Per la rubrica “Tutti i Santi giorni” dell’8 febbraio, San Girolamo Emiliani, patrono universale degli orfani e della gioventù abbandonata.

L’8 febbraio si celebra la memoria facoltativa di San Girolamo Emiliani.
San Gerolamo Emiliani è stato il fondatore italiano dell’ordine dei Chierici Regolari di Somasca. È considerato dalla Chiesa cattolica patrono universale degli orfani e della gioventù abbandonata, secondo quanto pronunciato da papa Pio XI, nel 1928. Nacque a Venezia nel 1486, dalla nobile famiglia veneziana dei Miani, ormai decaduta. Rimasto presto orfano del padre, più giovane di quattro fratelli, come la maggior parte dei giovani patrizi della Serenissima iniziò la carriera militare, preferendo l’azione agli studi. Nel 1511 è nominato Capitano della Repubblica di Venezia e preposto alla difesa di Castelnuovo, importante fortezza trevisana, espugnata dopo una strenua quanto inutile difesa dalle forze francesi il 27 agosto di quello stesso anno.  San Girolamo Emiliani fu fatto prigioniero e condotto in prigione nei sotterranei del castello, con ceppi ai piedi e alle mani; al collo, una catena fissata a una pesante palla di marmo. Durante i giorni della prigionia si avvicinò alla preghiera, trovandosi, secondo la leggenda devozionale, improvvisamente libero. Nel frattempo, in quegli anni si diffuse in Italia una grave carestia che provocò migliaia di vittime. La popolazione della terraferma veneta, informata che a Venezia vi erano condizioni migliori, si riversò in città. Ad aggravare la situazione cominciò a diffondersi della peste, e allora Gerolamo si unì ai volontari per prestare soccorso alla popolazione: in breve spese tutto il denaro che possedeva, giungendo a vendere indumenti, tappeti, mobili e altre attrezzature di casa, e destinando il ricavato al sostegno dei popolani.

Contagiato dalla peste, pur accettando con rassegnazione la volontà di Dio, inaspettatamente guarì e proseguì con la sua attività caritativa. Il 6 febbraio 1531 smise gli indumenti civili e, vestito un semplice saio, andò a vivere a San Rocco, dividendo l’appartamento con un gruppo di trenta ragazzi di strada cui impartì l’istruzione di base e la formazione cristiana. Assunse poi maestri artigiani e fondò una scuola di arti e mestieri con lo scopo di insegnare ai giovani varie tipologie di lavoro per potersi mantenere con dignità, nel rispetto del suo principio pedagogico improntato alla preghiera, carità e lavoro. Dopo aver fondato alcuni orfanotrofi, si trasferì a Somasca e qui, con alcuni discepoli, fondò l’organizzazione dei “Servi dei Poveri”.  La nuova famiglia religiosa fu approvata da papa Paolo III nel 1540; successivamente papa Pio IV la elevò a Ordine Religioso, con il titolo di Chierici Regolari di Somasca o Padri Somaschi. Furono proprio loro ad attuare il grande progetto del fondatore: istituire scuole gratuite aperte a tutti e in cui veniva adottato il rivoluzionario metodo dialogato. Alla fine del 1536 per la Valle di San Martino – dove aveva aperto una scuola di grammatica e una sorta di seminario per la Compagnia – si propagò un’epidemia che colpì San Girolami Emiliani stesso, conducendolo alla morte l’8 febbraio mentre assisteva i malati di peste a Somasca.

Nel 1928 papa Pio XI lo proclamò “Patrono universale degli orfani e della gioventù abbandonata”, riconoscendogli il merito e l’originalità del servizio reso. L’iconografia del Santo riporta i tradizionali attributi del saio, del Crocifisso, del libro e del cranio, tutti simboli che rimandano alla meditazione, alle riflessioni sulla caducità della vita e all’importanza della Parola di Dio nella quotidianità. Spesso nelle immagini è attorniato dai fanciulli per la formazione dei quali dedicò tutta la sua opera.