LA TESTIMONIANZA |
Cronaca
/
L'Aquila
/

Ucraina, il dramma dei bambini al confine: la testimonianza dell’aquilano Alessandro Olivo

10 marzo 2022 | 09:51
Share0
Ucraina, il dramma dei bambini al confine: la testimonianza dell’aquilano Alessandro Olivo

“Chi può venga ad aiutare! Ci sono migliaia di bambini soli”. Alessandro Olivo è il volontario aquilano partito per dare una mano al confine tra Ucraina e Polonia.

Tra migliaia di volontari che in queste settimane si trovano ai confini con l’Ucraina per dare una mano ai tanti sfollati ci sono anche loro: Vincent Winterhager, Lucas Bernard, Clement Balavoine e l’aquilano Alessandro Olivo. Tutti studenti giovanissimi, sono partiti insieme con un aereo da Londra dove Alessandro vive e frequenta un master in economia e politiche pubbliche, legati e spinti dal desiderio di dare una mano a chi in questo momento sta scappando dalle atrocità di un conflitto assurdo.

Il Capoluogo ha raggiunto telefonicamente Alessandro Olivo che adesso si trova al confine con la Polonia vicino Medyka e Przemyśl, luoghi praticamente sconosciuti prima del conflitto in Ucraina e adesso diventati simbolo dell’esodo e di una emergenza umanitaria epocale che sta tirando comunque fuori il meglio da molti volontari che stanno arrivando da tutto il mondo, proprio come questi ragazzi.

ucraina bambini

La telefonata con Alessandro è stata veloce, “non c’è tempo da perdere”,  ma sufficiente a toccare con mano le emozioni e il dolore di questa gente, “Qui in questo momento chiunque può aver bisogno di noi”. Alessandro non è riuscito a rimanere a casa ad aspettare che “la guerra passi”.

È il momento dell’accoglienza e della solidarietà verso i rifugiati. Lo è soprattutto nei paesi confinanti, come la Polonia, presa d’assalto da un fiume umano che scappa dalla guerra (secondo una prima stima sono già stati superati gli oltre 1.2 milioni di profughi, secondo l’Onu).

“Stanno arrivando valanghe di aiuti da tutti il mondo, ma la vera necessità è la presenza fisica. Qui al confine convoglia gente da tutta Europa per aiutare, dimostrando un’umanità senza precedenti. Guardando negli occhi queste persone che scappano ti rendi conto della mostruosità che stanno vivendo. Qualunque cosa si scelga di fare per loro, anche piccola, va fatta, senza dubbio. Sono spauriti, ci sono tanti bambini non accompagnati che non sanno cosa devono fare o dove andare. I genitori non ci sono, sono rimasti in Ucraina a combattere oppure sono morti. Cosa facciamo per loro? Li aiutiamo a trasportare i bagagli o cerchiamo di capire dove portarli, in un momento in cui un trolley diventa uno scrigno prezioso perchè dentro hanno cercato di stiparci non solo beni di prima necessità, ma anche qualche ricordo della loro casa e dei loro affetti, senza sapere se li rivedranno mai”.

Poi ci sono migliaia di persone a piedi che cercano un passaggio per andare più lontano possibile. “Non ci sono uomini, ma solo donne e anziani”. Poi ci sono i bambini… Secondo una stima dell’Unicef circa 1 milioni di minori ha lasciato il Paese in queste settimane, di questi 100 mila sono orfani perchè hanno perso i genitori o sono soli perchè la famiglia è rimasta a combattere. “I bambini vittime inconsapevoli di qualunque guerra sono la nostra più grande sconfitta… Il risvolto più tragico e più difficile da digerire in un contesto come questo! Li vedi, piccoli e impauriti, infreddoliti e coperti da strati di vestiti, spesso soli, che stringono tra le loro le manine dei fratellini più piccoli cercando di farsi coraggio.Non sai cosa dire, e non è una questione di lingua, ti senti impotente e in difetto perchè non sai davvero come aiutarli. Spesso basta solo una carezza e un sorriso rassicurante”.

L’invito di questi ragazzi e di farsi avanti, per chi può. “Chi può venga, ci sono tante cose da fare: allestire campi di fortuna, traghettarli verso posti più sicuri. Non dobbiamo abituarci alle immagini di guerra, assuefarci come se fosse normale. Reagire adesso è il primo obiettivo: reagire e aiutarli! Guardando negli occhi queste persone ti rendi conto della mostruosità, dell’ingiustizia che stanno vivendo”.

Le foto allegate sono prese dall’Ansa