Quale futuro per la Casa dello studente: Udu all’Emiciclo per i diritti degli universitari

Casa dello studente a rischio chiusura da luglio e mancano i fondi per le borse di studio: Udu manifesta all’Emiciclo per i diritti di 2000 studenti.
L’ipotesi di chiusura della casa dello studente e tutte le difficoltà degli studenti universitari legate al Covid e alle borse di studio hanno portato alla decisione dell’Udu di Teramo e dell’Aquila di promuovere una manifestazione in programma per questa mattina, martedì 15 marzo, dalle 10 alle 14 davanti l’Emiciclo.
Insieme a loro ci saranno anche 360 Gradi Chieti-Pescara e la CGIL L’Aquila. Tra le varie problematiche che hanno portato alla decisione di scendere in piazza, oltre alla chiusura della casa dello studente, il rischio concreto che dal prossimo autunno molti studenti fuori sede (che in città sono parecchi) economicamente più fragili rimarranno anche senza servizi essenziali come la mensa, (la residenza di Campomizzi è attualmente l’unica residenza universitaria pubblica nel capoluogo a cui è possibile accedere tramite criteri di reddito e di merito). Il 31 luglio prossimo potrebbe essere l’ultimo giorno in cui la città avrà una residenza pubblica per studenti universitari perchè, secondo il protocollo d’Intesa elaborato tra Ministero della Difesa, Regione Abruzzo e Comune dell’Aquila il 5 febbraio del 2023, la caserma Campomizzi dovrà essere restituita alla Difesa.

Problemi quindi anche per i lavoratori dell’Adsu, (circa 60 unità) che potrebbero di conseguenza rimanere senza lavoro. “La Regione ci deve ascoltare, le problematiche che denunciamo sono tante: dalla situazione dei 2000 studenti abruzzesi ancora senza borsa di studio (di cui 240 a Teramo), alla mancata monetizzazione del vitto durante i mesi di lockdown, dalle gravi inadempienze della Regione sulla borse di studio dello scorso anno accademico, fino alle chiusure delle residenze universitarie. Tutto questo è inaccettabile! Saremo in piazza con le nostre soluzioni: a partire dalla necessità di programmazione del finanziamento delle borse di studio, fino alla modifica del piano regionale sul diritto allo studio. In tale occasione chiederemo che venga ricevuta una nostra delegazione da parte del Presidente della Giunta Regionale e degli assessori competenti”, si legge in una nota scritta dai promotori dell’iniziativa.
I promotori dell’iniziativa sono convinti, “che l’Abruzzo debba rispettare e coltivare la propria vocazione universitaria; se non ci sarà un cambio di rotta, una volontà di programmazione dell’ambito del diritto allo studio universitario, un aumento di finanziamenti e un ascolto serio e continuativo delle parti sociali coinvolte, ne risentiranno non solo studentesse e studenti, lavoratrici e lavoratori, ma tutta la regione e le sue città universitarie, che perderanno attrattività nel confronti della popolazione studentesca. Le Aziende per il diritto agli studi universitari e la Regione non danno risposte sul diritto allo studio. All’Aquila il futuro della residenza studentesca dell’ex Campomizzi e dei servizi collegati è precario”.
“Quasi 13 anni dal terremoto dovrebbero essere uno sprone più che sufficiente per la politica e l’Adsu. Alla situazione aquilana si aggiunge, anche quest’anno, il ritardo intollerabile nel finanziamento delle borse di studio: 2.000 in tutto l’Abruzzo, che si trovano a dover affrontare con enormi difficoltà le spese per gli studi. Sono anni che le studentesse e gli studenti dei 3 Atenei abruzzesi vedono minato il loro diritto allo studio da questi ritardi; a Chieti-Pescara non risultano ancora pagate 363 borse dell’anno accademico scorso. Il sottofinanziamento cronico è evidenziato anche, per Teramo e Chieti-Pescara, dalla mancata monetizzazione del servizio mensa non fruito nel lockdown. Chiediamo che venga prorogato il comodato dell’ex caserma Campomizzi fino a che non si riesca a trovare una soluzione definitiva e, comunque, fino alla ricostruzione della Casa dello Studente. Chiediamo che siano sbloccate le risorse per finanziare tutte le borse di studio”.