Ucraina e questione energetica, Draghi: “In Italia scarsa lungimiranza”

25 febbraio 2022 | 13:40
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Ucraina e questione energetica, Draghi: “In Italia scarsa lungimiranza”

Draghi riferisce in Parlamento sulla crisi in Ucraina: “Giorni bui per l’Europa” e sulla questione energetica bacchetta la politica: “Abbiamo perso anni preziosi”.

Draghi riferisce in Parlamento sulla crisi in Ucraina: “Giorni bui per l’Europa” e sulla questione energetica bacchetta la politica: “Abbiamo perso anni preziosi”.

Mario Draghi non ha bisogno di fare tanti giri di parole per definire la situazione in Ucraina: Sono i giorni più bui per l’Europa. La condanna per l’intervento russo è netta e condivisa da tutte le forze politiche. E proprio all’unità del Paese fa appello Draghi che ringrazia per il sostegno le forze di maggioranza e d opposizione. Non è il momento di divisioni, perché la situazione è grave e quell’intervento militare segna l’inizio di una fase nuova. Del resto proprio da Mosca arriva il minaccioso avvertimento sull’intenzione di ricreare la cortina di ferro riunificando i popoli slavi.
Draghi ripete più volte che è Putin a rifiutare il dialogo, che l’attacco ha creato morti e distruzione. Che è inaccettabile e viola tutte le convenzioni internazionali. Il ritorno della guerra in Europa non è tollerabile. Conferma la vicinanza con il presidente ucraino Zelencki che, nella nottata, era riuscito a  mettersi in contatto con i capi di governo riuniti. E’ stato un momento drammatico, rivela il presidente del consiglio. Il leader ucraino ha detto di essere nascosto in un rifugio segreto a Kiev e che lui e la sua famiglia sono gli obiettivi dei militari russi. Comunque il suo paese combatterà ma ha chiesto alla comunità internazionale di non lasciare sola l’Ucraina. Draghi parla delle vittime, delle scene drammatiche della popolazione civile costretta a nascondersi nei sotterranei.

La prima reazione occidentale è quella delle sanzioni. Nel dettaglio si conosceranno nelle prossime ore, ma in linea generale prevedono di colpire gli interessi finanziari russi, banche, imprese, oligarchi e membri del Parlamento che hanno votato a favore dell’invasione. Non solo, ma saranno bloccate le esportazioni di attrezzature elettroniche, di lavorati industriali. L’obiettivo è quello di mettere in difficoltà l’industria russa. Colpita sarà l’aviazione, non verranno più esportati i pezzi di ricambio degli aerei. Altre sanzioni potrebbero essere decise in seguito. C’è un piano progressivo di interventi. Sul piano militare  le azioni saranno coordinate dalla Nato, l’attenzione è rivolta al confine est, l’Italia ha inviato 3.500 uomini.
La guerra avrà conseguenze economiche per tutti. Anche l’Italia pagherà un prezzo. Prioritaria è la questione energetica, Draghi ha contestato la scarsa lungimiranza italiana nel corso degli anni per rendere  meno vulnerabile il nostro sistema. Deputati e senatori lo hanno applaudito. Ma non era proprio a loro che quella critica era rivolta?
Draghi ha fornito alcuni dati, l’Italia importa dalla Russia il 45 per cento del gas. Solo dieci anni fa  era circa la metà. Mentre si è ridotta notevolmente l’estrazione del gas dal nostro territorio. Una linea che dovrà essere invertita. Si è ridotta l’estrazione, si è fermata la ricerca. Ora è il momento di cambiare, dagli Usa verranno inviati dei quantitativi di gas liquido, ma in Italia gli impianti per il trattamento sono stati limitati, per miopia. Così per il prossimo futuro sarà necessario riavviare alcune centrali a carbone, e nuovo impulso dovrà essere dato alle rinnovabili. Per far questo occorre rivedere tutti quegli intralci burocratici che ne frenano lo sviluppo.

Fin qui Draghi, con il suo appello finale a mantenere salda l’unità. Un appello che fornisce la gravità del momento.  L’invasione dell’Ucraina potrebbe non essere un evento isolato. La mobilitazione della Nato, il più stretto rapporto tra Usa ed Europa sono le conseguenze di una crisi che potrebbe avere tempi lunghi. La guerra fredda sembra essere tornata nuovamente a dividere l’Europa tra est ed ovest.