Gli effetti della guerra d’Ucraina in Abruzzo, Cianciotta: “Duro colpo alla Moda, si salva il turismo”

L’economista Stefano Cianciotta, presidente di Abruzzo Sviluppo, ospite di Grandangolo: “Sono stati tolti campi alla coltivazione per il fotovoltaico, e ora compriamo grano dall’Ucraina. Soffrirà il settore della moda”.
Grandangolo ospita Stefano Cianciotta, economista e presidente di Abruzzo Sviluppo. Dall’attività della società regionale, alla Guerra in Ucraina, fino alle conseguenze del conflitto sull’economia abruzzese. “I settori più in sofferenza saranno Moda e Luxury, non dovrebbero esserci conseguenze sul Turismo”. Il quadro nell’intervista del direttore David Filieri.
Nel salotto di Grandangolo arriva Stefano Cianciotta, presidente di Abruzzo Sviluppo. “I rincari si registravano già negli ultimi tre mesi del 2021. In Abruzzo l’agricoltura non vedrà particolari conseguenze nell’immediato, a livello internazionale, però, stiamo assistendo ad equilibri geopolitici in totale rivoluzione. Il settore agricolo, che – da un certo punto in poi – non è stato più interpretato come un asset remunerativo. Molti dei campi sono diventati cornice di impianti fotovoltaici, per l’energia solare, sperando in un’evoluzione green che non c’è stata e che ci ha soltanto fatto rinunciare a terreni che producevano le nostre materie prime. Ora quindi ci ritroviamo a comprare il grano ucraino e russo. Purtroppo nel nostro Paese si deve tornare a dare spazio alle competenze e a scommettere sulle proprie vocazioni”. L’analisi dell’economista, ai microfoni del Capoluogo.

Si parte da Abruzzo Sviluppo. “Si tratta di una delle venti società di sviluppo industriale delle Regioni italiane, nata nel 1995 quando le esigenze del Paese erano in parte diverse, in parte simili a quelle attuali. Un inizio degli anni ’90 in cui le istituzioni italiane si sono preoccupate di creare organismi che, in qualche modo, aiutassero il sistema economico di ogni singola regione ad essere già competitivi sui mercati dell’epoca. Dall’inizio degli anni ’90 il Paese ha avuto un’importante accelerazione nella costituzione di questo tipo di organismi: c’erano anche Comuni e Province che avevano le proprie agenzie di sviluppo, non solo le Regioni, com’è oggi. Fino al 2012/2013 Abruzzo Sviluppo ha svolto il ruolo di propulsore intorno a tematiche e realtà legate all’innovazione industriale, purtroppo un po’ persa negli anni successivi. Si è lavorato molto, comunque, sul Sistema del Microcredito, che ha garantito al sistema abruzzese la nascita di quasi 5mila imprese”

Finalmente, negli ultimi anni, si sta tornando a mettere in agenda il tema dello sviluppo industriale e il recente accordo siglato a Dubai segna il ritorno di Abruzzo Sviluppo ad essere un attore dello sviluppo industriale della Regione. Inoltre, nell’ultimo anno e mezzo, Abruzzo Sviluppo si è focalizzata sul tema dei Finanziamenti europei: siamo riusciti ad invertire la tendenza in merito ai deficit che la Regione registrava, tanto da garantirsi il titolo di maglia nera d’Europa. Oggi attraverso le nostre 158 assistenze tecniche, l’attività messa in campo ha permesso alla regione di risalire una serie di graduatorie che la vedevano in grossa difficoltà”.
Inevitabile, dalla sua posizione privilegiata di osservatore di mercati e di un’economia in continua evoluzione, affrontare con Cianciotta la questione di stringente attualità della guerra in Ucraina. Che cosa sta succedendo?
“Viviamo in una situazione di grande incertezza, che non è determinata soltanto dalla guerra in Ucraina. Assistiamo ad un rialzo di prezzi che va avanti da almeno 4 mesi, già nell’ultimo trimestre del 2021 si stava entrando in una spirale inflativa. Siamo vicini a quella che gli economisti chiamanostagflazione, cioè: un’inflazione evidente e una stagnazione dei consumi.
Tutti, ovviamente, ci auguriamo che il conflitto cessi immediatamente, nel mentre tuttavia la guerra sta ridefinendo l’equilibrio geopolitico a livello internazionale. Inevitabilmente la presenza da mediatori di Paesi come Cina e Turchia cambierà le regole del gioco ed è molto probabile che una parte dei Porti del Mediterraneo saranno acquisiti soprattutto dalla Cina”.
Tutto questo quanto peserà sulla nostra Regione?
“Un settore che dovrebbe risentire poco delle conseguenze di questa situazione è il turismo. Parlo, ovviamente, in relazione al target Russia: i russi non hanno mai prediletto l’Abruzzo come meta delle loro vacanze” osserva Cianciotta. Alcuni russi hanno acquistato immobili, ma non è mai stata una Regione appetibile per il mercato immobiliare, che in Italia li aveva portati a fare altre scelte, in primis le città d’arte. Probabilmente questa situazione di incertezza potrebbe rafforzare ancora una volta – come successo in questi anni di Covid – il turismo di prossimità. Certamente, invece, il Luxury e il Fashion saranno i due settori che più risentiranno di questa crisi.
Si consideri che l’export abruzzese in Russia si aggira intorno ai 100 milioni di euro e parte di queste percentuali sono determinate proprio dai settori Moda e Luxury. Penso, ad esempio, agli investimenti che hanno fatto gli imprenditore del settore della pelletteria…è probabile che loro incontreranno grandi problemi. Probabilmente l’agroalimentare potrebbe avere, nel lungo periodo, un ulteriore calo della produzione, anche se i produttori abruzzesi hanno fatto scorta di grano già con evidente anticipo.
Questa guerra non ha sorpreso più di tanto: chi si intende di geopolitica da mesi aveva previsto una degenerazione degli equilibri sul fronte dell’est..comunque per alcuni mesi la produzione non dovrebbe incontrare particolari problemi. In questo momento, com’è evidente, il problema maggiore è legato al costo delle materie prime“.