Per la rubrica “Tutti i Santi giorni” del 22 febbraio, la Cattedra di San Pietro.
Il 22 febbraio la Chiesa cattolica festeggia la Cattedra di San Pietro. Al centro di questa ricorrenza si pone la memoria della missione apostolica affidata a Pietro da Gesù. Si legge nel Martirologio Romano: “Festa della Cattedra di san Pietro Apostolo, al quale disse il Signore: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa». Nel giorno in cui i Romani erano soliti fare memoria dei loro defunti, si venera la sede della nascita al cielo di quell’Apostolo, che trae gloria dalla sua vittoria sul colle Vaticano ed è chiamata a presiedere alla comunione universale della carità”.
La tradizione ha tramandato l’esistenza di due cattedre dell’Apostolo: infatti, prima del suo viaggio e del martirio a Roma, la sede del magistero di Pietro fu identificata in Antiochia e la liturgia celebrava questi due momenti in due date distinte – il 18 gennaio a Roma e il 22 febbraio ad Antiochia. La riforma del calendario ha unificato le due commemorazioni al 22 febbraio, data che trova riscontro in un’antica tradizione, riferita dalla Depositio mar rum. Se la presenza dell’Apostolo ad Antiochia risulta in maniera incontestabile dagli scritti neotestamentari, la sua venuta a Roma nei primi anni dell’impero di Claudio non ha prove altrettanto evidenti. Tuttavia, l’apostolato di San Pietro e il suo martirio a Roma sono suffragati da tradizioni antichissime, attestate anche dal punto di vista storico dai ritrovamenti a seguito degli scavi intrapresi nel 1939 per volere di Pio XII nelle Grotte Vaticane, sotto la Basilica di San Pietro.
La cattedra, dal latino cathedra, non è altro che il seggio fisso del Pontefice e dei Vescovi. È posta nella chiesa madre della diocesi, da cui deriva il nome di “cattedrale“, ed è la rappresentazione simbolica dell’autorità del vescovo e del suo magistero. Quindi la Cattedra di San Pietro indica la sua posizione preminente tra gli Apostoli, esplicitata da Gesù allorquando gli affidò il compito di guida del Suo nuovo popolo, la Chiesa. E Pietro, dopo l’Ascensione, accolse su di sé questo ruolo.
La Cattedra di San Pietro – in latino Cathedra Petri – è un trono ligneo, identificato sin dal Medioevo con la cattedra vescovile appartenuta a San Pietro, primo vescovo di Roma e papa. In realtà quello che si conserva è un manufatto del IX secolo, donato nell’875 dal re dei Franchi Carlo il Calvo a Papa Giovanni VIII in occasione della sua discesa a Roma per ricevere l’incoronazione imperiale. Viene conservato come reliquia nella basilica di San Pietro in Vaticano, inserito nella composizione barocca progettata da Gian Lorenzo Bernini e realizzata fra il 1656 e il 1665: nell’abside, aggettante tra i giochi architettonici delle lesene, è il trono in bronzo dorato, al cui interno è racchiusa la Cattedra lignea vera e propria.
La festa della Cattedra di san Pietro, iscritta al calendario romano generale, risale al III secolo e ha avuto origine dal pasto celebrativo in memoria dei defunti tradizionalmente tenuto nella Roma precristiana: i Feralia erano festività pubbliche che si celebravano ogni anno il 21 febbraio; quel giorno segnava la fine dei Parentalia, un periodo di nove giorni (13-21 febbraio) in onore dei defunti. Nei Feralia – dal latino fero, prima persona dell’indicativo presente del verbo portare – i cittadini romani recavano offerte alle tombe dei propri antenati defunti: sopra un vaso di argilla, venivano offerte ghirlande di fiori, spighe di grano, un pizzico di sale, pane imbevuto nel vino e viole sciolte.
La cathedra Petri è anche il nome di una dottrina sviluppata a partire dal III secolo circa la successione e l’autorità dell’episcopato, affidato direttamente da Cristo a San Pietro e ai suoi successori romani. Nei due secoli successivi si andò trasformando nella teoria del primato di Roma su tutte le chiese e nel riconoscimento della superiore autorità del Papa sugli altri vescovi.
Vale la pena citare una curiosità: nella chiesa di San Pietro di Castello a Venezia è conservato un trono di marmo. Questo manufatto prende il nome di Trono di San Pietro perché la tradizione vuole che sia stato usato dall’apostolo ad Antiochia e donato nel IX secolo al doge Pietro Tradonico dall’imperatore d’Oriente Michele III. In realtà si tratta di un oggetto composito in cui i resti di una cattedra vescovile sono uniti ad uno schienale ricavato da una stele funeraria di arte islamica con incisi in arabo alcuni versetti del corano: la Sura III, vv. 192-194 “O Signore! Dacci quel che ci promettesti, per bocca dei Tuoi Angeli, e non ci svergognare nel giorno della risurrezione” e la Sura XXIII, v. 118 “E Tu perdona! Sii misericordioso! Tu sei tra il migliore tra i pietosi!”
