L'analisi

Ucraina, la guerra è solo iniziata: “L’Occidente usi l’arma dell’Economia”

Ucraina - Russia, è guerra. L'intervista al senatore Quagliariello: "Paghiamo l'insufficienza dell'attuale classe politica europea. Ma Mosca non ha una situazione economica brillante".

Ucraina – Russia, è guerra, le truppe russe sono entrate nella regione di Kiev. I bombardamenti non si fermano: intanto i civili cominciano la fuga. “In gioco l’ordine mondiale, con Putin che desidera una ‘Grande Russia’. Paghiamo l’insufficienza dell’attuale classe politica europea. Ma Mosca non ha una situazione economica brillante…”. L’intervista al senatore Gaetano Quagliariello.

Ucraina bombardata, oggi il mondo si è svegliato in guerra. L’offensiva è stata sferrata dalla Russia, che – in piena notte – ha attaccato l’Ucraina. Putin ha avvertito tutti: chi si frapporrà alle ambizioni e ai programmi della Russia subirà una risposta immediata, le cui conseguenze saranno inimmaginabili. Questo, grossomodo, il succo del messaggio che ha lanciato al mondo. Le notizie, intanto, dall’Ucraina sotto attacco raccontano della fila di auto incolonnate di civili che fuggono dalla propria casa e dal proprio Paese…che fuggono dalla guerra. E di esplosioni perfettamente percepibili nei collegamenti degli inviati in terra ucraina. Come si è arrivati a tutto questo?
Quel che è in gioco è l’ordine mondiale così come è scaturito dalla implosione dell’impero sovietico. Era noto da tempo che quell’ordine non fosse accettato dall’autocrate russo. Mai però la circostanza è stata affermata con la chiarezza che Putin ha usato nella conferenza stampa di pochi giorni fa. Il suo modello è quello della ‘grande Russia’, si ricollega in linea diretta alla vicenda imperiale zarista e recupera la stagione comunista nella sua dimensione di potenza, quasi si trattasse di un Nicola II collettivista. Per questo credo che la situazione sia serissima e non riguardi soltanto l’Ucraina. Putin per il perseguimento del suo progetto ha potuto avvantaggiarsi di molte circostanze: le vacanze strategiche di alcune amministrazioni americane; i ritardi dell’Unione europea; gli egoismi di molti dei suoi partecipanti; l’insufficienza dell’attuale classe politica europea che il ritiro di Angela Merkel ha quantomeno accentuato. Tutto ciò gli ha consentito di costruire una sponda con la Cina, che quantomeno stempera il suo isolamento diplomatico e strategico. Ora si tratta però di vedere se di fronte ad un’ora senz’altro buia, l’Occidente riuscirà a ritrovare compattezza e determinazione e ad agire come se si trattasse di un sol uomo, perché solo in questo caso durissime sanzioni potranno rivelarsi un’arma efficace”.

gaetano quagliariello grande apertura

La Russia sta cercando di indebolire la capacità militare ucraina. Ucraina che ha richiamato tutti i cittadini alle armi. Gli altri Stati come si comportano? Dalla Francia arriva una dura condanna all’attacco russo, gli Stati Uniti annunciano sanzioni. Il premier britannico Johnson, parafrasando Churchill, la definisce “L’ora più buia per l’Ucraina”. Qual è lo scenario ipotizzabile ora?
La partita non si gioca solo sull’immediato ma anche sul medio periodo. E se si esclude l’ipotesi di una risposta armata, l’unica strada all’altezza di quel che è stato fatto è applicare a Mosca sanzioni durissime che possano fiaccare la sua certo non brillante condizione economica. In questo caso l’Occidente dovrebbe, insomma, giocare la partita strategica che la Russia interpretò alla perfezione ai tempi dell’invasione di Napoleone e di Hitler: puntare sul medio periodo per fiaccare la resistenza dell’avversario. In questo caso, però, il generale non si chiama inverno ma si chiama economia.

Intanto vengono assunte le misure d’emergenza, la vita normale in Ucraina non può fare altro che fermarsi. Vengono bloccati i voli, vengono bloccati il cambio e i trasferimenti del denaro all’estero, sospesi qualsiasi tipo di evento.
E l’Italia? Quali saranno le principali conseguenze di questa nuova crisi internazionale e gli effetti collaterali che questa guerra sta già portando con sé?
“Per l’Italia non sarà una passeggiata. La sua strategia energetica la rende dipendente dal gas russo e quel che dovrebbe far riflettere è che, dopo la crisi della Crimea, piuttosto che scegliere la strada della diversificazione energetica, questa dipendenza si è addirittura accresciuta. Saranno necessarie misure straordinarie, iniziando dalla immediata riapertura delle centrali a carbone di Civitavecchia e Brindisi. Se vogliamo essere realisti, alcuni capitoli della cosiddetta transizione ecologica dovranno essere riscritti, quantomeno per la tempistica. Mi auguro che tutti siano d’accordo sul fatto che la difesa della libertà e della democrazia val bene la riapertura di una centrale”.

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