Rischio incendi

Tanti incendi anche per colpa della siccità: fare attenzione quando si bruciano sterpaglie

A fine marzo risulta già difficile tenere il conto degli incendi registrati nell'aquilano. Due le cause principali: la siccità e la sottovalutazione dei rischi quando si bruciano sterpaglie.

Alla data di fine marzo risulta già difficile tenere il conto degli incendi che si sono registrati in provincia dell’Aquila. Due le cause principali: la siccità e la sottovalutazione dei rischi ogni volta in cui si bruciano sterpaglie.

Settimane di fuoco e non per le temperature in provincia dell’Aquila. Numerosi gli incendi che si sono verificati in tutto il territorio aquilano nel giro di pochi giorni. Per la maggior parte si è trattato di roghi di sterpaglie, situazioni che si sono risolte in tempi relativamente brevi per l’intervento da parte dei Vigili del Fuoco, ma in altri casi i roghi si sono propagati velocemente, anche e soprattutto a causa delle condizioni del terreno, molto secco nonostante la stagione in corso.
Solo la scorsa settimana ci sono stati incendi a: Monticchio, Montereale, Tornimparte, via della Valle a L’Aquila, Gioia dei Marsi, Civitella Roveto, Castel di Sangro, Casavecchia di Lucoli.
Un numero importante di incendi, considerando che siamo ancora lontani dalla stagione estiva. In attesa dell’arrivo delle piogge, previsto proprio questa settimana, lavori straordinari per pompieri e volontari, in particolare in prima linea – oltre alla Protezione Civile – ci sono i volontari Pivec“Il problema principale – ci spiega Thomas Malatesta, presidente Pivec L’Aquilaè che quest’anno ci portiamo dietro gli effetti di una grave siccità, con il livello pluviometrico che si è abbassato in maniera rilevante, soprattutto in quei mesi in cui erano previste maggiori precipitazioni. La carenza idrica è stata importante e la situazione incendi ne ha inevitabilmente risentito.
Guardiamo l’Italia settentrionale: lì la carenza di precipitazioni ha influito in tutte quelle situazioni in cui sono venuti a crearsi incendi molto vasti. Ci sono zone, del resto, in cui non pioveva da oltre 100 giorni“. 

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Tornando, nello specifico, all’aquilano, ad aggravare gli incendi registrati negli ultimi giorni ha contribuito anche il vento, che “risulta pericoloso per molteplici ragioni. Oltre, logicamente, a facilitare la propagazione delle fiamme, alimentandole, evita che si poggi la rugiada durante la notte e finisce per asciugare ancor di più il terreno, già di per sé secco e arido”.
Il terreno secchissimo, tuttavia, non è l’unica causa degli incendi che hanno interessato il territorio aquilano. Come aggiunge Thomas Malatesta, all’origine dei roghi c’è spesso un atteggiamento superficiale da parte dell’uomo. “Quando si pota e si fa attività di pulizia nei terreni, non bisogna affatto sottovalutare i rischi che si vengono a creare bruciando sterpaglie. Se si procede a bruciare residui vegetali non si può lasciare il terreno incustodito, bisogna agire con prudenza e facendo molta attenzione. Non bisogna sottovalutare alcun rischio, né lasciarsi ingannare dal fatto che non siamo nella stagione calda: perché il terreno è secco e questa siccità lascia alle fiamme campo libero per estendersi. Basti pensare che quando si muove il terreno viene fuori polvere, anche solo questo dovrebbe farci capire quanto è pericoloso bruciare sterpaglie e lasciare il tutto incontrollato…la terra è così secca che il fuoco si propaga in un attimo. Il mio appello è quello di fare maggiore attenzione per scongiurare pericoli e gravi danni al territorio”. 

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