Covid19, Draghi: “La scuola deve restare aperta, problemi dipendono dai non vaccinati”

Scuola, vaccini, politica. Draghi: “Il Governo va avanti, ma serve unità. La scuola deve restare aperta. Il problema sono i non vaccinati”.
Draghisi presenta davanti ai giornalisti e alle tv con tre punti fermi:la scuola resta aperta, le misure prese non sono una mediazione al ribasso, l’arma contro il virus resta il vaccino.
Prima di avviare la conferenza stampa, avverte con un tono perentorio che non ammette repliche: non risponderò a domande sul Quirinale. E non farà marcia indietro nemmeno quando qualcuno cerca di fargli dire che i problemi nell’esecutivo dipendono dalla fibrillazione dei partiti in vista della scelta per la Presidenza della Repubblica. Non risponde. E a chi parla della difficoltà incontrata nell’ultima riunione del Consiglio dei Ministri, assicura che si è trattato di un normale confronto tra i ministri, assicura che divergenze maggiori ci sono state quando si è affrontato il tema Giustizia. Quindi il risultato del confronto è stato positivo, non un compromesso al ribasso. E se l’obbligo vaccinale è stato limitato a chi ha oltre 50 anni non è perché ci siano stati veti, ma perché quella è la fascia di età più a rischio.
Affiancato dal ministro della Salute Speranza, dal coordinatore del comitato scientificao Locatelli e dal ministro della scuola Bianchi, ha lasciato ad altri il compito di entrare nel vivo dei provvedimenti con i numeri. Questi riguardano l’età di chi rischia di più, e riguardano soprattutto le differenze tra vaccinati e non vaccinati. I due terzi dei ricoverati in terapia intensiva, ha detto Speranza, non sono vaccinati. Se le aziende ospedaliere sono in difficoltà è proprio per questo. Così l’appello è quello di vaccinare tutti, per garantire una vita quasi normale, per consentire alle attività di andare avanti.
“Stiamo crescendo al 6 per cento” ha detto Draghi, per precisare subito che questo andamento non può essere fermato chiudendo. Nel passato il blocco delle attività è costato un 9 per cento di pil. Ora si cambia, non accusa il suo predecessore per aver imposto il blocco delle attività – allora era necessario – adesso è diverso. Grazie ai vaccini può restare tutto aperto. Si va avanti, con prudenza, ma si avanti.. E su questa linea c’è l’intesa. Il governo lavora bene, può continuare a farlo se c’è condivisione, perché, ha tenuto a precisare, su alcune misure che impattano nella vita dei cittadini c’è bisogno di unità.
Draghi, tema centrale della conferenza è stata la questione della scuola.
Nessuna chiusura, si procede con le misure necessarie, ma si lascia aperta perché sarebbe assurdo tenere tutto aperto e invece non tenere le lezioni in presenza. Assurdo perché non aumenterebbe la sicurezza, “i ragazzi non vanno a scuola e poi la sera vanno in pizzeria o in palestra”. Non solo, ma la dad accentua le diseguaglianze. Smentite anche le divergenze su questo punto. A supporto chiama in causa il ministro Bianchi e il professor Locatelli. Il ministro assicura che i professori che rifiutano la vaccinazione sono soltanto lo 0,71 per cento. Gli insegnanti in quarantena sono circa il 7 per cento. Inoltre sono state garantite le assunzioni di migliaia di nuovi professori. Anche tra i ragazzi la percentuale di contagiati e in quarantena è di circa il 6 per cento. E i comuni che hanno chiesto la chiusura sono poco più del 3 per cento. Resta la posizione della Campania, ma De Luca è stato sconfessato dal Tar. La Sicilia aprirà con tre giorni di ritardo. E in merito alla Puglia, ha assicurato il capo del governo, che il governatore Emiliano ha detto di voler seguire Draghi anche quando non ne condivide le scelte.
Il professor Locatelli ha precisato, richiamando i verbali pubblici del comitato che presiede, che c’è stata unanimità nel sostenere la necessità di tenere gli studenti in classe. In realtà, ma su questo si è sorvolato, ci sono altri medici che esprimono pareri diversi. Ma questa della scuola è la sfida del governo. Draghi su questo è stato irremovibile, non solo, ma ha citato altri Paesi europei nelle nostre stesse condizioni sanitare che hanno garantito più lezioni di noi. Quindi ci dobbiamo adeguare alla media europea. Possiamo farlo grazie ai vaccini.
C’è confusione tra le norme? Troppi provvedimenti? È vero, ammette il presidente del Consiglio, ma la situazione è in continua evoluzione. La confusione poteva essere evitata con una comunicazione più efficace? Draghi ammette che le critiche a lui rivolte sono giustificate, chiede scusa per non aver spiegato subito dopo il Consiglio dei ministri del 5 gennaio le decisioni prese e la conferenza stampa è stata indetta per riparare a un errore.

Un accenno anche alla situazione economica, con l’annuncio che in seguito potrebbero essere messi a disposizioni altri fondi per le categorie colpite dalla pandemia (soprattutto il settore turistico) e per contrastare gli aumenti della bolletta energetica. Come ampiamente prevedibile in molti hanno cercato nelle parole di Draghi segnali politici nascosti. Difficile trovarne se non per ipotesi. Alcuni hanno voluto cercare nelle parole di superMario eventuali segnali su un’ambizione per il Quirinale o la volontà di restare a Palazzo Chigi per portare a termine il lavoro intrapreso. Su questo si sprecheranno le interpretazioni.
C’è chi rileva come non abbia reso esplicita la volontà di non essere candidato per il Quirinale lasciando intendere che sia disponibile. Al contrario c’è chi nota che le affermazioni sul governo che va avanti, sulle misure da portare a termine, ci sia l’intenzione di voler restare a Palazzo Chigi. Forse è meglio dare credito alle parole pronunciate e alla sola indicazione politica che è stata ribadita più volte: c’è voglia di lavorare insieme e per governare l’emergenza ci vuole unità. Forse è questo il messaggio alle forze politiche. Ai cittadini il messaggio è quello di avere fiducia nell’azione di governo, di rispettare le regole e di vaccinarsi. Ma questa è la fotografia di oggi. Il futuro è ancora più incerto dell’andamento della pandemia.