto evitare momenti di attività didattica non fondamentali, come l’educazione fisica…». La frase si commenta da sé, in un amen ha schiaffeggiato secoli di storia della pedagogia e spernacchiato studi e lavori scientifici sulla centralità dell’educazione motoria nel percorso formativo.

La scuola non è il suo mestiere, va perdonato per questo, lo si capisce da come ne parla. Ma perché, allora, ne deve parlare? Proprio lui, uomo di scienza, senza un’adeguata verifica, un corretto sostegno probatorio come può abbandonarsi a simili castronerie? Così verrebbe proprio da citare il Sommo poeta; Guido, i’ vorrei che tu…facessi un po’ più di attenzione prima di parlare su argomenti a te sconosciuti.

Bisogna ascoltare molto e parlare poco per governare bene uno Stato, diceva il Cardinale Richelieu. E qui, mi sembra, non sia proprio fuori luogo, no?”, Professor Antonello Passacantando, Coordinatore regionale di Educazione Fisica Abruzzo.

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