Il ricordo

Giovanna Di Matteo, un anno dalla scomparsa: “Una figura rinascimentale”

A una anno dalla scomparsa, il ricordo della professoressa Giovanna Di Matteo: "Figura rinascimentale, senza distacco aristocratico".

L’AQUILA – A una anno dalla scomparsa, il ricordo della professoressa Giovanna Di Matteo. Il colonnello degli Alpini Pietro Piccirilli, del comitato organizzatore del Corteo della Bolla: “Una figura rinascimentale, senza alcuna forma di distacco aristocratico”.

“L’Aquila ha perso tanto con la sua scomparsa, rimane il ricordo e l’esempio”. Così il colonnello degli Alpini Pietro Piccirilli, del comitato organizzatore del Corteo della Bolla, ricorda la figura della professoressa Giovanna Di Matteo, venuta a mancare il 5 aprile dell’anno scorso all’età di 70 anni. “Pur non essendo nata a L’Aquila, – ricorda Piccirilli – era innamorata di questa città, di un amore viscerale maturato negli anni di permanenza e per lo studio delle bellezze artistiche. Era una nota storica dell’arte e subito dopo il terremoto ha partecipato alla messa in sicurezza del patrimonio artistico della città, alla sua catalogazione e al successivo trasferimento. Legata alla vita dell’Aquila, era parte di compagnie teatrali, era attrice, pittrice, sarta, costumista, lettrice appassionata. Aveva un ingegno multiforme, tante qualità in una sola persona. Davvero una figura rinascimentale. Mi ha insegnato tanto e tantissimo aveva ancora da insegnare, era dotata di una cultura imponente, nonostante fosse una persona incredibilmente umile. Tra l’altro era tra le massime esperte della pittura paesaggistica dell’Ottocento e aveva curato una mostra sui fratelli Palizzi a Vasto”.

Importantissimo anche il suo contributo alla Perdonanza Celestiniana, che fu chiamata a dare a partire dal 2008: “Facevo parte dei gruppi storici – ricorda Piccirilli – e mi chiamò per dare una mano. Naturalmente non potevo dire di no, era una persona di una cultura immensa, ma allo stesso tempo era umile, gentile e affascinava con il suo essere una vera gentildonna. Coordinammo quel corteo, poi ci fu il terremoto e ci rimettemmo subito in corsa per quella Perdonanza che lasciò un segno indelebile”. Ma non solo, “le prime schede per la candidatura della Perdonanza all’Unesco sono state sue”.
Doti intellettuali di grande spessore, ma non solo: “A Giovanna piaceva anche ballare, era un’eccellente ballerina di tango. Riusciva a stupire tutti: un momento la vedevi protagonista di una importante conferenza dagli elevati contenuti culturali, il momento dopo la trovavi al tuo fianco, a pulire le stanze dove venivano custoditi i costumi. Penso che L’Aquila abbia perso molto con la sua scomparsa, rimane il ricordo indelebile e l’esempio di persona di spessore culturale raro e allo stesso tempo senza alcuna forma di aristocratico distacco“.

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