Falsi contratti di lavoro per incassare la disoccupazione, scoperta truffa all’Inps

25 gennaio 2022 | 15:20
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Falsi contratti di lavoro per incassare la disoccupazione, scoperta truffa all’Inps

Avevano messo in piedi un’associazione a delinquere per poter truffare l’Inps attraverso falsi contratti di lavoro grazie ai quali poi incassavano le indennità di disoccupazione.

Avevano messo in piedi un’associazione a delinquere per poter truffare l’Inps attraverso falsi contratti di lavoro grazie ai quali poi incassavano le indennità di disoccupazione.

È la truffa scoperta al termine dell’inchiesta “Naspi”, portata avanti dal 2018 dalla Procura di Campobasso insieme ai Carabinieri del
Nucleo operativo del capoluogo e a quelli dell’Ispettorato dellavoro. L’indagine ha portato all’esecuzione di sei misure cautelari con l’obbligo di dimora, chieste dalla Procura e concesse dal Gip, e al sequestro di denaro e beni immobili per300mila euro, a tanto ammonta la cifra secondo gli investigatori sottratta all’Inps.

I destinatari delle misure cautelari sono tre commercialisti di Venafro (Isernia) e San Salvo (Chieti), un consulente legale di Trivento (Campobasso) e due imprenditori di Trivento e Roccavivara (Campobasso), soci o amministratori di alcune delle società coinvolte. 53 invece complessivamente le persone denunciate. Tra i comuni nei quali sono state eseguite le misure cautelari ci sono Trivento e Roccavivara (Campobasso). L’inchiesta è partita da una segnalazione della Direzione regionale dell’Inps che aveva riscontrato anomalie nelle pratiche di disoccupazione per una cinquantina di lavoratori dipendenti delle società poi coinvolte nelle indagini. I dettagli dell’inchiesta sono stati resi noti in conferenza stampa al Comando provinciale dei Carabinieri, tenuta dal procuratore Nicola D’Angelo, dal comandante provinciale dei Carabinieri, Luigi Dellegrazie, e dal direttore regionale vicario dell’Inps Fabrizio Giorgilli.

Al termine delle indagini è emerso che per richiedere all’Inps le indennità di disoccupazione non dovute era stata creata una rete di società, di fatto non operanti, utilizzate per assumere e licenziare dipendenti per i quali poi veniva richiesta l’indennità assistenziale. Tra i 53 indagati ci sono numerosi dipendenti delle società coinvolte. La posizione di alcuni di loro è oggetto di accertamenti, essendo emerso che in alcuni casi sono stati utilizzati i nomi di persone estranee alla truffa.

Tra le accuse contestate, oltre all’associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dell’Inps, ci sono anche falsità ideologica e falsità materiale aggravata e continuata.

Oltre ai sei considerati gli ideatori della truffa ci sono anche 45 lavoratori fittizi, un medico del lavoro e un responsabile di Caf. Sette le società coinvolte, 4 in provincia di Campobasso e 3 in quella di Isernia. Ci sono poi altre sei società coinvolte per false fatturazioni, sono molisane e in un caso della provincia di Caserta.