Romanzo quirinale

Quirinale, fallisce la prova di forza del centrodestra: Casellati ferma a 382 voti

QUIRINALE - Un flop la prova di forza del centrodestra. La Casellati si ferma a 382 voti. Senza una intesa nessuno ha la forza di imporre un presidente.

QUIRINALE – Un flop la prova di forza del centrodestra. La Casellati si ferma a 382 voti. Senza una intesa nessuno ha la forza di imporre un presidente. Orano in campo Casini, ma l’ultima carta è l’appello a Mattarella.

Nuova puntata di Romanzo Quirinale. La rubrica di Giuseppe Sanzotta, editorialista del Capoluogo e già direttore de Il Tempo, verso l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica.

QUIRINALE – La notte più lunga, quella in cui si mostrano i muscoli si protrae fino al primo pomeriggio, ed è un flop Elisabetta Casellati in teoria ha 440 voti, la mandano in battaglia sperando possa accrescere le truppe. Invece le perde. Riceve 382 voti, pochi meno di ogni più pessimistica previsione. Finisce così la prova di forza tentata dal Centrodestra. Vien in mente quel vecchio detto in voga nella prima Repubblica: hanno fatto come i pifferi di montagna, andarono per suonare e furono suonati. Gongola nascosto nel suo ufficio Pierferdinando Casini. Lui appare e scompare sia da Montecitorio, dove si reca  per votare, che dai radar dei pronostici. Dicono che quando alla riunione del centrodestra è stato fatto il suo nome Giorgia Meloni abbia alzato la voce. Nome archiviato anche perché non piace ai 5Stelle e non sostenuto dal Pd. Ma quella è la sua forza. Tanto più che adesso si deve ricominciare perché è chiaro che nessuno dei due schieramenti ha la forza per imporre un proprio nome. Fino adesso è stato Salvini a dirigere il gioco cercando una impresa impossibile : salvaguardare la maggioranza di governo e nello stesso l’alleanza con Fratelli d’Italia. Dopo proposte cadute nel vuoto, spinto forse da Giorgia Meloni ha cercato di giocare d’azzardo riunendo il centrodestra e proponendo un proprio candidato. Il nome lo avrebbe comunicato solo questa mattina. Nella notte qualcuno ha pensato che Salvini avesse stretto un patto con Conte, ipotesi avvalorata dal fatto che il leader dei 5Stelle non si sia visto per alcune ore e soprattutto perché in casa Pd è stato notato un crescente nervosismo. Il timore era quello di un accordo sotterraneo per un sostegno dei 5Stelle alla presidente del Senato, che, dicono alcuni ben informati, con diversi messaggi avrebbe chiesto di scendere in campo. Al mattino la realtà si è presentata ben diversa.

Salvini ha  annunciato che il centrodestra unito  avrebbe votato Casellati. Conte, Letta e Speranza invece hanno dato l’indicazione di disertare il voto. Non solo ma è stato Conte a intervenire  pubblicamente per allontanare ogni sospetto e bocciare con decisione la prova di forza del centrodestra. Toni e parole dure che confermano la volontà di non rompere il fronte. Così Meloni, Salvini e Tajani sono andati alla prova del voto, Fratelli d’Italia ripete ormai da giorni: contiamoci. La Casellati può non farcela alla prima prova, ma il fronte avverso si può spaccare. Ma soprattutto i cento grandi lettori senza partito di riferimento, potrebbero correre in soccorso.  Salvini in conferenza stampa ha sottolineato che si tratta di una donna,  sarebbe la prima volt di una donna presidente. Forse ha pesato di più l’avvertimento di Letta: se passa la prova di forza si rompe tutto e si va al voto. I Parlamentari che sanno di non poter essere rieletti sono tanti, 200, 300 o forse più. In caso di elezioni anticipate dovrebbero rinunciare a 8-9 mesi di stipendio. Non ci pensano proprio.  Così in questa sfida (incruenta) all’ok corral si schierano per la speranza. La speranza di una intesa. I rappresentanti di Pd, 5Stelle e Leu si astengono dal voto, così da allontanare sospetti su possibili tradimenti. I senza partito oltre ai rappresentanti del centrodestra votano. Poco prima del voto arriva il messaggio di Berlusconi, un invito a sostenere la Casellati. Invito che cade nel vuoto. Lo si capisce fin allo spoglio delle prime schede. Ci sono i voti per Mattarella, poi Di Matteo. Saranno  quelli degli ex 5Stelle. Poi però appaiono oltre alla solita quota di schede nulla e bianche arrivano  i voti per Casini, Berlusconi e Tajani e altri. Molti di questi voti non vengono dai senza patria, ma dal centrodestra. Se ne accorge la Casellati che siede accanto a Fico, lei ci sperava, ma durante lo spoglio appare anche a lei che è stata trascinata in un flop. La seconda carica dello Stato forse andava preservata. O forse fa parte del gioco politico. Il fatto grave non è che il presidente del Senato non abbia  conquistato voti tra gli incerti, il gruppo misto o lo schieramento di centrosinistra, è grave che abbia perso almeno una sessantina di voti della sua parte.  Così azzoppata può continuare la corsa?

Adesso che è chiaro a tutti che prove di forza non se ne possono fare e che nessuno controlla fino in fondo le proprie truppe, forse è il momento di cercare una intesa. Così si prepara una nuova serie di incontri. Ma tutti sanno che se alla fine sarà fallimento non resterà che andare da Mattarella e chiedergli di accettare una riconferma. Il Romanzo Quirinale continua. E dalle 17 si torna a votare. Ma  giochi sono tutti ancora da fare.

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