Quirinale, verso il Mattarella bis

QUIRINALE – Arriva la svolta: la maggioranza di Governo voterà Mattarella. Draghi resta al Governo.
Nuovo appuntamento con Romanzo Quirinale, la rubrica che ci accompagna all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, a cura di Giuseppe Sanzotta, editorialista del Capoluogo e già direttore de Il Tempo.
Mattarella sarà confermato al Quirinale. La svolta è maturata alle prime ore del giorno quando, per l’ennesima volta, è stata bruciata una candidatura, quella della Belloni, e tra i partiti è cresciuta la consapevolezza che un accordo sarebbe stato impossibile. È stato Letta che, commentando i risultati del giorno precedente con le centinaia di voti andati al Capo dello Stato, ad avvertire che dal Parlamento arriva un segnale che non si può trascurare. Così la Belloni tirata in ballo da Salvini e Conte si è trovata subito un muro di no. Fare il suo nome ha indispettito Di Maio, che accusa Conte. Letta è infuriato. Poi sono arrivati i no di Renzi e di Forza Italia. No determinati dal fatto che il candidato per i centristi doveva essere Casini. In mattinata la presa d’atto che non c’era alternativa. Una resa? Forse, ma per i leader. Come vincere la resistenza del Capo dello Stato che più volte si era espresso contro un secondo mandato? Evidentemente Mattarella si è reso conto della situazione e della necessità di uscire da questa paralisi istituzionale in una fase delicata per il Paese. Inoltre i parlamentari sono schierati per la sua riconferma e lo testimoniano in ogni votazione. Salvini si arrende, non ha più nomi da “bruciare” e ormai il centrodestra, dopo il flop della Casellati, è in frantumi. La Meloni è arrabbiata e avverte che i suoi voteranno l’ex magistrato Nordio. Forza Italia si sfila, non si farà rappresentare da Salvini. Alcuni malevoli parlano di un Papeete due per il Matteo leghista. E Salvini dopo una ennesima riunione, e prima di incontrarsi con i leader della maggioranza di governo avverte che se si vuole Mattarella, bisogna dirlo con chiarezza. E così è. Forza Italia e i centristi sono per Casini, ci pensa lui a togliere tutti dall’imbarazzo con una dichiarazione in cui si sfila dalla competizione e invita a non fare il suo nome e a confluire tutti su Mattarella.
Così adesso tutti sono allineati e soddisfatti. Tutti meno Giorgia Meloni che, quando viene avvertita della decisone di Salvini, sbotta: non ci posso credere. Invece ci dovrà credere. Intanto Draghi, tenuto al corrente della situazione incontra Mattarella presso la Corte Costituzionale. Un colloquio di 30 minuti. Il contenuto è chiaro, lo si capisce da quanto filtra da Palazzo Chigi, un invito a lasciare invariate le due importanti cariche dello Stato. Evidentemente c’è il sì’ del Capo dello Stato. C’è la garanzia che il governo Draghi potrà andare avanti fino alla scadenza elettorale. Applaudono tutti gli esponenti della maggioranza. Anche i parlamentari per lo scampato pericolo di elezioni anticipate. Ma le conseguenze politiche si vedranno in seguito. Il centrodestra non c’è più. E la diffidenza tra Conte e Letta è aumentata. Così, guardando al dopo, molti pensano a una riforma della legge elettorale in senso proporzionale. Nessuno sarà costretto ad allearsi preventivamente. I giochi si faranno dopo in Palamento.
E adesso tutti a seguire lo scrutinio, stasera avremo il nuovo presidente e sarà Sergio Mattarella.
