Romanzo quirinale

Berlusconi rivendica il candidato, Draghi guarda al Quirinale

Berlusconi resta ad Arcore: sarà lui a sciogliere la riserva e indicare il candidato. Salvini e Meloni, infastiditi, vogliono un vertice. Intanto Draghi...

Romanzo Quirinale, Berlusconi resta ad Arcore: sarà lui a sciogliere la riserva e indicare il candidato. Salvini e Meloni, infastiditi, vogliono un vertice. Draghi guarda al Quirinale.

Romanzo Quirinale, puntata tre. La rubrica di Giuseppe Sanzotta, editorialista del Capoluogo e già direttore de Il Tempo, verso l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica.

Il vertice di Centrodestra non c’è stato come Il Capoluogo aveva anticipato. Non c’è stato perché Berlusconi, consapevole di non avere i numeri per arrivare al Quirinale, non ha nessuna intenzione di farsi da parte. Così è rimasto nella casa di Arcore, mandando all’esterno due messaggi: che sia ancora in corsa e alla ricerca di voti e viceversa che voglia indicare lui un candidato. Rientrato nel vivo della partita adesso non vuole lasciare ad altri la regia della situazione. Se, come appare probabile, sarà lui stesso ad annunciare la fine del suo tentativo, nello stesso tempo sarà lui stesso a fare una proposta.

Fino a qualche giorno fa la carta di riserva di Berlusconi era quella di un nuovo mandato a Mattarella. Un po’ sulla falsariga del 2013, quando fu lui a proporre un Napolitano bis. Ora invece sta pensando a una situazione diversa. Potrebbe indicare Draghi, una soluzione che riceverebbe il consenso del Pd, togliendo però a Letta, che su Draghi ha puntato, il merito delle proposta. Nello stesso tempo metterebbe Salvini e Meloni davanti al fatto compiuto. O meglio ricorderà loro che è sempre lui il protagonista principale del centrodestra.

Questo per la verità è un risultato raggiunto già. Con la sua candidatura ha impedito a Salvini di avviare quelle consultazioni annunciate prima di Natale. Ha indotto la Meloni ad assumere un ruolo marginale e se proponesse Draghi toglierebbe a Letta e al Pd anche il merito della proposta. Che piaccia o no, Berlusconi si è preso la scena. Ha bloccato ogni iniziativa a Destra, come a voler ricordare che è sempre lui il leader della coalizione. Infatti Salvini è bloccato e secondo alcuni sarebbe furente, la Meloni cerca un ruolo e anche lei infastidita ha annunciato che se non sarà convocato sarà lei a chiedere un vertice di centrodestra.

Appare evidente che i vertici sono convocati da Berlusconi e se il Cavaliere preferisce restare ad Arcore, invece di scendere a Villa Grande a Roma, il vertice salta. Allora chi comanda? Berlusconi è tornato protagonista e vuole esserlo fino in fondo. Ha cullato il sogno di andare al Quirinale, ma se non ci riuscirà vuole essere lui a guidare il gioco. E in effetti è così. Tutta l’attenzione è rivolta ad Arcore. Il segnale verrà da quella casa. Domani, o forse lunedì. Agi altri non resta che aspettare.

Naturalmente la sinistra si prende il merito di una vittoria per una battaglia mai combattuta. Letta ha giocato in contropiede. Ha bocciato la candidatura di Berlusconi, ha fatto credere che stavolta l’onore della scelta del Capo dello Stato spettasse al centrodestra, a patto che fosse indicato un nome gradito. Fallito il tentativo di Berlusconi, si sono riaperti i giochi. Letta ha semplicemente ricordato che la sinistra, così come la destra, non ha la forza di imporre un nome. Serve un’intesa. I tavoli pronosticati alla vigilia non ci sono stati.

E adesso? Si aspetta la mossa di Berlusconi. Se candiderà Draghi la strada è spianata nonostante le divergenze nei 5 stelle. Semmai il problema riguarderà il governo. Molti parlamentari sarebbero pronti a votare Draghi, ma vorrebbero avere la certezza che ci sarà un nuovo governo e che non si andrà al voto anticipato. Ma chi potrebbe succedere a Draghi a Palazzo Chigi? Forse i nomi da fare sono due: uno per il Quirinale e uno per Palazzo Chigi.

La partita è aperta, il nuovo capitolo di Romanzo Quirinale è ancora tutto da scrivere.

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