Il grido d'aiuto

Anche le piscine annegano per la crisi: “Se vogliono farci chiudere, non chiuderemo in silenzio”

Piscine, senza aiuti si muore. "Non c'è stata mai una vera ripartenza: se dovessimo ammortizzare i rincari aumentando i prezzi non avremmo più iscritti. Chi ci aiuterà?".

Nuoto, così non va. Piscine in agonia. “Senza aiuti si muore. Non c’è stata mai una vera ripartenza e se dovessimo, ora, ammortizzare i rincari delle utenze aumentando le tariffe non avremmo più iscrizioni. Chi ci aiuterà?”. Il grido di aiuto arriva dai gestori degli impianti e da Federnuoto: piscine sempre più a rischio chiusura.

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Che fine faranno le piscine? L’Sos lanciato al Capoluogo. “A fronte di un calo degli iscritti, registrato in questi mesi, c’è stata l’esplosione delle bollette. Le piscine sono state praticamente martoriate dalle varie normative anti Covid…perché questo accanimento? Siamo davvero stanchi. Se qualcuno vuole che le piscine chiudano, le piscine chiuderanno, ma non in silenzio. Bisogna sapere che la politica non sta muovendo un dito per aiutarci. Ci vengono date normative impossibili da seguire, a causa dei costi che richiedono. Per mettere l’acqua a temperatura, pulirla, pagare i fornitori e rispettare puntualmente tutte le disposizioni previste si spende un patrimonio che, a queste condizioni, nessuno può più permettersi. Eppure nessuno lo capisce e nessuno ci ascolta”, ci spiega il Presidente del comitato regionale di Federnuoto Abruzzo, Cristiano Carpente, ascoltato dalla nostra redazione.

Per questo, proprio Federnuoto ha lanciato l’appello al Presidente Marsilio affinché si intervenga a sostegno di una categoria che rischia di sparire in Abruzzo (e non solo), privando l’intero territorio di strutture che garantiscono, tra l’altro, un servizio di pubblica utilità.

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Non abbiamo mai ricominciato a lavorare ‘normalmente’ da quando è scoppiata la pandemia. Tutti gli impianti hanno dovuto sostenere spese importanti per poter riaprire, dopo mesi pesantissimi di chiusura totale, in cui pure le spese di gestione e manutenzione degli impianti non sono mancate…ma sappiamo tutti che con il numero di persone ridotto nelle vasche, con l’aumento graduale delle bollette – ora a costi quadruplicati – e con il totale disinteresse da parte della politica, nazionale e regionale, rimettersi in sesto non è affatto semplice, anzi sta diventando sempre più un’impresa impossibile”, ci spiega Carpente. 

piscine

La situazione piscine, nello specifico dell’Aquila è decisamente complessa: come ha spiegato, nell’intervista rilasciata alla nostra redazione, Gianni Benevieri, che gestisce con la sua società la piscina comunale del capoluogo. “Senza aiuti sarò costretto a chiudere”.

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Il problema, in realtà, è ormai una criticità a livello nazionale.

A raccontarlo sono, purtroppo, i numeri. Come sottolinea Carpente. Su base nazionale circa un terzo degli impianti sta chiudendo. Sembra che nessuno riesca a rendersi conto che il nuoto lo si fa in piscine calde e pulite, che hanno costi ormai insostenibili se si mettono insieme chiusure, limitazioni agli ingressi e bollette alle stelle”. 

“Il dato nazionale ci racconta di fallimenti che avvengono ogni giorno – aggiunge il presidente del Comitato Federnuoto Abruzzo – e ciascun fallimento è un danno sociale importante, oltre che materiale per il gestore, per chi ci lavora e per tutto l’indotto. In generale si pensi alla perdita di un servizio fondamentale: ci sono atleti, ragazzi in via di formazione, persone con disabilità che hanno bisogno di poter svolgere questo sport. Al di là delle volontà politiche, vorrei semplicemente sapere se le autorità e le istituzioni hanno capito bene l’entità del problema e, se sì, chiedo a gran voce se ci siano proposte per risolvere questi problemi. Perché siamo davvero al punto di non ritorno”. 

“La situazione delle piscine va affrontata seriamente. Come Presidente del Comitato regionale di Federnuoto ho provato moltissime volte a sollecitare la Regione. Abbiamo avuto modo di confrontarci anche con i Comuni interessati, ma si tratta di enti già gravati da numerosi problemi e i cui interventi sarebbero a macchia d’olio, rispetto ad una situazione che richiederebbe, urgentemente, un intervento ben strutturato. Ci serve sostegno e lo aspettiamo dalla Regione e, in generale, dal Governo centrale, su cui stiamo cercando di fare pressione assieme agli altri Comitati regionali di Federnuoto. La situazione è veramente drammatica“. 

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