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Ucraina, “Ho paura per la mia famiglia e che sia una guerra mondiale”: la testimonianza

24 febbraio 2022 | 11:58
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Ucraina, “Ho paura per la mia famiglia e che sia una guerra mondiale”: la testimonianza

Una guerra senza distanze, il dolore di una donna che vive a L’Aquila e che in Ucraina ha tutta la sua famiglia. La testimonianza.

“Ho paura, le notizie dall’Ucraina sono davvero allarmanti. È vero che ho scelto L’Aquila tanti anni fa che mi ha accolta come se fosse una mamma, ma lì ho le mie radici e la mia famiglia”. È disperata, è una donna con 2 figli che tanti anni fa fece armi e bagagli e decise di lasciare l’Ucraina e venire a vivere in Abruzzo, a L’Aquila, dove ha trovato lavoro, l’amore di un uomo, dove ha ricostruito il nucleo familiare. Da questa mattina all’alba questa donna è incollata alla televisione e segue le notizie sul web.

E’ guerra in Ucraina: l’invasione russa è iniziata. Quando a Mosca erano quasi le 6, Putin ha annunciato l’attacco in tv. Subito si sono avvertite forti esplosioni nelle città ucraine. Non solo sul confine, ma fino a Odessa, Kharvik, Mariupol, Leopoli e, anche nella capitale Kiev, dove sono suonate le sirene d’allarme e i russi avrebbero tentato di prendere il controllo dell’aeroporto.

In questa terra incandescente, epicentro della crisi e teatro di una guerra iniziata otto anni fa e mai sopita, gli abitanti sono divisi da umori, paure e sentimenti opposti.  Tanti sono andati via anni fa, scegliendo la più tranquilla Italia o altri Paesi del Nord Europa, tanti stanno cercando di scabre adesso e moltissimi sono rimasti lì, sotto scacco. L’attacco di questa mattina ha già fatto vittime, secondo la Cnn, ma non è precisato se morti o feriti.

Questa donna sentita dal Capoluogo a Kiev ha la mamma, il marito della mamma, cugini, nipoti, il padre del suo primo figlio. I contatti con i familiari sono sporadici, perchè la linea va e viene. “Sono attonita, non so cosa pensare, non so che situazione si stia creando. Ho paura per loro, avrei paura a stare lì. Seguo le notizie, alcune so per certo che sono false. Si cerca di tranquillizzare chi abbiamo più vicino e mandare un messaggino anche solo per far capire che ci siamo, seppur così lontani”.

Guerra ucraina

Da quanto appreso dai suoi familiari nelle città è il caos. “Le strade sono bloccate, chi può sta scappando via terra, chi è rimasto ha assaltato farmacie e supermercati per fare scorta di viveri, medicine e acqua potabile. Alcuni hanno comprato generatori per timore che possa andare via la corrente. Tanti si sono trasferiti nelle cantine di case e appartamenti”.

“Sono stati bombardati aeroporti e diversi obiettivi militari, per fortuna per adesso le città sono state risparmiate. Non c’è il coprifuoco notturno, ma accendono comunque le sirene in via preventiva per far “abituare” la popolazione. Potranno mai abituarsi a questo? Ho sentito che qualcuno sta cercando di rientrare dall’Ucraina, avevo diverse amiche che erano tornate a casa per le ferie e adesso sono bloccate. Via terra è pericoloso e non ci sono aerei. Una parte della mia famiglia vive vicino Leopoli al confine con la Polonia, dove per fortuna la situazione sembra essere più tranquilla”.

ucraina bombe

Proprio a Leopoli, al confine con la Polonia si sono trasferiti molti diplomatici, in seguito all’aggravarsi della crisi. E nell’epoca dei social anche la chiamata alle armi passa per Twitter. Secondo la presidenza ucraina si stanno verificando “massicci bombardamenti dell’artiglieria russa sulle infrastrutture” ucraine, scrive Reuters, e le forze armate ucraine “stanno combattendo duramente”. Tutti coloro che sono pronti e sanno come utilizzare le armi possono unirsi alle Forze di difesa territoriale delle Forze armate ucraine nella loro regione: ha scritto su Facebook il ministro della Difesa ucraino, Oleksiy Reznikov, sottolineando che il Paese “sta passando alla modalità di difesa completa”. Il presidente ucraino Zelensky ha rivolto un appello alla popolazione a ”donare sangue” perché ”ci sono militari feriti negli ospedali” che ne hanno bisogno. Zelensky ha anche chiesto ai datori di lavoro di ”prendersi cura dei propri lavoratori”.