Plastica monouso addio, parte il divieto alla vendita

14 gennaio 2022 | 11:32
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Plastica monouso addio, parte il divieto alla vendita

Plastica monouso: scatta lo stop alla vendita di cannucce, posate, piatti e altri prodotti di plastica non riciclabile e oxo-degradabile.

Questo, però, non significa che da subito non troveremo più questi prodotti nei negozi. Esercenti e produttori potranno infatti usare le scorte esistenti di plastica monouso fino a esaurimento.

Successivamente all’esaurimento delle scorte, chi immetterà sul mercato questi prodotti rischia una sanzione amministrativa che va da un minimo di 2.500 a un massimo di 25.000.Possono arrivare anche fino a 50mila euro se l’immissione contestata coinvolge un quantitativo di prodotti del valore superiore al 10% del fatturato dell’azienda. Ma, è prevista una deroga per chi può dimostrare l’immissione sul mercato di questi prodotti prima dell’entrata in vigore della nuova normativa.

Il 14 gennaio entra in vigore il decreto legislativo 196/2021, che recepisce la direttiva europea “Sup”, Single Use Plastic, del 2019. Nel dettaglio, viene vietata l’immissione sul mercato di posate, piatti, cannucce e altri prodotti anche “oxo-degradabili” (ovvero le materie plastiche contenenti additivi che attraverso l’ossidazione comportano la frammentazione della materia plastica in microframmenti), i bastoncini cotonati (cotton fioc), agitatori per bevande, aste da attaccare a sostegno dei palloncini, alcuni specifici contenitori per alimenti in polistirene espanso, contenitori e tazze per bevande in polistirene espanso e relativi tappi e coperchi.

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Ci saranno anche agevolazioni per le aziende che utilizzeranno oggetti riutilizzabili, compostabili o biodegradabili. A loro sarà infatti riconosciuto un credito d’imposta nel limite massimo complessivo di 3 milioni di euro ogni anno dal 2022 al 2024. Sono previste inoltre campagne di sensibilizzazione sui “vantaggi ambientali ed economici delle alternative basate su prodotti riutilizzabili”.

Per altri prodotti, come le bottiglie di plastica, non è previsto alcuno stop “ma solo requisiti di progettazioni, misure che riguardano la EPR (responsabilità estesa del produttore), target di raccolta differenziata”.

Nello specifico, a partire dal 2025, le bottiglie fabbricate con polietilene tereftalato come componente principale (quelle in PET), devono contenere almeno il 25% di plastica riciclata, percentuale che salirà al 30% a partire dal 2030. Dal 2024, poi, il tappo delle bottiglie in Pet di capacità fino a 3 litri (per i quali la Sup punta a una raccolta differenziata del 77% nel 2025, del 90% al 2029), dovrà essere attaccato al contenitore. Anche per gli attrezzi da pesca ci sono solo misure di sensibilizzazione e che riguardano la responsabilità estesa del produttore.

E poi c’è un altro nodo. “Ad oggi, l’Italia non ha adottato misure risolutive sulla frazione di plastica che usiamo di più, cioè l’imballaggio”, spiega Ungherese, sottolineando che il settore “è poco toccato dalla direttiva. Ci auguriamo una maggiore ambizione dell’Ue nella revisione della direttiva sugli imballaggi attesa per primo quadrimestre 2022, pandemia permettendo”.