Charlotte Angie, uccisa e fatta a pezzi: un giornalista risolve il giallo di Borno

30 marzo 2022 | 14:17
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Charlotte Angie, uccisa e fatta a pezzi: un giornalista risolve il giallo di Borno

Un cadavere fatto a pezzi, ritrovato in un burrone, appartenente alla 26enne Carol Maltesi, nota come Charlotte Angie. I tatuaggi della vittima permettono ad un giornalista risalire all’identità. C’è Andrea Tortelli dietro alla soluzione del giallo di Borno.

Un cadavere fatto a pezzi, ritrovato in un piccolo comune della Val Camonica, che apparteneva alla 26enne Carol Maltesi, conosciuta come Charlotte Angie.
Sono i tatuaggi della vittima ad aiutare un giornalista risalire all’identità, poi la chat con l’assassino, il 43enne milanese Davide Fontana. Ci sono l’intuito e il lavoro di Andrea Tortelli, direttore di Bsnews, dietro alla soluzione del giallo di Borno.

Il caso di Charlotte Angie è di quelli che fanno rabbrividire. Viene ritrovato un cadavere, dall’identità sconosciuta. Il corpo è stato fatto a pezzi e gettato in un burrone alle porte della provincia di Bergamo, nella Val Camonica. Il cadavere presenta dei tatuaggi.
Succede tutto nella giornata di sabato, quando Tortelli, che quel giorno non era al lavoro, viene contatto da un lettore di Bsnews. Il lettore – come riporta Bergamonews – gli parla di Charlotte Angie, una pornodiva con diversi tatuaggi, che era stata intervistata qualche mese fa a La Zanzara. Così, “la curiosità da giornalista mi ha spinto a mettermi al lavoro”, spiega il 43enne Andrea Tortelli a Bergamonews.
Prima la ricerca delle foto di Charlotte, poi il confronto con la informazioni che i Carabinieri avevano fornito riguardo alla vittima e ai tatuaggi sul corpo. “Ne ho individuato uno, due, poi tre..sono arrivato a undici. Ho collegato che la carnagione e l’altezza fossero compatibili. Infine, ho pensato che non fosse bresciana, perché con l’eco che aveva avuto la notizia era impossibile che non fosse già uscito fuori il nome”. 

Charlotte Angie

Quindi il controllo dei profili social.“Ho notato che non erano aggiornati da un po’, ma soprattutto da lì ho recuperato il suo numero. Ho provato a chiamarla ma il telefono era spento. Così le ho scritto un messaggio su Whatsapp, che dopo poco è stato visualizzato”.
Le risposte, tuttavia, non hanno mai convinto Andrea Tortelli, che ha chiesto al suo interlocutore un audio di tre secondi, per poter verificare che fosse realmente lei. Quell’audio non è arrivato. “Così come non ho ricevuto risposta alla chiamata su Whatsapp”.
È in questo momento che Tortelli contatta i Carabinieri. Al Comando di Brescia, Tortelli consegna tutto il materiale raccolto e si mette a disposizione degli inquirenti. Dopo due giorni i militari arrestano l’omicida.
“Con il mio lavoro
– sottolinea ancora Tortelli a Bergamonews – credo di aver dato una svolta decisiva alle indagini”.