L'aquila

Processo per l’omicidio di Barisciano, al via il controesame

Processo per l'omicidio di Paolo D'Amico: in Aula i risultati dei test sulla marijuana sequestrata. Controesame della difesa per il luogotenente dei Carabinieri che ha effettuato i primi rilievi.

L’AQUILA – Udienza nell’ambito del processo per l’omicidio di Paolo D’Amico: in Aula i risultati dei test sulla marijuana sequestrata e i soci del supermercato dove lavorava l’imputato. Controesame della difesa per il luogotenente dei Carabinieri dell’Aquila che ha effettuato i primi rilievi.

Nuova udienza in Corte d’Assise presieduta dalla presidente Alessandra Ilari, per il processo a carico di Gianmarco Paolucci, il giovane accusato di aver ucciso il 55enne Paolo D’Amico nella sua abitazione di Barisciano.
In aula la testimonianza relativa ai test effettuati sulla sostanza stupefacente rinvenuta nel garage della vittima: 20 in totale i reperti analizzati e sui cui è stato riscontrato circa il 9% di principio attivo, relativamente a sostanza stupefacente di tipo marijuana.
A seguire, sono stati sentiti i due soci del supermercato dove Paolucci lavorava presso banco macelleria. Da parte della Procura, rappresentata dal pm Simonetta Ciccarelli, sono state poste domande per ricostruire le caratteristiche del giovane, in particolar modo per definire la questione dell’uso della mano. Paolucci, infatti, risulta mancino da diverse testimonianze, mentre l’autopsia ha individuato in un destrimane l’autore dell’omicidio. Si è quindi cercato di capire se l’imputato fosse stato formato nel reparto macelleria anche per lavorare con la mano destra. La risposta è stata positiva, ma limitatamente alle attività “da banco”, mentre quelle di disossamento venivano effettuate direttamente dai macellai, con strumenti diversi da quelli da banco.

Al termine delle audizioni dei testi dell’accusa è iniziato il controesame da parte della difesa, rappresentata dagli avvocati Mauro Ceci del Foro dell’Aquila e Licia Sardo del foro di Milano. Il controesame ha riguardato il luogotenente dei Carabinieri dell’Aquila che ha effettuato i primi rilievi, poi mandati a Roma per l’esame dei RIS.
Affrontata anche la questione relativa alle celle telefoniche, che collocherebbero l’imputato sulla scena del delitto. Dal primo controesame, però, non è stato possibile chiarire la “portata” delle celle e la dimensione territoriale coperta dalle stesse. Si dovrà attendere quindi la prossima udienza, fissata per il prossimo 4 maggio, quando in Aula saranno sentiti i tecnici che hanno effettuato l’analisi del pc dell’imputato e la relazione relativa alle celle telefoniche agganciate dal suo telefono.

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