La tragedia di campo felice

Schianto elisoccorso, cinque anni dopo: ricordando Walter, Peppe, Mario, Davide, Gianmarco ed Ettore

Cinque anni dallo schianto dell'elisoccorso del 118 a Monte Cefalone. Il ricordo di Walter Bucci, Giuseppe Serpetti, Mario Matrella, Davide De Carolis, Gianmarco Zavoli ed Ettore Palanca.

A bordo dell’ elisoccorso del 118 il 24 gennaio 2017 viaggiavano Walter Bucci, Giuseppe Serpetti, Mario Matrella, Davide De Carolis e Gianmarco Zavoli.

Il veivolo si schiantò su Monte Cefalone nel corso di una operazione di recupero di uno sciatore, Ettore Palanca, sulle piste di Campo Felice: anche lui morì nell’impatto. Sei le vittime.

Erano i giorni delle grandi nevicate, delle scosse di terremoto, della tragedia di Rigopiano: un’altra vicenda, quella, cui le vittime dell’ elisoccorso erano legate perché alcuni di loro – Walter Bucci, Davide De Carolis e Mario Matrella – erano proprio lì, a Rigopiano, pochi giorni prima di salire sull’elisoccorso del 118 sul quale, poi, hanno perso la vita.

Rigopiano, cinque anni dopo e un dolore sempre vivo

È così che il 24 gennaio sembra essere diventata una data funesta per gli abruzzesi e, in particolare, per gli amanti della montagna.

L’anno scorso proprio il 24 gennaio, nella Valle Majelama, sul Velino, facevano perdere le loro tracce quattro escursionisti: Valeria Mella, Gianmarco Degni, Gian Mauro Frabotta e Tonino Durante. Solo dopo quasi un mese di ricerche i loro corpi sono stati ritrovati.

Cinque anni dopo, il ricordo di Walter Bucci, Giuseppe Serpetti, Mario Matrella, Davide De Carolis, Gianmarco Zavoli ed Ettore Palanca è ancora vivo.

Lo è perchè quel fatto di cronaca scosse ancor di più le anime di una popolazione stremata dal dolore, andando a toccare chi mette a rischio la propria vita per salvare quella di altri. E a volte, cade nel farlo.

E ricordando i loro nomi, sono diverse le iniziative che sono state intraprese per ricordare le vittime dello schianto dell’ elisoccorso del 118 su Monte Cefalone: nel giugno 2017 la Giunta comunale decise di intitolare loro una piazza, davanti al monumento ai caduti alla Villa: Largo Caduti del Soccorso.

Largo Caduti del Soccorso: L’Aquila non dimentica

Sempre a giugno fu posta una fontana – grazie ai tecnici del Cnsas, all’Associazione aquilana “Corridori del Cielo”, del 118 e delle ditte Unirest e Sarra Marmi – lì dove vi era un’antica fonte, “Fonte Cefalone” appunto: sulla targa si legge “Più forte del loro coraggio fu la nebbia”.

Schianto elisoccorso 118: fontana per le vittime di campo felice

A Davide De Carolis, tecnico teramano del soccorso alpino particolarmente legato alle nostre montagne, è stato dedicato anche un sentiero.
Nel tempio dei Medici d’Italia è stata apposta una targa per ricordare Walter Bucci. “Walter Bucci – ha commentato il presidente dell’Ordine dei Medici dell’Aquila Maurizio Ortu in quell’occasione– non poteva non essere inserito all’interno del tempio dedicato alla Madonna del santissimo Rosario e a San Luca, una vita passata ad aiutare il prossimo, sempre pronto in qualsiasi emergenza”.

Schianto elisoccorso 118, chi erano le vittime

Walter Bucci, rianimatore, aveva 57 anni: sposato, fiero papà di due figlie, una grandissima esperienza nei soccorsi in montagna. Volontario del Soccorso Alpino, sempre pronto a partire ed andare ad aiutare gli altri. Era fra i soccorritori intervenuti a Rigopiano appena una settimana prima di quello schianto.

Davide De Carolis di anni ne aveva 39: il più giovane su quell’elicottero. Teramano, sposato, padre di una bimba. Un amore viscerale per la montagna: da adolescente era già nel Cai, a 21 anni gestiva un rifugio sul Gran Sasso. La sua base era a Santo Stefano di Sessanio, dove gestiva un’attività di ristorazione: anche lui era stato a Rigopiano pochi giorni prima, per aiutare nei soccorsi.

Giuseppe Serpetti, Peppe, aveva 58 anni. Infermiere aquilano, alpino, papà di due bimbi, Peppe era un uomo grande e generoso, con la passione del soccorso in elicottero.

Alla guida dell’elicottero c’era Gianmarco Zavoli, 47 anni: abitava a San Giuliano a Mare, in provincia di Rimini. Pilotava l’Agusta modello Aw139. Aveva partecipato a missioni all’estero, come in Afghanistan: da quando aveva lasciato l’Aeronautica, Gianmarco Zavoli aveva iniziato a lavorare come pilota per il 118. Una settimana in servizio a Rimini ed un’altra a L’Aquila.

Mario Matrella, 42 anni, di Foggia, tecnico di volo, era l’esperto del verricello. Aveva vissuto per un periodo della sua vita a Putignano, ed era ritornato a vivere a Foggia. Lascia quattro figli. Dipendente della Inaer Aviation spa, ma con un passato da tecnico dell’Alidaunia, faceva parte anche del soccorso alpino.

Ettore Palanca aveva 50 anni. Romano, si era fratturato, sciando sulle piste di Campo Felice, tibia e perone. Lavorava insieme alla moglie all’hotel Rome Cavalieri: lui maitre al ristorante, lei nel management.

Nessuna fiaccolata li ricorderà quest’anno: il Covid ne impedisce lo svolgimento. Ci sarà una messa, alle 11, nella cappella provvisoria all’ospedale San Salvatore dell’Aquila. Ma il loro ricordo è ancora vivo in quanti li conoscevano e i hanno vissuto con angoscia quella giornata.

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Schianto elisoccorso, le indagini e le iniziative in memoria

C’era una fitta nebbia in zona: l’elicottero si schiantò, dopo un tentativo di manovra, su un costone di Monte Cefalone.

Nel dicembre 2018 l’archiviazione dell’inchiesta su quell’incidente: nessun’altra responsabilità eccetto quelle del pilota, deceduto nello schianto.

Schianto 118 Campo Felice, inchiesta archiviata

Schianto elisoccorso su Monte Cefalone: il ricordo dell’Accademia Medica della  Provincia dell’Aquila

In occasione del quinto anniversario dell’incidente di Monte Cefalone avvenuto il 24 gennaio 2017, l’Accademia Medica della Provincia dell’Aquila “Salvatore Tommasi” onlus, ricorda quell’evento tragico in cui persero la vita il dottor Walter Bucci e l’infermiere Giuseppe Serpetti, Sanitari del 118 dell’Ospedale San Salvatore dell’Aquila, il tecnico di bordo Mario Matrella, Davide De Carolis, tecnico del soccorso alpino, il pilota Gianmarco Zavoli, e il paziente soccorso, Ettore Palanca. L’incidente seguiva di 1 settimana la strage di Rigopiano, ai cui soccorsi i sanitari di L’Aquila avevano partecipato con professionalità e abnegazione. La strage di monte Cefalone è una ferita che non potrà rimarginarsi, una delle tante della città di L’Aquila, che, oggi più che mai, deve ricordarci quanto sia importante il ruolo dei sanitari e dei tecnici che lavorano, spesso nell’ombra, giorno e notte nella “filiera dell’emergenza urgenza”. Il COVID continua ad esserne triste testimonianza.

“Se il sistema del soccorso si muove spesso per necessità, per incidenti imprevisti e imprevedibili – ha dichiarato Ettore Martini Presidente di Accademia Medica – va ricordato che altrettanto spesso gli incidenti, soprattutto quelli in montagna, sono frutto di superficialità e imprudenza. In questi giorni, purtroppo, ve ne sono stati numerosi. È per questo che l’Accademia ha lavorato durante il 2021 su progetti di sensibilizzazione della popolazione sul tema della sicurezza in montagna, e intende continuare nel 2022”.

Il 24 gennaio era già in programma presso il dipartimento MESVA dell’Università dell’Aquila una giornata di formazione sulla montagna, con la partecipazione di autorevoli relatori, che dovrà essere rimandata causa recrudescenza dei contagi da COVID. È stata comunque organizzata, a cura del personale del 118 dell’Ospedale San Salvatore, presso la chiesa di Coppito, alle ore 11:00, una messa in ricordo delle vittime. La messa sarà presieduta da Mons. Antonio D’Angelo, Vescovo ausiliario. Concelebreranno Don Giuseppe e Padre Luciano. Essa sarà animata dal coro del Club Alpino Italiano, diretto dal Maestro Giulio Gianfelice. Tutti gli amici di Walter, Peppe e degli altri componenti dell’equipaggio sono invitati a partecipare, per non dimenticare.

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