Eutanasia legale, nessun Referendum: “Non si tutelano così i diritti civili”

16 febbraio 2022 | 10:46
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Eutanasia legale, nessun Referendum: “Non si tutelano così i diritti civili”

Eutanasia legale, niente referendum. No della Corte costituzionale. Varveri: “Gli italiani si erano espressi diversamente. Non si potrà ancora scegliere una morte dignitosa”.

In primavera non ci sarà alcune referendum l’Eutanasia legale. Dalla Consulta della Corte Costituzionale arriva la notizia del no al quesito referendario, perché “inammissibile”.

Eutanasia legale, non si conoscono ancora nel dettaglio le motivazioni della Corte Costituzionale, ma la raccolta firme per richiedere il Referendum che legalizzi l’eutanasia non raggiungerà il suo obiettivo. Nessun referendum in primavera, quindi, dichiarato “inammissibile il quesito proposto dall’Associazione Coscioni“, finalizzato a depenalizzare l’omicidio del consenziente. Ciò nonostante il risultato importantissimo – in termini di consensi e partecipazione – riscosso proprio dalla raccolta firme in Italia. Si attende ora la pubblicazione della sentenza della Corte, intanto è stato l’Ufficio comunicazione a riferire che la Consulta ha giudicato inammissibile il quesito referendario, poiché non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili“. 

Riccardo Varveri, coordinatore regionale del Comitato organizzatore della raccolta firme in Abruzzo, nominato dall‘Associazione Luca Coscioni, commenta così la notizia. “Non ce lo aspettavamo, soprattutto perché la raccolta firme ha dimostrato qual è il reale sentire del Paese e pensavamo che l’Italia fosse pronta ad andare avanti sotto il profilo dei diritti civili. Vero è – continua Varveri – che la situazione della legge sull’eutanasia è complicata, poiché abbiamo soltanto una legge in merito all’omicidio del consenziente: ma speravamo che 1 milione e 250mila firme potessero bastare a far cambiare le cose e che sarebbe stato possibile, finalmente, avere una morte dignitosa in Italia. Invece non si potrà, ancora, scegliere liberamente di interrompere le sofferenze“. 

eutanasia legale

Dura anche la reazione di Marco Cappato, dell’Associazione Luca Coscioni, il quale ha sottolineato: “È una brutta notizia per coloro che subiscono e dovranno subire ancora più a lungo. Una brutta notizia per la democrazia. Sull’eutanasia proseguiremo con altri strumenti, abbiamo altri strumenti. Come con Piergiorgio Welby e Dj Fabio. Andremo avanti con disobbedienza civile, faremo ricorsi. Eutanasia legale contro eutanasia clandestina“. 

Nessuna inversione di tendenza.

“Attendiamo di leggere le motivazioni della Corte Costituzionale – aggiunge Riccardo Varveri – ma, come evidenziato da Cappato, non interrompere le sofferenza dei cittadini deboli è la vera non tutela della vita umana. Tra l’altro il Parlamento ha la possibilità di legiferare, credo che il problema, in questo caso specifico, sia il vuoto legislativo che si verrebbe a creare. Eppure ci sono soluzioni per risolvere questo vuoto: la legge 352 del 1970, impegna il Presidente della Repubblica a sospendere l’attività legislativa del Parlamento per 60 giorni, in modo che si possa legiferare sulla materia. Inoltre, c’è la sentenza 32 del 1993, secondo cui le Camere devono integrare, modificare e correggere la normativa in atto. Non si può aspettare in eterno il Parlamento: Parlamento che ha dimostrato di non voler discutere la questione”. 

In Abruzzo la raccolta firme per richiedere il Referendum sull’Eutanasia legale ha sfiorato le 13mila firme raggiunte. Nello specifico in provincia dell’Aquila sono state raccolte 3777 firme, 3550 in provincia di Chieti, 2263 a Pescara e 3380 in provincia di Teramo.