Educazione fisica a scuola e Covid 19, niente sport di contatto

10 febbraio 2022 | 06:23
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Educazione fisica a scuola e Covid 19, niente sport di contatto

Educazione fisica a scuola: niente sport di contatto causa Covid. Ai ragazzi manca l’interazione ‘positiva’ che si creava durante le 2 ore di ginnastica.

Educazione fisica a scuola al tempo del Covid: dopo quasi 2 anni dall’inizio della pandemia, gli istituti scolastici sono ancora alle prese con le difficoltà legate ai contagi e alla necessità di garantire in ogni caso attività motoria. Nelle scuole sono stati aboliti gli sport di contatto e dove si può si pratica attività all’aria aperta, nei cortili.

L’educazione fisica nelle scuole è un’attività importantissima per il benessere psicofisico dei ragazzi. Una materia messa davvero a dura prova dalla pandemia, tanto che per un lungo periodo di tempo è stata interrotta e sostituita con lo studio della teoria.

Nella bozza al vaglio delle Regioni che circolava prima della ripresa delle lezioni dopo la pausa natalizia si chiedeva di evitare la ripresa delle attività di educazione fisica, insieme a quelle di canto e utilizzo di strumenti a fiato, proprio per evitare la proliferazione dei contagi. Recentemente il Dipartimento per lo Sport, con una FAQ dedicata, ha specificato che le palestre e le piscine esterne agli istituti scolastici possono essere utilizzate dagli studenti in orario curriculare, nelle zone ove sia generalmente consentito l’accesso alle strutture.

Alla fine, alla riapertura delle scuole le indicazioni normative dal Ministero non sono cambiate, la decisione su come garantire la sicurezza durante l’orario scolastico è stata lasciata ai dirigenti che si sono così organizzati anche per le pre di educazione fisica.

Ogni istituto in sostanza ha scelto in autonomia e in base alle esigenze: in alcune scuole è stata interrotta l’ora di educazione fisica, sostituita con lo studio della teoria. In alcune scuole primarie gli alunni vanno comunque in palestra, con la mascherina: non corrono, fanno attività sul posto, mantenendo sicurezza e distanziamenti. In altre, dove gli spazi lo consentono, si fa ginnastica con porte e finestre aperte, sempre con la mascherina.

Va sottolineato in ogni caso l’importanza di un’attività come l’educazione fisica, soprattutto per quei ragazzi che fanno scuola a tempo pieno. Si tratta di 2 ore fondamentali, soprattutto per il loro benessere, in un momento storico caratterizzato da grandi mancanze e privazioni.

Questo il pensiero di un docente di educazione fisica aquilano, sentito dal Capoluogo, il professore Luigi Di Marco. “Questi due anni in ‘trincea’ sono stati difficili soprattutto per i nostri ragazzi. Le scuole hanno fatto il possibile per garantire ogni attività curricolare in presenza, prestando sempre la massima attenzione. Ci siamo confrontati molto con i colleghi in questo periodo. In alcune scuole numerose ad esempio si fa ginnastica in alternanza, con le classi a rotazione, per evitare assembramenti di ogni genere. Nelle giornate di sole, anche con il freddo, se si può si esce nei cortili e si fa attività fisica, spazi permettendo”.

ginnastica dolce

In ogni caso non si possono fare, almeno per ora, attività come calcio, basket o pallavolo, insomma tutti gli sport “di contatto”.

“Purtroppo, si è dovuto rinunciare a tutti gli sport di squadra che sono il ‘sale’ per questi ragazzi. Non dobbiamo dimenticare quanto sia importante per loro anche psicologicamente sentirsi ‘squadra’ o comunque parte di un gruppo. L’esperienza della dad ha consentito e consente di portare avanti l’attività formativa, ma ha comportato anche tanta chiusura e isolamento. Loro adesso hanno bisogno di contatto, è naturale, sentono la necessità di spezzare la monotonia dopo tante tante ore seduti a distanza e sempre con la mascherina”.

“Per molti ragazzi le attività individuali sono noiose, e ripetitive che siano stretching o esercizi sul posto con la corda o i bastoni. Le 2 ore di educazione fisica sono sempre state un momento sociale importante, in cui si scherza, si ride, nascono amicizie, si pratica interazione e si coltiva quella sana competizione che li rende uomini”.