Univaq, tensione sulla dad: si continua in presenza

Univaq, qualche tensione sul fronte didattica a distanza. L’Udu: “L’Università dice no alla Dad. Non si discute neanche sulla Dad per il II semestre”. Il Senato Accademico: “Ogni caso sarà valutato a sé”.
Non sono tutte rose e fuori tra i banchi dell’Università dell’Aquila. L’Udu ha assunto una posizione forte, facendo richiesta della Dad nell’ultima riunione del Senato Accademico. Dall’associazione sono giunte, precisamente, richieste su Dad, didattica mista e screening. L’università, però, ha detto no: si continua con la didattica in presenza, ovviamente con le dovute eccezioni. La didattica a distanza – compresi gli esami a distanza – è garantita per quelle categorie di studenti che avevano già diritto alla dad, fin dalla ripresa dell’Anno Accademico in corso. Vale a dire, studentesse e studenti fragili o con disabilità, studenti internazionali o Erasmus e studenti in quarantena.
In una nota inoltrata alla stampa e nel resoconto dell’ultimo confronto pubblicato anche sulla propria pagina Facebook, l’Udu sottolinea:
“Al momento Univaq non intende neanche discutere sul garantire la DAD per tutto il secondo semestre alle studentesse e studenti fragili, lavoratori, a coloro che convivono con fragili, a studenti genitori, dichiarando però che se ne ragionerà alle porte del secondo semestre.Dispiace constatare di essere demonizzati nel momento in cui facciamo una proposta articolata e motivata. DAD e didattica in presenza non sono alternative, ma potrebbero essere integrate nell’università del futuro, sia come strumento per raggiungere le esigenze di tutte e tutti (pensiamo per esempio ai lavoratori), sia per fare fronte alle emergenze (pensiamo a questa pandemia, o per esempio alla neve).
Per Univaq dibattere attorno a questo in maniera serena è quasi impossibile. Speriamo che in futuro tutto questo cambierà”.
Il Capoluogoha ascoltato a tal proposito anche Nino Critelli, del Senato Accademico, il quale ha precisato: “Noi fin da subito, abbiamo scelto una posizione coerente rispetto alle richieste fatte a inizio anno. Per noi, cioè, l’Università deve svolgersi in presenza. La Dad è sicuramente un’ottima alternativa e un buon strumento di supporto, ma non può assolutamente sostituire la didattica tradizionale. Si consideri, poi, che siamo in una situazione diversa rispetto a un anno fa. Siamo tutti vaccinati al giorno d’oggi e abbiamo anche altri strumenti per combattere la pandemia. da questa estate pressiamo l’Università per incentivare le attività di screening. Inoltre, abbiamo un laboratorio molecolare che sarebbe un ottima risorsa per l’intera città, nonostante non venga sfruttata. Queste sono le nostre richieste, ribadite anche nel corso dell’ultima riunione del Senato Accademico”.
“Per il resto, quei casi di studenti impossibilitati di recarsi all’Università – quindi studenti in quarantena, fragili, studenti che vivono con fragili – hanno avuto la possibilità a inizio anno di scegliere se richiedere la modalità di lezioni ed esami in Dad. Stessa possibilità data anche alle donne in allattamento o in gravidanza, alle quali è garantita la didattica a distanza. Ma da qui a pensare che si possa garantire la Dad al 100% ce ne passa. Abbiamo cercato di estendere la modalità a distanza al riscontro di eventuali necessità, questo sì. Per quanto riguarda, infine, il secondo semestre, ancora non c’è alcuna indicazione. Rettore e Senato, consapevoli della situazione e delle richieste, hanno precisato c he saranno valutati i singoli casi”.